MANSONE
Primo duca di Amalfi, con questo nome, era figlio del duca Sergio (I), della famiglia del Muscus comes.
M. fu uno dei principali esponenti della dinastia amalfitana de Musco comite, che resse le sorti di Amalfi e del suo Ducato dal 958 sino alla conquista normanna del 1073. Poiché su questo non sono note fonti narrative contemporanee (il Chronicon Amalfitanum, iniziato verso il 1300, offre solo informazioni scarse e scorrette), poco si sa su M. e sulla dinastia. Sergio (I) subentrò alla dinastia di Manso Fusile che aveva governato Amalfi dall'898 circa e ne aveva ucciso l'ultimo esponente, Mastalo (II). Come emerge dalla datazione dei documenti amalfitani, Sergio nominò subito M. coreggente.
Quando morì Sergio (I), tra il dicembre 966 e il maggio 967, M. assunse il potere ad Amalfi. Già nel 971-972 fu insignito del titolo di patricius (che era stato di suo padre) concessogli dall'imperatore bizantino. M. dava grande rilievo a questo titolo, come dimostra un sigillo metallico in greco sul quale era definito patricius e duca di Amalfi. L'uso del greco costituisce un'eccezione, perché la cultura scritta ad Amalfi era latina. Nella superstite documentazione ducale M. sottoscrive di sua mano "Domini gratia dux et imperialis patricius"; il contemporaneo Chronicon Salernitanum lo chiama "patricius Amalfitanorum". A Bisanzio la concessione di titoli era invece un atto usuale.
Nel 973-974 M. sostenne, con il duca di Napoli, la congiura ordita a Salerno da Landolfo di Conza contro il principe Gisulfo (I), imprigionato ad Amalfi e poi nuovamente insediato al governo grazie all'intervento militare del principe di Capua-Benevento, Pandolfo Capodiferro. Nel 977 Pandolfo (II), figlio di Pandolfo Capodiferro, succedette in Salerno a Gisulfo, morto senza eredi. Dopo la morte di Pandolfo Capodiferro, nel 981, M. cacciò Pandolfo (II) da Salerno e si fece proclamare principe di Salerno insieme con suo figlio Giovanni (I), dal 977 coreggente di Amalfi. In quel periodo Giovanni (I) probabilmente sposò Regalis, figlia di un certo Arechis, attestata nel 987. M. doveva avere già assunto il potere a Salerno nel novembre 981, quando l'imperatore Ottone II assediò la città; egli dovette allora riconoscere la sovranità imperiale e consegnare come ostaggio un figlio, che fu liberato solo nel 990 con la mediazione di Saba (il futuro s. Saba). L'imperatore si fermò a Salerno una seconda volta nel 982. Al più tardi nel novembre 983, M. fu deposto da Giovanni di Spoleto, che fondò a Salerno una dinastia sovrana.
Due anni dopo il suo ritorno da Salerno M. fu spodestato anche ad Amalfi, dal fratello Ademaro che si proclamò duca di Amalfi e insediò il figlio Sergio (II) come coreggente. Nell'ottobre 985 M. era di nuovo saldamente in sella come duca di Amalfi e si poté permettere di tollerare ad Amalfi la presenza del fratello, la cui famiglia, però, più tardi si trasferì a Napoli. Quando, nel 986, morì il vescovo di Amalfi, Mastalo, M. riassestò le condizioni della Chiesa di Amalfi e ottenne che fosse innalzata ad arcidiocesi. Amalfi seguì in questo l'esempio dei principati longobardi di Capua, Benevento e Salerno, che erano stati uno dopo l'altro promossi a Chiese metropolitane. Salerno divenne arcidiocesi nel 983 quando probabilmente M. ne era ancora principe. Come successore del defunto vescovo Mastalo di Amalfi, fu insediato "Leo filius Sergii de Urso comite" abate della abbazia dei Ss. Quirico e Giulitta di Atrani, di recente fondazione; l'insediamento avvenne certamente nel 986, il 30 novembre, festa dell'apostolo Andrea, santo protettore di Amalfi. Il 13 febbr. 987 Leone ricevette il pallium da papa Giovanni XV e successivamente insediò i vescovi nelle diocesi appena create di Minori, Capri e Lettere (Scala venne successivamente).
