Scrittore francese (Guéret 1888 - Rueil-Malmaison 1979). Crebbe in un clima di grande religiosità. Trasferitosi a Parigi, dove insegnò fino al 1949, inaugurò con La jeunesse de Théophile (1921) una narrazione a metà strada tra misticismo visionario e realismo psicologico. La sua produzione, che si ispira a episodî autobiografici, si sviluppa in tre cicli: quello di Monsieur Godeau, suo autoritratto, e di Élise, ritratto della moglie, a cui si doveva sovrapporre la serie delle tormentate cronache coniugali (Monsieur Godeau intime, 1926; Monsieur Godeau marié, 1933; Élise, 1933; Chroniques maritales, 1938 e 1943; Scènes de la vie conjugale, 7 voll., 1943-56; Journaliers, 26 voll., 1961-78); il ciclo dei racconti imperniati sulla vita della cittadina natia (Les Pincegrain, 1924; Prudence Hautechaume, 1927; Chaminadour, 3 voll., 1934-41; Mémorial, 7 voll., 1948-72); infine, il ciclo degli spregiudicati saggi morali alla maniera di Gide, in cui J. dialoga con Dio (Algèbre des valeurs morales, 1935; Essai sur moi-même, 1946; Éléments pour une étique, 1956) o mette a nudo la propria omosessualità (De l'abjection, 1939; Carnets de don Juan, 1947; Éloge de la volupté, 1951).