DAL RE, Marcantonio
Figlio di Ludovico e di Antonia De Mariani, nacque a Bologna il 18 dic. 1697 e fu battezzato il 24 dicembre: ebbe per padrino Francesco Bonfili e per madrina la marchesa Elena Bentivoglio de Fontani, dal che si può arguire che appartenesse a famiglia dalle aderenze cospicue.
Fu incisore su rame, calcografo, editore di stampe. Lasciata Bologna, nel 1719 risulta risiedere a Cremona (Grasselli, 1827) dove aveva una bottega nella contrada del Borghetto presso la chiesa di S. Caterina dei monaci camaldolesi, come si può dedurre da alcune incisioni di quel periodo.
Ad esempio, nel libretto di G. Fedeli, Principi di canto fermo...., s. l. né d. [ma Cremona 1722], il frontespizio con il ritratto del Vescovo Alessandro Litta reca in calce la scritta: "In Cremona con licenza dei Superiori 1722. Marcantonio Dal Re intaglia e stampa apresso S. Catterina in Borgheto".
Nel 1723 o '24 il D. si trasferì a Milano e vi dimorò fino alla morte.
Egli era anche editore delle proprie stampe che già nel 1726 smerciava all'insegna dell'Aquila imperiale in contrada S. Margherita; passò poi nel 1739 in "P.zza Mercanti al Portico superiore delle Scuole Palatine" nella loggia degli Osii che aveva ottenuto" in affitto in seguito a sua, richiesta al vicario di Provvisione per poter disporre di locali luminosi adatti alla sua attività (Milano, Arch. storico civ., Località milanesi, cart. 223/2). Ivi aprì nel 1744 anche una scuola gratuita di incisione e di disegno, tanto che si credette in diritto di non pagare più l'affitto perché occupava locali da considerarsi di uso pubblico, e a proprie spese aveva provveduto a farvi migliorie fra cui chiudere le aperture della loggia.
Oltre a non trarre gran lucro dalla sua attività, pur intensissima, si trovò al centro di una vicenda giudiziaria ampiamente descritta nel catalogo della mostra allestita per iniziativa dell'Archivio di Stato di Milano, con materiali in gran parte a lui appartenenti (L'immagine interessata. Territorio e cartografia in Lombardia tra '500 e '800, Milano 19843 pp. 58 ss., nota 9 con indicazione della cart. dell'Archivio di Stato di Milano, Censo, p. a., cart. 382). Il D. era riuscito a procurarsi i disegni delle carte per il censo della provincia di Milano e stava procedendo alla loro incisione, sollecitato probabilmente da privati interessati a poterne disporre. Il governo sequestrò i rami già incisi nel timore che la loro divulgazione costituisse un pericolo per lo Stato. Il fiscale F. Fenaroli, che aveva condotto l'indagine, riconobbe la buona fede del D. e non ritenne di condannarlo al carcere. Dell'episodio fa cenno Pietro Verri in due lettere inviate al fratello Alessandro (Carteggio di Pietro e Alessandro Verri).
La produzione del D., oltre che copiosissima, fu assai varia, comprendendo stampe a commento degli avvenimenti di cronaca e storia del suo tempo, dalle cerimonie cittadine a fatti di rilevanza più ampia; soggetti devozionali, ritratti, carte geografiche, sonetti figurati per artisti di teatro, vignette per libri e planimetrie di città. Le sue opere più importanti sono un album di 88 Vedute di Milano e due raccolte di Ville di delizia (molte delle incisioni sono riprodotte in Storia di Milano: cfr. Indice).
L'album delle Vedute di Milano si compone di iI tavole comprendenti ognuna otto vedutine (cm 10 × 15 c.) disposte su due colonne, rappresentanti chiese, conventi, edifici pubblici e soprattutto palazzi patrizi; è privo di data, indicata approssimativamente, circa 1745. È di fondamentale importanza documentaria per conoscere la città che si era andata formando sotto la dominazione spagnola. Apprezzabile anche lo sforzo di animare le vedute con persone e scenette che accennano alla'vilta, agli usi e costumi cittadini.
