MANUELE I Comneno, imperatore d'Oriente
Figlio di Giovanni II Comneno e di Piriska (Irene) principessa della casa d'Ungheria, nacque verso il 1123. Alla morte del padre nel 1143 fu riconosciuto come imperatore, violando i diritti del fratello maggiore Isacco. Intelligente e attivo, seppe continuare la politica paterna facendo dell'impero una potenza formidabile nel Mediterraneo. Non riuscì però a risolvere i gravi problemi che coinvolgevano la possibilità stessa dell'esistenza dell'impero bizantino. La riconquista nell'altipiano anatolico e l'eliminazione degli staterelli turchi fu una delle mete di Manuele. Approfittando dei contrasti fra i sultani d'Iconio e quelli di Mitilene, M. fece una spedizione contro Iconio nel 1145, poi di nuovo nel 1146 senza risultati pratici. Distolto dalla seconda crociata e dagli avvenimenti d'Italia, riprese verso il 1160 il progetto e riuscì a costringere il sultano d'Iconio a un trattato di sudditanza. Ma lo sgretolamento dello stato turco di Mitilene rese possibile ai Selgiuchidi di Iconio di rompere con l'impero bizantino. M. riprese l'offensiva nel 1173: una grande spedizione su Iconio finì in un terribile disastro a Mepiokephalon. Così i Turchi rimasero virtualmente i padroni dell'Anatolia.
Altra parte del programma imperiale era l'affermazione della sovranità bizantina sugli stati latini di Siria. Già nel 1143 M. ordinò una dimostrazione militare contro il principato d'Antiochia, solo però nel 1158 l'imperatore comparve in Cilicia rioccupandola e costringendo il principe d'Antiochia Renaud de Châtillon a riconoscersí vassallo imperiale. Anche Baldovino III, minacciato dall'Egitto e dalla Siria, si recò a rendere omaggio a Manuele. Negli anni seguenti M. appoggiò i Latini di Siria contro il sultano Norandino, ma questo avvicinamento greco-latino non salvò gli stati latini nel pericolo e portò all'impero solo un vano prestigio.
Dall'accudire agli avvenimenti d'Oriente fu troppo spesso M. distolto dalla necessità di difendere le provincie imperiali dei Balcani dai varî nemici minaccianti da quel lato: i Serbi, e, soprattutto, gli Ungheresi desiderosi di affermare così il loro predominio nella valle del Danubio e nell'Adriatico. M. combatté varie volte contro gli Ungheresi e il desiderio di avere in Ungheria un re amico, lo condusse a intromettersi ripetutamente nelle guerre civili dinastiche. Nel 1173 il suo candidato Béla diventò re d'Ungheria; negli anni precedenti la Dalmazia era diventata possesso imperiale.
Ma il nemico più terribile di M. fu Ruggiero II di Sicilia. Questi, nel timore d'una coalizione dei due imperi di Germania e di Costantinopoli, dopo avere cercato d'indurre il re di Francia ad assalire, durante la seconda crociata, Costantinopoli, nel 1147 sbarcò a Corfu, poi attaccò la Grecia e l'isola di Negroponte. Tebe e Corinto vennero occupate. M. respinse l'attacco normanno con l'appoggio di Venezia. Nel 1155, approfittando d'una insurrezione di feudatarî normanni contro il nuovo re Guglielmo I, un esercito bizantino sbarcò sulle coste della Puglia e occupò Bari, Barletta, Monopoli, Molfetta, ma fallì all'attacco di Brindisi, e cosi svanì il tentativo di restaurare la dominazione bizantina nell'Italia meridionale.
Rapporti varî ebbe M. con Federico Barbarossa; prima amichevoli, si guastarono quando M. riconobbe il papa Alessandro III e l'oro bizantino sostenne i comuni lombardi nella loro opposizione all'imperatore. Non riuscì però M. a conservare il possesso d'Ancona che a lui si era data. Con le repubbliche marinare italiane M. ebbe relazioni influenzate dalla politica italiana; aspramente trattati furono Genovesi e Pisani quando le due città avevano aderito a Federico Barbarossa; i Veneziani, dopo assere stati l'appoggio dell'impero contro i Normanni, videro con malcontento l'occupazione bizantina della Dalmazia e d'Ancona. La rottura dei buoni rapporti portò all'arresto di tutti i Veneziani abitanti-nell'impero e alla distruzione dell'attività economica loro a Costantinopoli.
M. morì il 24 settembre 1180. Aveva sposato in prime nozze Berta di Sulzbach (Irene) e in seconde nozze Maria di Poitiers dei principi di Antiochia. Dalla prima aveva avuto due figlie, dalla seconda Alessio II che gli successe.
Bibl.: F. Chalandon, Les Connène, II, Parigi 1912.