CAMPEGGI, Marco Antonio
Ultimogenito di Giovanni Zaccaria e di Dorotea Tebaldi, nacque negli ultimi anni del sec. XV in Padova. Addottoratosi in diritto a Bologna nel 1525, la sua vita si svolse all'ombra del fratello maggiore, il cardinale Lorenzo che si servì di lui per la cura dei suoi molteplici affari, ed in particolar modo come procuratore nell'amministrazione delle numerose diocesi da lui dipendenti. Così nel 1525 il C. si recò in Francia ove curò gli interessi del fratello che nella diocesi di Soissons possedeva il beneficio dell'abbazia di S. Pietro d'Orbaco. Eletto vescovo di Grosseto il 23 marzo 1528, il C. si trattenne in Francia fino al 1530 allorché Lorenzo, allora in Germania come legato apostolico, lo inviò in Spagna per prendere possesso del vescovato di Huesca e Jacca. Dopo un breve intervallo a Bologna, dove nel 1530 compare fra i dottori legisti del Collegio, nel 1532 il C. si recò in Inghilterra, sempre per conto di Lorenzo, che amministrava da vari anni la diocesi di Salisbury, e vi rimase circa un anno. Nel 1533 il nipote Giovanni Battista, vescovo di Maiorca, lo nominò suo vicario e procuratore di quella ricca diocesi. Grazie alla protezione del fratello, il C. poté accumulare numerosi benefici ecclesiastici: al vescovato di Grosseto si aggiunsero ben presto un canonicato nella diocesi di Maiorca, alcuni benefici sull'abbazia di S. Salvatore presso Roma, i titoli di priore e commendatario di S. Maurilio di Clasburgo. Oramai raggiunta l'indipendeza economica, il C. si stabilì nella propria diocesi, salvo alcuni soggiorni bolognesi. Invitato ai lavori del concilio tridentino, non partecipò alle sessioni che si svolsero dal dicembre del 1545 a Trento e neppure a quelle tenute nel 1551 e 1552 nella medesima città. Ciò probabilmente dipese non solo dallo sforzo economico che avrebbe comportato una lunga permanenza nella città ove si svolgevano le sessioni, poiché il fratello Tommaso si dichiarò disposto ad ospitarlo, quanto piuttosto dalla diffidenza sull'effettivo svolgimento del concilio, peraltro molto diffusa fra i vescovi convocati. Partecipò invece alle sessioni bolognesi, nelle quali il ruolo ricoperto dai membri della sua famiglia fu assai rilevante: vi presero parte infatti quattro vescovi di quel casato e le stesse adunanze conciliari si svolsero in un palazzo bolognese dei Campeggi. Giunto a Bologna il 21 marzo 1547, il 21 aprile partecipò alla prima sessione.
Pur non figurando fra i prelati più impegnati, presenziò tuttavia alle congregazioni che esaminarono e discussero i canoni intorno ai sacramenti della penitenza e della estrema unzione; il 18 nov. 1547, intervenendo alla congregazione generale che discuteva sugli abusi più diffusi che si praticavano intorno al sacramento dell'Ordine, il C. propose che non venissero ammessi a tale sacramento coloro che fossero risultati inabili ad assolvere i successivi impegni connessi all'attività pastorale e richiamò l'attenzione dei padri conciliari sul diffuso malcostume di rinchiudere le giovani nei monasteri contro la loro volontà. Altro intervento del C. è registrato il 5 dic. 1547 allorché, durante la congregazione che esaminava gli abusi connessi al sacramento del matrimonio, egli espresse la sua convinzione che non si dovessero approvare i matrimoni clandestini ed anzi questi dovessero essere proibiti formalmente.
Terminate le sessioni bolognesi del concilio, il C. trascorse i successivi anni tra la sua residenza vescovile e Bologna, e non partecipò alle sessioni tridentine del concilio nel 1551 e 1552, nonostante che il fratello Tommaso lo tenesse informato sugli arrivi dei prelati e gli assicurasse ospitalità. Stabilitosi definitivamente a Bologna, vi morì il 7 maggio 1553.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Fondo Campeggi-Malvezzi, II, 59/296: Miscellanea relativa a M. A. C.; Ibid., 160/397, fasc. 60: Procura di Lorenzo Campeggi a M. A. C.; Ibid., 161/398, fasc. 12: Procura di Lorenzo a M. A. C.; Ibid., 162/399, fasc. 9: Procura di M. A. C. in Lorenzo Campeggi; Ibid., 163/400, fasc. 10: Convenzione fra i fratelli Campeggi; Ibid., 167/404, fasc. 19: Testamento di M. A. C.; Ibid., s. 3, 1/525, passim;Bologna, Bibl. comunale, ms. B 671: Compendio dell'origine delle famiglie senatorie di Bologna, cc. 65 ss.; Bologna, Biblioteca universitaria, ms. 4207: L. Montefani-Caprara, Famiglie bolognesi, XXII, c. 97; Concilium Tridentinum, Act. pars tertia, ed. Soc. Goerresiana, I, Friburgi Br. 1950, ad Ind.; Transumptum privileg. ... DD. Comitibus de Campegijs..., Bononiae 1566; C. Sigonio, De vita Laurentii Campegii card., Bononiae 1531, passim;G. N. Pasquali Alidosi, Li Dottori bolognesi..., Bologna 1620, pp. 171, 191; A. Masini, Bologna perlustrata, Bologna 1666, II, p. 104; P. S. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 235; G. Alberigo, Ivescovi italiani al concilio di Trento (1545-1547), Firenze 1959, ad Indicem;G. Moroni, Dizion. di erudizione stor.-ecclesiastica, XXXIII, p. 43; G. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica, III, Monasterii 1923, p. 206.