Di maggior impegno sono le due raccolte di Ville da lui incise e pubblicate in due edizioni nel 1726 e nel 1743. La prima reca il titolo: Ville di delizia o siano Palaggi camparecci nello Stato di Milano divise in sei tomi con espressivi le piante, e diverse vedute delle medesime incise e stampate da Marc'Antonio Dal Re bolognese. Tomo primo, "Dedicato all'Altezza Serenissima del Sig. Principe Eugenio di Savoia e di Piemonte... in Milano. Nella contrada di S. Margherita, all'insegna dell'Aquila imperiale, MDCCXXVI" (alcuni esemplari recano la data corretta in MDCCXXVII).
Il frontespizio è preceduto da una tavola rappresentante la Caduta di Fetonte disegnata da Aureliano Milani, bolognese, ed è seguito dalla dedica al principe, dal di lui ritratto e da una dedica al lettore. Invece dei sei tomi previsti, è un solo volume ed è composto di 53 tavole illustranti otto ville. Ogni gruppo di stampe relative alla stessa villa è preceduto da una tavola di "Ragguaglio" con descrizione della villa e notizie sui costruttori. Tutte le scritte sono ripetute in francese. Di questa edizione, il disegnatore è Gian Battista Ricaldi, pure bolognese, il cui nome figura sulle incisioni.
Da tre lettere del 1727 di Eugenio di Savoia al capitano G. Saglier risulta che il principe ha ricevuto un volume delle Ville di delizia... "da un tale Marc'Antonio Dal Re"; vuole avere ragguagli su di lui, sapere il valore del volume e se usciranno gli altri tomi (lettera del 22 marzo); deciso ad acquistare il volume per farne poi dono (lettera del 19 aprile), ringrazia per essere stato informato che al D. sarà necessario molto tempo per stampare l'intera opera (lettera del 17 maggio; cfr. Sanvisenti, 1915).
Nel 1743 il D. pubblicò una nuova raccolta di ville, con lo stesso titolo (mutate solo le dediche e l'indicazione editoriale: "Alla Piazza de' Mercanti nel Portico superiore delle Scuole Palatine MDCCXLIII"), in due volumi dei sei annunciati.
In realtà si tratta di una nuova opera comprendente 88 tavole illustranti dodici ville, che all'infuori di tre non figurano nella prima edizione. Il frontespizio è preceduto dalla medesima tavola allegorica della prima edizione ed è seguito dalle dediche e dai ritratti dei relativi personaggi: il Marchese Antonio Giorgio Clerici (I tomo), il Conte Giuseppe Antonio Arconati (II tomo). I testi dei "Ragguagli" e ogni indicazione sono ripetuti in francese.
La principale differenza tra le due edizioni è che in questa del 1743 il D. appare come unico autore, ossia è disegnatore ed incisore, poiché vi è indicato il solo suo nome nel mezzo dell'incisione. Non uscirono altri volumi, ma vennero pubblicate isolatamente ulteriori 55 tavole di altre otto ville.
Il Predari (1857) cita un'edizione francese delle ville: Maisons de plaisance de l'Etat de Milan, I-II, Milano 1737.
Con il passar del tempo alcune ville subirono tale degrado che solamente attraverso le incisioni del D., che dedica l'opera "a gloria della nobiltà milanese", possiamo conoscerle, ammirame l'architettura, di alcune persino gli ambienti interni con relativo arredo e gli splendidi giardini. Emerge il fasto di cui si circondavano i nobili milanesi per render ameno il soggiorno in campagna; le graziose figurine di dame e cavalieri in cerimoniosi atteggiamenti potrebbero alludere agli incontri con ospiti illustri.
Il D. rappresentò anche le feste e gli artisti che si esibirono al teatro Ducale di Milano fra il 1746 e il 1761. Il Prospetto del gran Teatro di Milano in occasione delle maestose feste di giubilo per la... nascita di Pietro Leopoldo arciduca d'Austria... è inserito nel volume: Disegno esattissimo della... festa da ballo rappresentata nel Regio Ducale Teatro di Milano la sera del di XXVIII di maggio MDCCXLVII…, Milano, "per Marc'Antonio Dal Re incisore in rame presso le scuole Palatine", 1747. Nel volume vi è persino un sonetto scritto dallo stesso D., entro ricca cornice con stemma e figure allegoriche, dedicato al conte Gian Luca Pallavicino che ordinò la festa.
