MANUBIE
. La voce latina manubiae (in testi epigrafici anche manibiae), derivante da manus e dal verbo inusitato manuo (secondo altri invece da manus e habeo), ha il significato di bottino, e precisamente di bottino fatto con le proprie mani. È in certo modo sinonimo di praeda, indicando l'una voce e l'altra il bottino fatto in guerra. Ciascuno dei due termini doveva avere il suo valore speciale e preciso. Secondo Aulo Gellio (XIII, 25) la praeda sarebbe il bottino in natura, le manubiae invece sarebbero le somme ricavate dalla vendita del bottino. Nei testi epigrafici invece con la espressione ex praeda si indicano spesso le elargizioni fatte da un comandante supremo d' esercito ai suoi soldati in numerario. Lo pseudo-Asconio (ad Verr., II, 1, 154) afferma poi che le manubiae sono la parte del bottino spettante al generale, ciò che ha l'apparenza di avvicinarsi maggiormente al vero.
I comandanti d'esercito potevano liberamente rinunziare alle loro manubiae a favore dei loro dipendenti o del tesoro. Il comandante in capo dell'esercito includeva spesso nel suo lotto gli oggetti di maggior pregio, e in specie le opere d'arte. Ogni comandante, ufficiale o gregario, poteva disporre liberamente del suo bottino. Delicata e grave era invece la distribuzione del bottino riservata al comandante in capo; ne doveva rispondere al senato e alla pubblica opinione. Inoltre la tradizione faceva quasi obbligo morale ai generali d'impiegare le loro manubiae in opere di pubblica utilità.
Bibl.: Ph. Fabia, in Daremberg e Saglio, Dictionn. d. antiq. gr. et rom., III, pp. 1582-85.