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maraviglioso

di Bruna Cordati Martinelli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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maraviglioso

Bruna Cordati Martinelli

L'occorrenza di Vn III 3 (maravigliosa visione) si riferisce al sogno raccontato nel sonetto A ciascun' alma presa, e m. è nel significato di " mirabile ", " che desta meraviglia ", come in Cv III VI 12 e IV XXV 5; anzi in questo ultimo passo l'occorrenza partecipa alla definizione dello stupore: stupore è uno stordimento d'animo per maravigliose cose vedere o udire.

Interessanti ambedue le occorrenze della Commedia: in If XVI 132 l'aggettivo, riferito alla figura di Gerione che appare sorgendo dall'abisso, esprime una meraviglia tanto forte da rasentare lo sgomento: maravigliosa ad ogne cor sicuro (il Tommaseo cita la definizione di sicurtà data da Bono Giamboni: " Sicurtà è non dubitar delle cose che sopravvengono "). In If XVIII 135 la risposta di Taide (Anzi maravigliose!) traduce, accentuandola, la forma latina " ingentes " che D. trovava probabilmente in Cicerone (Amic. XXVI 98, piuttosto che nel testo terenziano dell'Eunuco; Cicerone cita la risposta di Taide come un esempio di adsentatio; per la confusione in D. dei termini del dialogo, v. PARODI (in " Bull. " VIII [1901] 283 nota). In Fiore XXVII 11 bieltà... maravigliosa.

Vocabolario
maravìglia
maraviglia maravìglia s. f. – Variante di meraviglia; è (come i der. maravigliare e maraviglioso) la forma prevalente in Toscana, e abbastanza comune negli scrittori, spec. dei secoli passati.
meraviglióso
meraviglioso meraviglióso (tosc. o letter. maraviglióso) agg. [der. di meraviglia, maraviglia]. – 1. a. Che suscita meraviglia, e spesso anche un senso di stupore, per le sue qualità, per i modi in cui si manifesta, perché strano, sorprendente,...
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