MARBURGO (ted. Marburg; A. T., 53-54-55)
Città della Germania, nel distretto di Kassel della provincia prussiana di Assia-Nassau, posta sul fiume Lahn (affluente di destra del Reno), presso la confluenza del Marbach (che le ha dato il nome), a 120 km. a E. di Colonia e a 80 a N. di Francoforte. Essa si trova in una regione collinosa tra le pendici del Westerwald e i Monti del Lahn e s'appoggia a un rilievo formato da arenarie rossastre del più basso livello del Trias; il castello è a 287 m. s. m. (110 m. più alto del fondovalle) e sotto di questo, con una pianta di forma semicircolare, tra 176 e 278 metri, si estende la città, che ha l'aspetto d'un quieto centro di provincia, con strade strette e ripide. La parte maggiore è posta sulla riva destra del fiume, che in questo punto di divide in molti rami; sulla riva sinistra è la stazione ferroviaria e il sobborgo di Weidenhausen. L'attività industriale, sviluppatasi dopo l'aggregazione dell'Assia alla Prussia, è poco importante. Gli abitanti, da 10 mila nel 1875, erano saliti a 23.000 nel 1925 (in maggioranza protestanti).
Monumenti. - La chiesa di S. Elisabetta, fondata nel 1235 dall'Ordine teutonico e luogo di pellegrinaggio in onore di S. Elisabetta, fu consacrata nel 1283; è il primo monumento sacro decisamente gotico della Germania, costituito da un corpo centrale con navate di uguale altezza e da un coro a pianta centrale, che si può considerare una delle più belle costruzioni gotiche dell'Europa. L'antico arredamento vi si è conservato al completo: l'altar maggiore (circa 1290) con pala in pietra; il tramezzo in pietra (circa 1335) con ricca decorazione plastica di stile gotico, posteriormente molto rimaneggiato; i numerosi sepolcri gotici del Landgrafenchor, tra cui notevoli soprattutto quelli di Enrico Ottone (morto nel 1308) e del figlio Giovanni (morto nel 1311), entrambi del cosiddetto maestro di Cappenberg in Vestfalia; l'importante reliquiario di S. Elisabetta in bronzo dorato (inizî sec. XIII); le belle vetrate del coro (secoli XIII-XIV) con scene della vita di S. Elisabetta.
Nella chiesa luterana - S. Maria - dei secoli XIII-XIV, con navate di uguale altezza, si trovano sepolcri e pale d'altare in alabastro, opere caratteristiche del primo periodo barocco. Il palazzo comunale è un edificio elegantemente ripartito dei secoli XV e XVI, con un rilievo rappresentante S. Elisabetta, opera di L. Juppe (1524). Tra le case d'abitazione, numerose e belle costruzioni in legno e muratura e portali di stile tardo gotico e rinascimento.
Il castello costituisce un pittoresco complesso architettonico dei secoli XIII-XV; splendidi esempî di architettura gotica primitiva sono la cappella consacrata nel 1288 e la sala compiuta nel 1311. Nell'istituto di storia ed arte dell'università eccellente archivio fotografico di opere d'arte antica e moderna.
Storia. - Ottenne i diritti di città alla fine del sec. XII dal langravio Lodovico II di Turingia e divenne (1229) residenza vedovile di Santa Elisabetta, che fu sepolta nella chiesa di S. Elisabetta. A Marburgo si svolse (1529) il colloquio fra Lutero e Zwingli che segnò la rottura completa fra i due riformatori. Dal 1458 al 1500 e dal 1567 al 1604 Marburgo fu la capitale d'una linea laterale della casa dei principi d'Assia. Nella guerra dei Trent'anni e in quella dei Sette anni fu più volte assediata e distrutta.
Vita culturale. - Nel 1527 fu fondato dal langravio Filippo il Magnanimo di Assia il collegio di Marburgo, che fu la prima università creata come protestante in Germania. Per il suo mantenimento le furono assegnati i proventi di monasteri soppressi e altri benefizî ecclesiastici. Nel 1541 essa ottenne da Carlo V i privilegi imperiali. All'epoca della sua fondazione contava 11 professori. Nel periodo della Riforma il centro della sua attività era nel campo teologico; fra i giuristi vi si distingueva Giovanni Oldendorp, il quale veniva consultato dal langravio anche negli affari politici. Nella divisione dell'Assia, che ebbe luogo dopo la morte del langravio Filippo (1567) l'università di Marburgo rimase in possesso comune delle quattro parti, ma per influenza del langravio Lodovico III, risiedente a Marburgo, prese indirizzo rigidamente luterano. Questo fatto recò danno alla reputazione della sua facoltà teologica, ma tornò a vantaggio di quella giuridica. Le difficoltà aumentarono quando Filippo, nipote di Maurizio, introdusse (1605) nel suo paese la confessione calvinista. I teologi luterani scacciati da lui trovarono rifugio da suo cugino Lodovico V di Assia-Darmstadt, il quale nel 1607 creò in opposizione all'università di Marburgo l'università di Giessen. La guerra dei Trent'anni e la lite per la successione di Assia paralizzarono quasi completamente l'università di Marburgo. Tra il 1625 e il 1650 essa fu unita con l'università di Giessen. Nel 1653, dopo la conclusione della pace, fu di nuovo consacrata e cominciò una lenta ma continua ascesa. Nel 1807 l'università passò, insieme allo stato di Assia, al regno di Vestfalia. Dopo la restaurazione dell'elettorato le fu tolta nel 1822 l'impronta puramente calvinista; nel 1831 fu creata anche una facoltà di teologia cattolica, che però fu abolita dopo due anni. Con l'incorporazione dell'Assia nello Stato prussiano nel 1866 essa perdette il suo carattere puramente regionale.
L'università, che conta oltre 3000 studenti, ebbe un periodo molto significativo nell'età romantica, quando vi insegnava il Savigny e vi studiarono i Brentano, Jakob Grimm, F. Creuzer; e giunse nuovamente a larga risonanza, anche fuori dei confini della Germania, negli ultimi decennî del sec. XIX, con la scuola filosofica di tendenze neokantiane chesda Marburgo appunto prese il nome ed ebbe a principali esponenti Hermann Cohen e Paul Natorp. La biblioteca universitaria fondata nel 1527 ha un patrimonio librario di 400.000 volumi e 300.000 dissertazioni. Alcuni degli istituti scientifici sono di notevole importanza, come la Zentralstelle für den Sprachatlas des deutschen Reichs und deutsche Mundartenforschung, il Behring Institut für experimentelle Therapie, e il Kunsthistorisches Institut.