MANSFIELD, William Murray, conte di
Uomo politlco e giurista inglese, nato a Scone (Perthshire) il 2 marzo 1705, morto a Londra il 20 marzo 1793. Dopo avere studiato a Perth, nella Westminster School e a Oxford, entrò nel 1730 nell'ordine forense. Nel 1742, rappresentante di Boroughbridge nella Camera dei comuni, professò idee di conservatore moderato, e, dotato di grande eloquenza, esercitò notevole influsso nel parlamento, specialmente difendendo il gabinetto Newcastle, contro gli attacchi di Pitt, che nel 1754, fu il suo maggiore avversario. Attorney general nel 1754, chiefjustice del banco del re nel 1756, fu nello stesso anno creato barone e nel 1776 conte. Si occupò della questione delle colonie americane, ma senza giungere ad alcun risultato positivo. Nel 1783 chiuse la sua carriera politica come Speaker della Camera dei lord, e nel 1788 diede le dimissioni dal suo ufficio di magistrato.
Macaulay lo disse il padre dei moderni tory, che si sono adattati a riconoscere nella Camera dei comuni il corpo più potente dello stato. Animato da un rigido senso di giustizia, egli non si lasciò mai influenzare dalle passioni popolari né come magistrato né come politico, e sfidò impavido l'impopolarità e gli attacchi di cui fu oggetto anche come cattolico praticante. Per avere approvato il bill d'assistenza dei cattolici del 1778 ebbe nel 1780 la casa saccheggiata e bruciata dalla folla e a mala pena sfuggì alla morte. Come giurista egli acquistò gran fama per i suoi giudizî sempre ispirati al puro diritto, estranei a qualsiasi influenza, tanto nel campo del diritto pubblico, quanto in quello del diritto privato, ove risolse questioni da molto tempo controverse in materia commerciale; il complesso della giurisprudenza da lui creata portò un forte contributo alla scienza del diritto commerciale, senza che perciò egli distogliesse l'attenzione dai problemi generali del diritto, sui quali scrisse: Outline of a course of legai study, in European Mag., 1791-2; A treatise on the study of law, Londra 1797.
Bibl.: D. Evans, A general view of the decisions of Lord M. in civil causes, Londra 1803; E. Holliday, Life of W. M., in Law Magazine, 1830-31; W. Welsby, in Lives of eminent English judges, Londra 1846.