Un cenno particolare meritano i Sonetti in onore di attrici, cantanti e ballerine con i ritratti delle medesime e con scene di drammi e balli da esse interpretati al teatro Ducale di Milano.
Si ricordano quelli dedicati a Caterina Aschieri romana che cantò al Ducale tra il 1738-52; ad Anna Sabbatini bolognese, ballerina, per sue esibizioni nel 1746 e 1748; a Caterina Riboldi, con scena del Catone in Utica, di cui fu interprete nel 1748; a Violante Vestri, nel dramma Il Tigrane (1750); a Lucia Fabris che ballò nel carnevale del 1761.
Sempre riferentesi a spettacoli al teatro Ducale è il Certamen Thesei contra Minotaurum... expressum a Manzolio; vi è illustrata una scena dell'opera Arianna e Teseo, musica di G. Ponzio, testo di P. Pariati, rappresentata nel 1762 con il sopranista Giovanni Manzoli nella parte di Teseo; la scenografia era di Fabrizio Galliari come appare nell'iscrizione a destra della stampa.
Un Castello Sforzesco in festa è quello con la raffigurazione di spettacoli per i festeggiamenti del settembre 1751 in occasione della traslazione del corpo di s. Carlo Borromeo, ordinati dal governatore Gian Luca Pallavicino.
Altre quattro splendide incisioni sono relative a questo avvenimento, fra cui la Cassa d'argento dorata e chiusa con cristalli di rocca nella quale si conserva il corpo di s. Carlo Borromeo.... Anche per le feste di S. Carlo del 4 nov. 1756, il D. incise la Macchina di fuochi artificiali e un sonetto entro una cornice monumentale con la veduta di parte della piazza del Duomo con la macchina dei fuochi artificiali dianzi indicata.
Nell'abbondante raffigurazione di cerimonie, feste, esequie di sovrani, ingres . si di arcivescovi è documentata dal D. la fastosità degli apparati.
Ebbe anche il merito di pubblicare a Milano, nel 1734, una Pianta planimetrica di Milano rispondente ai canoni della cartografia. È logico supporre che il D. si sia valso delle piante eseguite per la formazione del nuovo catasto e di altre manoscritte, per esempio quella di G. B. Riccardi, del 1734.
I principali edifici e le chiese sono rappresentati con le rispettive piante; sono distinti gli appezzamenti degli spazi a verde con speciale disegno se si tratta di giardini; sono scritti ai rispettivi posti i nomi degli edifici, delle strade, delle piazze e dei canali. È la prima pianta a stampa che ci tramanda l'antica denominazione delle vie di Milano. I rimandi 1-46 si riferiscono al piano degli attacchi al Castello iniziati il 15 dic. 1733 da parte delle truppe franco-piemontesi comandate da Carlo Emanuele III di Savoia e dal maresciallo Villard; probabilmente la pianta è stata eseguita in occasione di tale assedio. Ebbe diverse tirature, cori aggiornamenti ancor dopo il 1770.
Le battaglie sostenute dai Franco-Piemontesi (1733-34) nel corso della guerra di successione polacca hanno avuto nel D. un attento osservatore. Il D. incise o pubblicò anche parecchi ritratti. Le 26 tavole della Series dominorum Mediolani atque ducum ab Othone vicecomitum Primo... Ex verioribus prototjpis educta... Marcus Ant. Dal Re excudebat Mediolani 1745. sup. permissu ebbero uno scadente incisore, come già notava Carlo Trivulzio nel suo Zibaldone (il commento è stato ritagliato e attaccato al frontespizio della serie). Di ben altro livello sono i ritratti incisi dal D., particolarmente se di contemporanei, come il ritratto della Contessa Barbara d'Adda di Belgioioso.
Le ultime opere del D. sono del 1763: Corso del Redefossi da porta Tosa in avanti e sue diramazioni.... in Esame dell'ingegnere... Dionigi Maria Ferrario..., Milano 1763; Tipo dimostrante l'andamento del nuovo confine stabilito fra lo Stato di Milano e l'Ecc.ma Repubblica delle Tre Leghe... (ad esecuzione del trattato dell'8 febbr. 1763).
