Scrittrice cilena (n. Santiago del Cile 1951). Dopo aver vissuto alcuni anni in Europa (a Parigi per motivi di studio e a Roma in esilio dopo il golpe di A. Pinochet), a fine anni Settanta è tornata in Cile, dove si è diplomata in incisione (1983) e si è occupata di arte visuale per tutti gli anni Ottanta. Appassionata di scrittura sin da giovane, ha iniziato la carriera di scrittrice pubblicando Nosotras que nos queremos tanto (1991, Noi che ci vogliamo così bene), romanzo che ha avuto un notevole successo. Da allora ha scritto una serie di opere fra cui si ricordano: Antigua vida mía (1995, Antigua, vita mia, da cui H. Olivera ha tratto l’omonimo film), Nuestra señora de la soledad (1999, Nostra signora della solitudine), Lo que está en mi corazón (2001, Quel che c’è nel mio cuore, finalista per il Premio Planeta), Hasta siempre, mujercitas (2004, Arrivederci piccole donne) e La llorona (2008, I quaderni del pianto). I suoi romanzi si distinguono per la particolare attenzione dedicata a problemi sociopolitici legati alla figura della donna contemporanea; si avvicina, in questo senso, a un’altra scrittrice cilena: I. Allende. Tra le sue opere più recenti occorre citare Diez mujeres (2011), Dulce enemiga mía (2013), La Novena (2016, Il giardino di Amelia) e El manto (2019; trad. it. 2020).