ARIANI, Marco Antonio
Nato a Napoli nel 1624 da Agostino e da Vittoria Fuso, si dedicò a studi di geometria e di architettura. Viaggiò a lungo in Europa ed in Oriente, appassionandosi ad ogni sorta di applicazioni meccaniche. Nel 1675 propose al viceré di Napoli, marchese de Los Velez, un sistema per coniare monete con macchine a "mulino", invece che c,on il tradizionale sistema a "martello". Accolta la proposta, l'A. fu nominato "maestro di pruova" della regia zecca. Essendosi acquistata intanto notevole fama di ingegnere idraulico, nell'anno 1679 papa Innocenzo XI lo chiamò a Roma, gli conferì la carica di architetto pontificio e gli affidò insieme al colonnello Carlo Grunemberg alcuni lavori di prosciugamento nelle paludi pontine. Durante il soggiorno romano l'A. prestò la sua opera anche a Cristina di Svezia ed al cardinale Decio Azzolini. Tornato a Napoli, si dedicò a vari, esperimenti di chimica, di ottica e di botanica e costrui varie macchine, tra le quali mulini ad acqua ed a vento, occhiali e telescopi. Il suo salotto di dilettanti di fisica, di musicofili, di autori teatrali, di letterati, a S. Agostino alla Zecca, fu frequentato, tra gli altri, da N. Amenta, dal pittore A. Belvedere e dal matematico olandese Guglielmo Linghax, che fu per anni ospite dell'A.: vi si ammirò il primo grande telescopio giunto a Napoli da Londra. Sposò Anna Maria Macchia, dalla quale ebbe sei figli: Agostino, che fu professore primario di matematica nello Studio di Napoli e amico del Vico, Decio, Francesco Antonio, che gli successe nella carica di "maestro di pruova" della regia zecca, Iacopo, Carlo e Vittoria Angela.
L'A. morì il 27 febbr. 1706.
Bibl.: V. Ariani, Memorie della vita e degli scritti di Agostino Ariani... alle quali precedono le notizie storiche di M. A. A., Napoli 1778, passim; P. Napoli Signorelli, Vicende della cultura nelle Due Sicilie, VI, Napoli 1811, pp. 29-33; F. Nicolini, La giovinezza di Giambattista Vico (1668-1700), Bari 1932, pp. 79, 87 s.