Il D. morì a Milano il 23 apr. 1766; lasciò circa 9.000 lire di debiti (C. Trivulzio, Zibaldone, n. 197).
Gran parte delle sue incisioni si trovano nella Civica Raccolta delle stampe A. Bertarelli nel Castello Sforzesco di Milano, dove, con l'acquisto della Collezione Trivulzio nel 1935, sono pervenute anche le stampe già appartenenti a Carlo Trivulzio.
Giovanna Dal Re, che fu sua collaboratrice e incideva firmando con il proprio nome, era, secondo lo Zani (1823), nativa di Cremona.
Èda escludere che fosse figlia del D., perché la sua prima opera datata è del 1731: l'antiporta del volume di F. Arisi, Praetorum Cremonae series... stampato a Cremona. Giovanna fu quindi sua moglie o sorella secondo le notizie trasmesseci nel suo Zibaldone (ms.) dall'abate Carlo Trivulzio, suo contemporaneo (1715-1789) e conoscente, che collezionò gran parte delle sue incisioni. La maggior parte delle incisioni fu stampata a Milano dove evidentemente Giovanna si trasferì con il Dal Re.
Il suo modo di incidere è molto simile a quello del D.; ricordiamo, tra l'altro, due vedute del Castello Sforzesco; Assedio ed Evacuazione, riguardanti l'assedio del 1733 da parte dell'esercito franco-sardo-ispano comandato dal re di Sardegna Carlo Emanuele di Savoia, stampate dal D. nella contrada di S. Margherita al segno dell'Aquila.
Sempre databile intorno al 1733-35 è la raffigurazione dei Gioielli donati dalle dame milanesi per la costruzione della chiesa di S. Bartolomeo a Milano (dai numeri collocati accanto ai vari gioielli come rimando ad un testo si può dedurre che è la tavola di un volume, che non è stato però finora identificato). Altre incisioni di Giovanna sono la raffigurazione della Battaglia seguita sotto Guastalla lì 19 settembre tra Cesarei e Gallo Sardi con la vittoria da collegati riportata l'anno 1734 e le Esequie nella Real Chiesa della Scala in Milano Per la morte di S. M. la Regina di Sardegna etc. li 31 genn. 1735, dove è presentato il catafalco, ma la raffigurazione abbraccia l'ambiente. Da ricordare anche il ritratto di Carlo III, re di Spagna.
Fonti e Bibl.: Milano, Arch. stor. civico, Località milanesi, Cart. 22312 (Mercanti, Piazza dei), fasc. Re Marc'Antonio 1739; fasc. Roatti Gio. Antonio 1766, Affittuari; Ibid., Bibl. Trivulziana, C. Trivulzio, Zibaldone (ms. autografo cod. 2094); cod. cart. sec. XVIII, n. 197; Bologna, Bibl. com. dell'Arch., ms. B. 133: M. Oretti, Notizie de professori del disegno [sec. XVIII], p. 152; Ragguagli di vari paesi (Milano), XII, 24 marzo 1751, p. 4 (dà notizia di un disegno di animale mostruoso, non rintracciato); P. Zani, Enciclopedia metodica..., I, 16, Parma 1823, p. 48 (anche per Giovanna); G. Grasselli, Abecedario biografico dei pittori, scultori e archit. cremonesi, Milano 1827, pp. III s. (anche per Giovanna); F. Predari, Bibliografia enc. milanese ossia Repertorio... delle opere edit. e ined. che illustrano Milano e il suo territorio, Milano 1857, pp. 430, 473; G. Porro. Trivulziana. Catalogo dei codici manoscritti, Torino 1884, p. 491 (cita lo Zibaldone di C. Trivulzio); E. Gussalli, Ville italiane: una villa lombarda dei Settecento (villa dei conte Visconti di Saliceto a Cernusco), in Emporium, XV (1902), p. 313 n. 3; A. Annoni, Per la Milano artistica. La Simonetta ... . in Rass. d'arte, VII (1907), 4, p. 55, ill.; A. Bertarelli, L'ornamentazione del libro in Italia nel sec. XVIII, in Il libro e la stampa, II (1908), p. 122; Carteggio di Pietro e Alessandro Verri, II, Milano 1910, p. 169 (lettera del 18 febbr. 