Orgogliosi, Marchese degli
Nella sesta cornice della montagna del Purgatorio, fra le anime che espiano i peccati di gola, D. incontra una figura di rilievo della Forlì tardodugentesca: M. o Marchesino di Giovanni degli O. (la madre ci è sconosciuta); discendente, cioè, da una famiglia forlivese ragguardevole, sia per nobili parentele, sia per potenti aderenze, ma che non riuscì mai a inserirsi in misura determinante, a causa della sua effettiva inconsistenza politica, nel confronto fra i Calboli guelfi e gli Ordelaffi ghibellini: messer Marchese, ch'ebbe spazio / già di bere a Forlì con men secchezza, / e sì fu tal, che non si sentì sazio (Pg XXIV 31).
Si direbbe che per quel tratto di arguzia e di pungente ironia con cui il poeta ce lo presenta come gran bevitore (motivo, questo, ripreso felicemente nel suo Comentum da Benvenuto da Imola, che definisce M. " curialis et placidus multum ", oltreché assai " valens in bibacitate "), M. debba figurare nella Commedia come un superstite della generazione gaudente e liberale del ‛ buon tempo antico ', ormai del tutto isolato nella sua Forlì rissosa e guerresca, dominata dalla tirannide prima di Guido di Montefeltro, poi degli Ordelaffi; anche se M. non fu del tutto alieno dal partecipare attivamente alla vita politica, com'è dimostrato almeno dalla sua podesteria di Faenza nel 1296.
M. sarebbe morto nel 1316 - come vuole il Cobelli, cronista forlivese del Quattrocento - per il dolore provato in seguito all'uccisione di alcuni suoi parenti e aderenti voluta da Cecco Ordelaffi, il nuovo tiranno di Forlì.
Bibl. - P. Cantinelli, Chronicon, a c. di F. Torraca, in Rer. Ital. Script.², XXVIII 2, città di Castello 1902, 86; C. Ricci, L'ultimo rifugio di D., Ravenna 1921 (nuova ediz. a c. di E. Chiarini, ibid. 1965, 120); Benvenuto, Comentum super Dantis Aldigherii Comoediam, Florentiae 1887, IV 72; L. Cobelli, Cronache Forlivesi, Bologna 1877, 95; E. Levi, Piccarda e Gentucca, Bologna 1921, 23-24.