MARCIANOPOLI
. Città di Tracia fondata da Traiano e così chiamata dal nome della sorella di lui Marciana. L'origine del nome fu però presto dimenticata, tanto che le fonti greche la chiamano quasi sempre Μαρκιανούκολις: immaginandone un fondatore (κτίστης) maschio. Questa fondazione s'inquadra bene con tutto il complesso delle provvidenze prese da quell'imperatore per la sistemazione delle provincie danubiane e balcaniche, in seguito alle guerre daciche. Marcianopoli è invero sulla via che dalle fiorenti città greche della costa occidentale del Mar Nero e più specialmente da Odessus (Varna) va verso il Danubio. La nuova città popolata con Romani, Greci e Traci usò prevalentemente lingua greca, ed ebbe - sembra - il liberale ordinamento concesso alle città greche. Salì presto a importanza e floridezza notevoli, tanto che ebbe il privilegio di battere moneta, e ne usò sino circa alla metà del sec. III. Dopo Settimio Severo passò a far parte della provincia Mesia Inferiore, e nel riordinamento dioclezianeo delle provincie diventò capitale della Moesia Secunda. Ebbe parte notevole nelle numerose campagne destinate a difendere le frontiere di quella provincia. Assediata nel 248 da Goti e da altri barbari, ributtò gli assalitori, e non lungi dal suo territorio vide la vittoria sui Goti di Claudio II. Vi dimorarono piuttosto a lungo Costantino e Valente. Nel 377 i Goti sconfissero presso Marcianopoli il comes Lupicino che si salvò entro le mura della città. Un secolo più tardi vi dimorò Teodorico, cui l'imperatore Zenone aveva concesso la Mesia Inferiore. Ebbe restauri e fortificazioni da Giustiniano, finì poi per ripetute invasioni di Bulgari e d'altri barbari, nonché per inondazioni e impaludamenti della regione. Il luogo è identificato in un campo di rovine non lungi da Preslav.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., III, 761, 7471, 12445; B. Pick-K. Regling, Die antiken Münzen von Dacien und Moesien, I, ii, p. 182 seg.; Flussin, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, col. 1515 segg.; V. Parvan, Getica, Bucarest 1926, p. 118; E. H. Minns, Scythians and Greeks, Cambridge 1913, p. 126; M. Rostovzev, St. econ. e soc. dell'Imp. rom., trad. it., Firenze 1933, pp. 154, 286.