DORDI, Marcantonio
Nacque a Bassano del Grappa (prov. Vicenza) nel 1598 (Brentari, 1884). La prima notizia pervenutaci si trova nel testamento di Gerolamo Dal Ponte, ultimo dei figli di Iacopo Bassano. Nel documento, rogato a Venezia il 27 ott. 1621 dal notaio Francesco Mastaleo, Gerolamo disponeva che al "garzon" Marcantonio fossero dati quattro dipinti raffiguranti Le stagioni, venticinque stampe e la somma di 5 ducati (G.D.B., 1905). Successivamente, nel 1626, il pittore figura iscritto alla fraglia veneziana (Pignatti, 1965). Il D. mori a Bassano il 23 ott. 1663, lasciando unica erede la figlia Lucietta, che era sposata al pittore Giovanni Gioffré, originario di Liegi (Brentari, 1884).
Secondo gli antichi scrittori bassanesi il D. fu allievo di Giacomo Apollonio, figlio di una figlia di Iacopo Dal Ponte, che aveva appreso l'arte della pittura dagli zii Giambattista e Gerolamo. È pertanto plausibile che il pittore, già "garzon" di Gerolamo Dal Ponte, alla morte di questo passasse nella bottega dell'Apollonio, apprendendo con la mediazione di quest'ultimo, lo stile, già ormai maturo e fiacco, della tradizione bassanesca. Svolse dunque il suo apprendistato e la sua prima attività - come testimonia l'iscrizione alla fraglia - a Venezia, ma probabilmente ritornò nella città natale abbastanza presto, poiché negli scrittori veneziani non si trova traccia di una sua attività nella città lagunare. Il catalogo dell'artista, peraltro assai ridotto, può essere ricostruito grazie alle testimonianze degli antichi scrittori di cose d'arte di Bassano, particolarmente nell'opera di G. B. Verci (1775).Il Verci ricorda una piccola pala nella chiesa dei cappuccini di Bassano raffigurante La Vergine col Bambino in una gloria d'angeli e i ss. Carlo, Giacomo e Francesco, firmata e datata 1650, e una Sacra Famiglia nella chiesa di S. Giuseppe a Bassano, pure firmata: di questi dipinti, però, già il Brentari (1884) segnalava la perdita. Di maggior interesse sono le notizie registrate dal Verci su un ciclo di quattro dipinti (dei quali due sono oggi conservati nel Museo civico di Bassano) per il convento di S. Francesco della città.
Le opere furono commissionate al pittore al termine della pestilenza del 1630-1631 e raffiguravano La pestilenza a Bassano che fa strage della popolazione (perduto), Le feste indette dal provveditore Marcello per la fine della pestilenza (perduto), La processione in piazza a Bassano con spari di mortaretti per la fine della peste (Bassano, Museo civico) e La messa solenne di ringraziamento in duomo (ibid.). La conoscenza del pittore resta perciò affidata a questi due ultimi quadri, opere di livello quasi artigianale, ma di notevole interesse documentario nel testimoniare l'incidenza con la quale la peste si inserì nella cultura figurativa. Il D. raffigurò con una puntuale registrazione, da cronista, le stragi causate dal morbo e i festeggiamenti indetti per la fine del flagello. Ciò che infatti contraddistingue i due dipinti pervenutici è una precisa attenzione nei confronti dell'episodio, reso minutamente nei singoli particolari. L'episodio della Messa di ringraziamento è ambientato nel duomo della città, alla presenza delle autorità civiche e di una folla di popolo; nell'altro dipinto invece il corteo formato dagli Ordini religiosi, dal clero e dalla folla è sistemato in secondo piano, mentre nello spiazzo antistante la piazza il D. riportò con precisione da calligrafo le "allegrezze" con le quali sifesteggiò la fine del contagio: lo sparo di mortaretti al suono di rulli di tamburo. Proprio il gusto per la narrazione ha indotto di recente il Pallucchini (1981) a notare nei due teleri una certa apertura ai ritmi compositivi di Pietro Damini. La scarsa qualità delle opere induce comunque a condividere il giudizio già formulato dal Verci: "Fu mancante d'invenzione e di robustezza nel colorito; duro alquanto nella simmetria delle attitudini, e non seppe dar la proporzionata distribuzione di lumi e di ombra alle sue figure; e con tutto ciò egli non merita d'esser posto in una totale dimenticanza".
Fonti e Bibl.: G. B. Verci, Notizie intorno alla vita e alle opere di pittori della città di Bassano, Venezia 1775, pp. 239 s.; B. Gamba, De' Bassanesi illustri, Bassano 1807, p. 45; O. Brentari, Storia di Bassano, Bassano 1884, pp. 386, 715; G. D. B., I testamenti di Francesco il Giovane e di Gerolamo da Ponte, in Boll. del Museo civico di Bassano, II (1905), p. 113; T. Pignatti, La fraglia dei pittori di Venezia, in Boll. dei Musei civici veneziani, X (1965), 3, p. 25; C. Donzelli-G. M. Pilo, I pittori del Seicento veneto, Firenze 1967, p. 162; R. D'Alano, Il convento dei cappuccini di Bassano del Grappa e le sue opere d'arte, Bassano 1968, pp. 17 s.; Venezia e la peste (catal.), Venezia 1979, pp. 267s. (scheda a cura di S. Mason Rinaldi); R. Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, Milano 1981, p. 336; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 467.