MARCHESATO (A. T., 27-28-29)
Geograficamente è da intendere in senso alquanto più ristretto che lo storico marchesato di Cotrone (ora Crotone), il cui territorio corrispondeva presso a poco a quello del già circondario amministrativo di Cotrone, in provincia di Catanzaro, racchiudente anche una parte della Sila Piccola. Per lo più viene dato il nome geografico di Marchesato alla regione racchiusa tra i corsi medio e inferiore del Neto e del Tacina, o vi s'include da alcuni anche il territorio a nord del corso inferiore del Neto sino al torrente Lipuda. Più recenti determinazioni, basate specialmente su criterî geologici, limitano il Marchesato alle sole formazioni plioceniche e quaternarie a sud di Strongoli e Casbuna e a oriente di una linea alquanto divagante tra Casabona, Scandale, San Mauro Marchesato e passante in ultimo per il corso inferiore del Tacina. Vengono così escluse dal Marchesato tutte le altitudini superiori ai 250 m. A ogni modo vi si possono distinguere due parti. Una, più settentrionale e più ampia, consta di vere e proprie basse formazioni collinari di origine sedimentaria e pliocenica, cioè argille azzurrastre, marne argillose e sabbie calcaree, tutte solcate da una fitta rete di corsi d'acqua (localmente detti valloni) asciutti d'estate, che convergono nel Neto e sì gettano nello Ionio tra la foce del Neto e quella dell'Esaro, a nord di Crotone; a esse fa seguito, fra Crotone e la Marina di Strongoli, una zona di pianura alluvionale quaternaria, che si addentra nella valle del Neto. L'altra, meno vasta, ma meglio individuabile, è formata da una specie di altipiano (alt. media 150 m. circa) che tra i solchi della valle dell'Esaro e del Vallone Dragone (Golfo di Squillace) si riattacca alla prima con la soglia di Cutro (228) sendendo con ampie e poco sensibili gradinate, piatte o qua e là collinose, verso il mare, ove strapiomba da circa 20 m. con un orlo costiero in cui s'incurvano piccole insenature fra i capi Castello, Rizzuto, Cimiti e il promontorio Lacinio (Capo delle Colonne). La formazione litologica è pure di argille e marne plioceniche, con ampî ȧffioramenti di arenarie calcaree usate come materiale da costruzione sin dai tempi classici. Il clima del Marchesato è caratterizzato da scarsissima piovosità (media annua inferiore a 550 mm., ima delle più basse della regione); la malaria è diffusa dappertutto. Il Marchesato ha in complesso una vegetazione stepposa ed è privo, su vastissime estensioni, di alberi (eccettuati l'ulivo e gli agrumi presso la periferia e macchie boscose lungo il corso del Neto o sull'altipiano di Cutro) ed è il tipico paese del latifondo a coltura estensiva di grano, alternata al pascolo brado, con l'affittanza autunnale-invernale strettamente collegata con l'affittanza primaverile estiva in Sila. La densità della popolazione non supera i 40 ab. per kmq. nei limiti più ampî, i 30 in quelli più ristretti; pressoché inesistente è la popolazione sparsa stabile; i centri sono pochissimi e a grandi distanze fra loro. Viabilità e commercio convergono a Crotone, ove s'immagazzinano e si vendono i prodotti della zona (grani duri, olî, latticinî, liquerizia). Una lenta trasformazione agraria si è venuta affermando dopo il 1918 e avrà impulso con le opere di bonifica già avviate nella bassa valle del Neto e altre in progetto o iniziate fra Castello e Capo delle Colonne.
Bibl.: E. Cortese, Geologia della Calabria, Roma 1859; H. Kanter, Kalabrien, Amburgo 1930, pp. 133-137; L. Tallarico, Il problema agricolo sociale nel Cotronese, Cotrone 1902.