Nel 991 M. dovette fronteggiare l'attacco di una flotta di Saraceni di Sicilia nel golfo di Napoli e Salerno. Lo racconta una fonte agiografica su s. Costanzo di Capri. Il duca offrì ai Saraceni terreni e doni, ma non poté evitare il saccheggio della costa. Probabilmente allora cadde prigioniero dei Saraceni con il figlio Giovanni (I) e il nipote Sergio (III), come emerge da un documento amalfitano del 1009. La cattura del duca potrebbe però essere avvenuta anche più tardi, forse nel 999, quando i Saraceni assediarono Salerno. Gli Amalfitani non furono in grado di vincere contro i Saraceni, sconfitti invece dai Pisani nella battaglia navale del 1005 presso Messina. L'incursione dei Saraceni di Sicilia non procurò tuttavia danni sostanziali al commercio degli Amalfitani con gli Arabi.
Nel 997-998 M. fu insignito del titolo bizantino di corte di anthypatus, che indicava il rango immediatamente superiore a patricius ed era stato portato anche dal duca Marino (II) di Napoli. Nel 998 M. era l'unico sovrano di origine locale a portare in Italia un titolo bizantino. Nell'aprile 1002, per assicurare meglio la continuità della dinastia nominò coreggente, oltre al figlio Giovanni (I), anche il figlio di questo, Sergio (III).
M. morì nel 1005 e il potere passò in un primo tempo, come desiderato da M., a Giovanni (I) e nel 1007, dopo la morte di Giovanni, a Sergio (III).
Dei cinque documenti ducali di M. che sono stati tramandati, due sono redatti per il più antico monastero femminile di Amalfi, da lui stesso fondato, S. Lorenzo (il monastero della città e della dinastia al potere, che si riservava la nomina delle badesse). Gli altri documenti erano destinati ai nobili cittadini, imparentati con M. e discendenti anch'essi dai comites che nel IX secolo erano stati capi della città e avevano trasmesso il loro titolo comitale sino alla prima metà del X secolo. Fonte della ricchezza di questa élite era soprattutto il commercio con Bisanzio e con gli Arabi.
Fonti e Bibl.: Sermo de virtute s. Constantii, a cura di A. Hofmeister, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XXX, 2, Lipsiae 1934, p. 1017; A. Salinas, Sigillo greco di un M. patrizio e doge di Amalfi, in Arch. stor. per le provincie napoletane, XIX (1894), pp. 692-695; Chronicon Salernitanum, a cura di U. Westerbergh, Stockholm 1956, pp. 182, 184; Chronicon Amalfitanum, a cura di U. Schwarz, in Id., Amalfi im frühen Mittelalter, Tübingen 1978, pp. 201, 227; U. Schwarz, Regesta Amalfitana, II, in Quellen und Forschungen aus italienischen Bibliotheken und Archiven, LIX (1979), pp. 62 s., 78-80, 82 s.; Il codice Perris. Cartulario amalfitano sec. X-XV, a cura di J. Mazzoleni - R. Orefice, I, Amalfi 1985, pp. 13-15, 116-118; A. Hofmeister, Zur Geschichte Amalfis in byzantinischer Zeit, I, in Byzantinisch-neugriechische Jahrbücher, I (1920), pp. 112-116; Id., Stammreihe der Herzöge von Amalfi aus dem Hause des Muscus comes, ibid., IV (1923), pp. 329-331, 333; V. von Falkenhausen, La dominazione bizantina nell'Italia meridionale dal IX all'XI secolo, Bari 1978, pp. 37 s.; U. Schwarz, Amalfi im frühen Mittelalter, cit., pp. 37-45, 82-84, 97, 134 s., 243 s.; V. von Falkenhausen, Il Ducato di Amalfi e gli Amalfitani fra Bizantini e Normanni, in Istituzioni civili e organizzazione ecclesiastica nello Stato medievale amalfitano. Atti del Congresso… 1981, Amalfi 1986, p. 18.