MARCHETTO da Padova
Teorico della musica della fine del Duecento e del principio del Trecento. Di lui si sa solo che fu al servizio di Ranieri, principe di Monaco, e che le sue opere furono scritte parte a Cesena e parte a Verona. La sua opera è del maggiore interesse perché segna il trapasso dalla teoria dell'Ars antiqua (v.) a quella dell'Ars nova (v.), non solo, ma ancora ci dà le prime notizie sul differenziarsi dell'Ars nova italiana dall'Ars nova francese, avvenuta principalmente per mezzo dell'introduzione nella pratica dell'Ars nova italiana del ritmo binario o imperfetto, e delle prime note codate. È da notare però che nella teoria di M. la coda aggiunta alla nota non indica una variazione fissa di valore ritmico, ma la coda rivolta all'insù indica solo una diminuzione di valore, mentre quella rivolta all'ingiù indica un accrescimento ritmico della nota.
Due sono i suoi trattati capitali: il Lucidarium in arte musice plane e il Pomerium artis musice mensurabilis (Gerbert, Scriptores, III). Il primo nel museo dell'Ambrosiana segnato D. 5. P. Inf. è datato dal 1274, ma certamente la data è di mano posteriore e quindi non sicura. Il Pomerium nel Museo Vaticano porta la data del 1283, ma le dediche delle due opere obbligano a trasportarle per lo meno al 1309. Il Lucidarium è importante per il cromatismo usato e per la divisione del tono in 3/5 + 2/5 (semitoni diatonici ed enarmonici) o in 4/5 + 1/5 (semitono cromatico e diesis). Il Pomerium è importante per il passaggio dal sistema franconiano di notazione, in cui la più piccola nota ammessa era la semibreve (= 1/3 di breve), all'Ars nova sviluppata poi da Philippe de Vitry e dai suoi successori, in cui la minima e la semiminima erano differenziate e portate nello schema della perfezione e dell'imperfezione. Riassunto del Pomerium è la Brevis compilatio Magistri Marchetti Musici de Padua in arte musice mensurate pro rudibus et modernis, pubblicata da H. de Coussemaker nei suoi Scriptores, III, da un ms. di Saint-Dié del sec. XIV. Grande fama M. ebbe presso i contemporanei e i posteri immediati. Poi la sua fama si andò oscurando, e nel 1410 Prosdocimo de Beldomandis, suo concittadino, pubblicò un Opusculum contra theoricam partem sive speculativam Lucidarii Marcheti Patavini, in cui lo dice ignorante di teoria. Più tardi ancora Nicolaus Burtius, nel suo Musices Opusculum (Bologna 1487), dice di Ramis de Pareia che imitò la crassa stupidità e fatuità di M.
Bibl.: H. Riemann, Geschichte der Musiktheorie, Lipsia 1898, pp. 127 seg., 136 seg.; I. Wolf, Geschichte der Mensuralnotation, Lipsia 1904-05; id., Handbuch der Notationskunde, Lipsia 1913-19; Baralli-Torri, Il Trattato di Prosdocimo de' Beldomandi contro il Lucidario di Marchetto da Padova, in Riv. mus. ital., 1913; M. Balbi, Marchetti de Padua. Studio bibliografico analitico, Padova 1878; T. Zacco, Per le Faustissime Nozze Onesti-Piazzoni, Cenni biografici di illustri scrittori e compositori di musica padovani, Padova 1840; C. Mariotti, Memoria letta alla Società Filotecnica di Torino nell'adunanza dell'8 novembre 1866 in onore di Venezia: I Veneti nella Musica, in Gazzetta Musicale di Milano, 2 dicembre 1866; G. Carducci, Musica e poesia nel mondo elegante italiano del secolo XIV, in Opere, VIII.