1769); XI, ibid. 1940, p. 246 (lett. del 27 genn. 1781); A. Bertarelli-H. Prior, Il biglietto da visita italiano. Contributo alla storia del costume e dell'incisione nel sec. XVIII, Bergamo 1911, pp. 101, 109 ss. (anche per Giovanna); E. Verga, Catal. ragionato della Racc. cartogr. e sgggio stor. sulla cartografia milanese, Milano 1911, ad Ind. (anche per Giovanna); B. Sanvisenti, Di un carteggio al conte Giovanni Saglier in Milano, in Arch. stor. lomb., s. 5, IV (1915), p. 542; E. Verga, Milano vecchia. Mostra iconografica dell'Arch. stor. civ. nel Castello Sforzesco, Milano 1924, pp. 8, 11, 16; N. Penna, Notizie biogr. intorno all'incisore M. A. D., in Arch. stor. lomb., s. 6, III (1926), pp. 173 s.; A. Bertarelli, A Proposito degli incisori M. Gherardini e M. A. D., ibid., pp. 386 s.; N. Penna, Ancora dell'opera di Giovanna Dal Re... e di una nuova notizia biogr. riferentesi con probabilità allo stato di famiglia dell'incisore M. A. D., ibid., pp. 541 ss.; A. Bertarelli-A. Monti, Tre secoli di vita milanese nei documenti sconografici 1630-1875, Milano 1927, ad Ind. (anche per Giovanna); P. Arrigoni, Milano settecentesca dall'album dell'incisore M. A. D., in Città di Milano, XLIII (1927), 8, p. 8 ill.; N. Penna, Un iconografista di Milano settecentesca, in La Lettura, 1° marzo 1927, pp. 233 ss., ill.; P. Arrigoni, L'incisore M. A. D. e le sue "Ville di delizia". Mostra delle ville del milanese dei Sei e Settecento (catal.), Milano 1928; A. Bertarelli, Libri italiani figurati del Settecento. La scuola lombarda, in Emporium, LXVII (1928), p. 17, fig. p. 19; p. Arrigoni, Milano settecentesca dall'album dell'incisore M. A. D., Milano 1929, p. 5 n. 2; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Le carte geografiche dell'Italia conservate nella Raccolta delle stampe (catal.), Milano 1930, ad Ind.; Id.-Id., Piante e vedute della Lombardia conservate nella Raccolta delle stampe, Milano 1931, ad Ind. (anche per Giovanna); Id.-Id., Le stampe stor. conserv. nella Racc. del Castello Sforzesco (catal.), Milano 1932, ad Ind. (anche per Giovanna); Id.-Id., Ritratti di musicisti ed artisti di teatro conservati nella Raccolta delle stampe (catal.), Milano 1934. ad Ind.; Id.-Id., Rappresentazioni popolari d'immagini venerate nelle chiese della Lombardia conservate nella Raccolta delle stampe di Milano (catal.). Milano 1936, ad Ind. (anche per Giovanna); P. Arrigoni, in Storia di Milano, XII, Milano 1959; XV, ibid. 1962 (ad Ind., anche per Giovanna); P. F. Bagatti Valsecchi, L'architettura delle ville lombarde nell'opera di M. A. D., in Ville di delizia... (ristampa), Milano 1963, pp. 61 s.; L. Grassi, Province dei barocco e del rococò…, Milano 1966, p. 167 (nelle fonti è indicato un fondo dell'Arch. di Stato di Milano che non è più rintracciabile perché in parte distrutto nella seconda guerra mondiale: Giustizia Civ. p.a. cart. 354); P. Mezzanotte-G. Bascapé, Milano nell'arte e nella storia, a cura di G. Mezzanotte, Milano-Roma 1968, ad Ind. (sono citate le vedutine di Milano e alcune con ill.); P. Arrigoni, Milano nelle vecchie stampe, I-II, Milano 1969-70, adInd. (anche per Giovanna; nel II vol., p. 146, breve biogr. del D.); S. Langè, Ville della prov. di Milano, Milano 1972, ad Ind.; A. Mazzotta Buratti, Milano nel Settecento e le vedute architettoniche... (introduz. di P. F. Bagatti Valsecchi), Milano 1976, pp. XXVI, 176; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXVIII, p. 60 (s. v. Re, M. A. dal).