PROUST, Marcel
Scrittore francese, nato a Parigi il 10 luglio 1871, ivi morto il 18 novembre 1922. Dai nove anni l'asma lo obbligò ad una vita chiusa, che affinò maggiormente la sua sensibilità affettiva e dolorosa. Iscritto alla facoltà di legge, più s'interessava alla vita letteraria, cui finì per darsi interamente (nel 1892 con amici fondò una rivista Le Banquet), curioso anche di vita mondana e di salotti intellettuali (Mme de Caillavet, Madeleine Lemaire). I saggi dal 1892 al 1896, pubblicati con prefazione di A. France (Les Plaisirs et les Jours, 1896), parvero non elevarsi sopra il dilettantismo elegante, né rivelarono il futuro scrittore. Dal 1900 non lasciò più Parigi: l'amore per J. Ruskin (versione, con pref. e note, di La Bible d'Amiens, 1904, Sésame et les lys, 1906), la collaborazione al Figaro lo portavano ad un lavoro più continuato, adunato poi in Pastiches et Mélanges (1919). Dal 1905 la sua vita si fece sempre più ritirata e sempre meno mondana, non soltanto per il male che s'aggravava, ma anche e soprattutto per l'opera Á la recherche du temps perdu che gli urgeva nello spirito. La prima parte, Du côté de chez Swann, finita nel 1911, rifiutata da varî editori, uscì a spese dell'autore (1913) con scarso successo. Il P. continuò la sua opera durante la guerra, mentre Swann lentamente conquistava gli intenditori. À l'ombre des jeunes filles en fleurs (1919), segnalato dal premio Goncourt, fu la maggiore affermazione letteraria del primo dopoguerra. Intanto l'autore combatteva contro il male, incalzato dal desiderio di finir l'opera, che, sebbene tutta tracciata dal 1913, durante l'esecuzione gli si allargava straordinariamente: nel 1920-21 uscì Le côté de Guermantes, nel 1922 Sodome et Gomorrhe. Postumi apparvero La Prisonnière (1923), Albertine disparue (1925), Le temps retrouvé (1927). Invece Chroniques (1927) raccolgono gli scritti giovanili non entrati negli altri due volumi miscellanei e alcuni pochi degli ultimi anni.
L'esperienza mondana è la materia dello scrittore, che narra la vita francese dagl'inizî della terza Repubblica sino al dopoguerra, dai ricordi della fanciullezza delicata (ove s'inserisce un acuto romanzo psicologico Un amour de Swann) e dagli amori per le jeunes filles en fleurs estendendosi nei volumi centrali a descrivere la nobiltà, di cui mostra la decadenza tra le indagini sentimentali della Prisonnière e di Albertine, e da ultimo la sconfitta davanti alla borghesia, ormai a essa mescolata. Con le trasformazioni del costume, del pensiero, dell'arte, questo sembrò il soggetto centrale dell'opera, e l'autore un memorialista come Saint-Simon, diffuso e ironico; oppure, poiché il P. epiloga continuamente, fisso ad alcuni grandi temi (il tempo, la memoria, l'amore, la gelosia...), parve avere scritto i suoi Essais, parlati, copiosi, sinuosi, come Montaigne; o meglio, la sua confessione di scrittore, il racconto della sua vittoria sulla vita mondana per l'arte, rivelando una coscienza estetica ove il pensiero di Bergson e i simbolisti, Ruskin, Baudelaire, sono ripresi e superati.
La realtà esteriore, coperta dalla pratica, dalla società, dall'abitudine, è appresa quand'è spiritualizzata, disciolta nella nostra vita interiore, ricreata dalla fresca intuizione; la personalità umana, fluida, discontinua, variabilissima, è rivelata dal sonno, dal sogno, dalle impressioni che, serbate intatte dall'oblio, risorgono per la memoria involontaria. La visione interiore, sola conoscenza vera, diventa arte quando è intellettualmente approfondita, sì che la realtà assoluta si traduce nello stile, per durare fuori del tempo vittoriosa, mentre tutto intorno si disgrega. Escluso dalla pratica, piegato a spiare l'incosciente, a suscitarne le rivelazioni, per cercare l'io profondo nel ricordo e nel passato, il P. era il più atto a tale indagine, con l'indifferenza etica quasi di naturalista, per tutto ciò che incontrava anche di morbido o di anormale nella natura umana. Sola morale l'arte-conoscenza, che si afferma contro le menzogne della vita pratica, del sentimento, con la rinuncia eroica che essa richiede. Mentre segna le più nuove correnti del pensiero all'inizio del secolo, la Recherche, vasta e lenta, ma legata da un ordine visibile e segreto, da rispondenze ideali e musicali, con l'impressionismo della ricostruzione soggettiva fatto classico dall'ossequio alla realtà ritrovata, è alta opera d'arte per la lirica vita che la percorre, per la commedia umana, il dramma intimo espressi con originali seoperte, da cui il romanzo e l'analisi psicologica sono profondamente rinnovati.
Ediz.: Edizione definitiva della Recherche, voll. 15, presso la Nouvelle Revue Française, Parigi 1919-27. Della Correspondance générale, per cura di R. Proust e P. Brach sono usciti voll. 5 (Parigi 1930 segg.).
Bibl.: G. da Silva Ramos, Bibliographie proustienne, in M. Proust, Lettres à la N. R. F., ecc., Parigi 1932, da integrarsi con L. Pierre-Quint, Comment travaillait M. P. Bibliographie, ecc., ivi 1928. Inoltre: L. Pierre-Quint, M. P.: l'homme, sa vie, son øuvre, ivi 1925, nuova ed. rived., 1928. Ricordi biografici e giudizî nell'Hommage à M. P. della Nouvelle Revue Franç., gennaio 1923 (rist. 1927). Fra i tanti studî sull'opera: B. Crémieux, XXe siècle, Parigi 1927; id., Du côté de M. P., ivi 1929; P. Abraham, P., ivi 1930; A. Dandieu, M. P.: sa révélation psychologique, ivi 1930; E. Seillière, M. P., ivi 1931; E. Fiser, L'esthétique de M. P., ivi 1934; E. R. Curtius, M. P. (trad. franc.), ivi 1928; G. De Benedetti, Saggi critici, Firenze 1929; L. Maranini, P., Arte e conoscenza, ivi 1933; F. Casnati, P., Brescia 1933; M. Ortiz, Attraverso l'epistolario di M. P., in La Cultura, ottobre-dicembre 1932, gennaio-marzo 1933; A. Capasso, M. P., in La Rassegna, ottobre-dicembre 1932, giugno-agosto 1934. Utile il Répertoire des personnages de "À la recherche du temps perdu" di C. Daudet e R. Fernandez, Parigi 1929.