FRANCESCHINI, Marcantonio
Pittore, nato il 5 aprile 1648 in Bologna, ivi morto il 24 dicembre 1729. Ebbe i primi rudimenti da G. B. Galli, e fu l'allievo prediletto del Cignani. Divenne poi celebre, caposcuola e principe dell'Accademia clementina. Affrescò la Sala del consiglio di Genova, ma gli affreschi perirono in un incendio; lavorò anche a Modena, a Piacenza e a Roma, dove soggiornò due anni, e fece i cartoni per alcuni mosaici di S. Pietro. A Bologna, valendosi del riquadratore Enrico Haffner, dipinse (1687-1694) l'interno della Chiesa del Corpus Domini; sulla porta maggiore, la Visione di S. Caterina de' Vigri è rappresentata con molto lusso secentistico nelle cadenze lineari e nell'apparato scenico; il F. si rivela delicato nelle gamme dei grigi e nelle tinte tenere, soprattutto nell'Assunzione della Santa che s'aderge sulle onde della luce. Quando l'artista non finge voli e non spazia nei campi aerei, il sentimentalismo lo indebolisce, e la purezza verniciata dei colori cade nelle leziosaggini della Visione di S. Catarina e in quelle ben maggiori dell'Estasi della stessa santa. I nobili riquadri con il Martirio di S. Bartolomeo nella chiesa omonima riuniscono il F. ed il Quaini. Il primo dei due eccelle per la schiettezza e per l'intreccio vario e animato delle forme nella decorazione del Palazzo di Giustizia. Dei suoi quadri sparsi per le pubbliche gallerie mette conto di ricordare il Ritrovamento di Mosè (Budapest), la Maddalena penitente (Dresda), l'Amore vittorioso e l'Autoritratto (Firenze, Uffizî). In queste e in numerose altre tele è facile avvertire la debolezza manieristica, da cui sono immuni molti disegni di putti degnissimi d'un continuatore dell'Albani.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lex., XII, Lipsia 1916; N. Pevsner-P. Grantoff, Barockmalerei i. d. roman. Ländern, Wildpark-Potsdam 1928, p. 208.