MAONA
. Delle varie spiegazioni etimologiche della parola è per lo più accettata quella di M. Amari, che la fa derivare dal vocabolo arabo ma'ūnah che significa "assistenza riconfortante", "contribuzione straordinaria" e anche "società commerciale". L'espressione, adoperata generalmente a indicare un contratto e una concessione statale, una forma cioè che si collega al carattere associativo tipico delle imprese marinare e commerciali specialmente genovesi, si trova per la prima volta a proposito di un'associazione costituita per la spedizione di Ceuta, nell'Africa settentrionale. Non potendovi attendere il governo a causa delle strettezze finanziarie, un gruppo di privati armatori si assunse il compito di punire il saccheggio del fondaco genovese di Ceuta avvenuto nel 1235. Per garanzia del pagamento delle somme pattuite e dei relativi interessi, i Genovesi stabilirono: in Ceuta un proprio ufficio di dogana, introdussero nuove imposte e compilarono un elenco dei creditori dello stato, stabilendo che ciascuno dovesse avere gl'interessi del suo credito e il graduale rimborso del capitale. Questa unione di compartecipi sotto la garanzia dello stato, ma con amministrazione autonoma, che ad alcuni economisti sembra preannunciare le società per azioni, ebbe il nome di maona e maonesi furono detti i suoi membri. La maona di Ceuta è un tipico esempio della consuetudine di concepire la guerra marittima come una grande impresa commerciale ed è stata il modello di varie imprese analoghe posteriori.
Particolare importanza ha la maona di 29 partecipanti costituita nel 1346 per combattere i ribelli di Monaco e che, venuta meno la ragione di questa impresa, diede luogo, sotto la guida di Simone Vignoso, alla conquista di Scio (1347). I maonesi ebbero il possesso dell'isola per 20 anni, dopo i quali il comune li avrebbe risarciti delle forti spese, e poiché questa condizione non poté avverarsi, la maona restò signora dell'isola con tutti i diritti sovrani, sotto l'alta protezione di Genova. Le azioni passarono poi di mano in mano, aumentarono e diminuirono di valore; e gli azionisti, in seguito a un accordo del 1362, dal palazzo in cui aveva sede a Genova l'amministrazione della società, presero il nome di "giustiniani" e costituirono uno degli "alberghi" genovesi, risiedendo però per la maggior parte nell'isola come mercanti, banchieri, proprietarî e funzionarî. Dal possesso dell'isola, conservato sino al 1561, la maona ricavò, specialmente con la produzione e il commercio del mastice, lauti guadagni.
Altrettanto celebre e lucrosa, sebbene di minore durata, la maona di Cipro, costituita nel 1373 per una spedizione navale destinata a vendicare offese subitevi dai Genovesi e finita con la conquista di Famagosta e il predominio genovese nell'isola. Lo sfruttamento commerciale, l'esazione dei pagamenti imposti ai re quali interessi di somme arretrate resero ricchissima la maona, alla quale si aggiunse nel 1402 la maona nuova, costituita per armare una nuova squadra quando il re Giano tentò di riprendere Famagosta. Le due maone si fusero, cedendo poi nel 1408 le proprie azioni al Banco di S. Giorgio. Contemporanea alla maona di Scio, quella ehe si costituì nel 1378 con a capo Leonello Lomellini (v.) per la conquista e lo sfruttamento della Corsica andò invece incontro a pieno insuccesso. Questo tipo di società venne a mancare nel sec. XV, quando alle forze isolate si sostituì il Banco di S. Giorgio.
Anche a Firenze nel 1345 si costituì una maona come contratto di commercio e navigazione per concessione del comune.
Bibl.: C. Manfroni, Storia della marina italiana, I, Roma 1897; II, Livorno 1899; Marengo, Manfroni, Pessagno, Il Banco di S. Giorgio, Genova 1911; G. Bonolis, Sulle maone genovesi e su una maona fiorentina sconosciuta, Firenze 1907; R. Cessi, Studi sulle Maone medioevali, in Arch. stor. ital., 1919. (L'opinione che il termine di maona non compaia prima del sec. XIV e non sia adoperato per la spedizione di Ceuta è contraddetta dai documenti del notaio Bonvassallo di Cassina, 1236, e da altri in Arch. di Stato, Genova. Per la spedizione del Vignoso, ibid., notaio Pellegrino Bracelli).