PORTUGAL, Marco Antonio (P. da Fonseca)
Compositore di musica, nato a Lisbona il 24 marzo 1762, morto a Rio de Janeiro il 7 febbraio 1830: egli fu noto in Italia col nome di Marc'Antonio Portogallo. A nove anni entrò nel seminario arcivescovile ed ebbe a maestro il compositore Juan de Sousa Carvalho, direttore del seminario. Pare che abbia frequentato anche il seminario di Santarem alla scuola di Conego Gallão, studiando in seguito anche col Borselli cantore della cappella reale, per la cui influenza il P. iniziò i primi saggi di canzonette secondo la maniera delle arie italiane; per intervento del Borselli fu accolto fra i musicisti del teatro dell'opera italiana a Madrid, quando contava soltanto venti anni. Nominato nel 1785 direttore del teatro del Salitre nel suo paese, il P. vi dedicò la sua attività. Le sue prime opere: Idilio (1788), Viajantes ditores (1790), ecc., furono tutte popolari; la sua musica profana con le piccole "maniere" (Modinhas) tanto gustate nei salotti aristocratici, si alterna con la musica religiosa di messe e mottetti per la chiesa arcivescovile e la cappella reale di Queluz; durante gli anni 1785-91 scrisse 17 opere sceniche. Come i suoi contemporanei spagnoli e i suoi predecessori portoghesi, non ebbe pace finché non gli fu dato di visitare l'Italia; nel 1792 si stabilì a Napoli e il successo delle sue opere dimostra che il P. era già allora un artista provetto.
Nel 1793 furono rappresentati: la sua opera lirica Il Cinna a Firenze, il Poeta in campagna a Parma, I due gobbi (La confusione per somiglianza, opera buffa ripetuta nelle principali città italiane e a Dresda; in seguito a Barcellona, Vienna, Madrid, Berlino e nelle altre città della Germania. Seguono: nel 1794, Il Principe spazzacamino, farsa rappresentata a Venezia, Torino, Dresda; e poi a Vienna, Barcellona, Pietroburgo; Il Demofoonte, opera seria (a Milano); La vedova raggiratrice (I due sciocchi delusi), opera comica (a Firenze e nel 1795 a Dresda); le due farse L'avventuriero e Lo stratagemma nel 1795 (Firenze); nel 1796, Zulima, opera seria (Firenze); L'inganno poco dura (Napoli); La donna di genio volubile, opera buffa (Venezia, poi Vienna, Barcellona, Madrid, Parigi); Ritorno di Serse, opera seria (nel 1797, Firenze, Venezia) e Le donne cambiate (Il ciabattino), farsa (Venezia); nel 1798, Orazi e Curiazi, opera seria (Venezia, Ferrara), Fernando in Messico, opera seria (Venezia, Padova); Alceste, opera seria (Venezia); nel 1799, Le nozze di Figaro, opera buffa; nel 1800, Idante, opera seria (Milano).
Prima di ritornare in patria, poté vedere rappresentate più di 23 opere nei diversi teatri italiani; per questi motivi, al suo ritorno, nel 1800, coperto di gloria, il P. fu nominato professore del seminario, maestro di cappella reale e direttore del teatro di San Carlo, dove fino al 1810 rappresentò 13 opere, sempre con testo italiano; negli anni 1801-1806 cantò parecchie delle sue opere A. Catalani. Nel 1807, con l'invasione francese, la corte portoghese accompagnata da molti musicisti si rifugiò nel Brasile, mentre il P. rimase a Lisbona, dove, invitato dal Junot, dette il Demofoonte con musica nuova il 15 agosto 1808. Nel 1810 o nell'11 partì per il Brasile, nominato maestro di camera e di cappella della corte a Rio de Janeiro; nel 1819 divenne direttore del conservatorio di Santa Croce con suo fratello Simão e maestro della famiglia reale. Nel 1815 fece il suo ultimo viaggio in Italia, congedandosi con La morte di Mitridate. Nel 1817 fu dato il suo Oficio de Difuntos a grande orchestra ed egli stesso diresse la sua opera Oro non compra amore. Juan VI e la sua corte ritornarono in Portogallo nel 1821; e il P., colpito da attacchi di paralisi, rimase fino alla morte in casa della sua protettrice, la marchesa vedova di Aguilar.
Il P. è senza dubbio il più eminente compositore portoghese della sua età. La sua produzione è enorme: 22 opere serie, 10 opere buffe, 13 farse, 8 intermezzi, 5 cantate con orchestra e 4 per solo e pianoforte, 18 messe, 3 vespri, 31 salmi, 12 mattutini, 4 Te Deum, 7 sequenze, 3 litanie, mottetti, antifone, ecc. I suoi spartiti si conservano manoscritti nelle biblioteche di Ajuda, Mafra, Lisbona, Madrid, Dresda, Londra (Brit. Museum), Vienna, Barcellona, ecc. Il P. coltivò lo stile italiano della sua età tanto nella musica teatrale quanto in quella religiosa.
Bibl.: J. de Vasconcellos, Os musicos portugueses, II, Oporto 1870; E. Vieira, Diccionario biographico de musicos portugueses, Lisbona 1900; M. de Carvalhaes, M. P. na sua musica dramatica, 1910.