DE TURA, Manrico
Figlio del tenore Gennaro e di Lucia Pennisi, nacque a Santiago del Cile il 24 luglio 1910, durante una tournée del padre. Dopo aver compiuto gli studi musicali al conservatorio "G. Verdi" di Milano, ove si diplomò in direzione d'orchestra, iniziò la carriera direttoriale ufficialmente come maestro sostituto al teatro Dal Verme di Milano nel 1930.
Egli considerò il "vero debutto" la direzione del Rigoletto di G. Verdi al teatro Puccini di Milano il 31 maggio 1931: la stampa milanese ne sottolineò le magnifiche doti istintive, l'ottima preparazione, la piena padronanza del complesso artistico, la fusione omogenea tra palcoscenico e orchestra. Dal 1937, ormai affermato come maestro concertatore e direttore, fu chiamato al teatro Malibran di Venezia per Bohème di G. Puccini e Barbiere diSiviglia, a cui seguì al teatro Verdi di Salerno l'opera nuova di R. Zandonai La farsa amorosa, che gli valse l'ammirata considerazione dell'autore.
Nello stesso anno iniziò anche il suo rapporto con la Sardegna, dove quasi ininterrottamente diresse tutti gli anni, inaugurando la stagione, a Cagliari e, in seguito, anche a Sassari, Alghero, Oristano, Nuoro, fino al 1969 con l'impresa De Candia. Un'intensa attività direttoriale nel frattempo lo portava nei teatri di provincia di più antica e schietta tradizione musicale.
Nel '56 inaugurò l'anfiteatro Romano di Cagliari con Gioconda di A. Ponchielli (con C. Lucchetti, M. Pirazzini, A. Protti). La sua abilità direttoriale si rivelò in modo particolare in alcuni spettacoli che ebbero particolare consenso di pubblico e di critica: tra questi si ricordano Turandot (1943, 1947), Norma di V. Bellini (1951, con M. Perini, T. Pasero), Rigoletto (1951, 1958), Iris di P. Mascagni (1952), Aida (1954, 1963) e Otello di Verdi (1951, 1964), Gioconda, Forza del destino di Verdi, Faust di Ch. Gounod (1956), Nabucco di Verdi (1959), Lucia di Lammermoor di G. Donizetti (con V. Zeani, G. Raimondi), La traviata di Verdi (1955, 1966), Fedora di U. Giordano (1967, con A. De Cavalieri, M. Del Monaco), Il piccolo Marat di P. Mascagni (1963, con V. Zeani, G. Jaia, N. Rossi Lemeni).
Il D. è stato uno dei pochi concertatori e direttori che ha volto il proprio sguardo e la propria sensibilità di musicista colto e raffinato alla valorizzazione dei giovani, tra i quali si ricordano: M. Del Monaco, G. Di Stefano, P. M. Ferraro, B. Christoff, E. Barbato. Inaugurò di frequente la stagione lirica popolare, organizzata a Roma negli anni 1945-1965 per il periodo maggio-giugno e settembre-ottobre, prima al teatro Adriano, poi al teatro Quirino e dal 1952 al teatro Eliseo, stagione che si inseriva tra le due stagioni ufficiali, con edizioni curate e con ottimi artisti. Nel giugno 1959 vi diresse il Trittico pucciniano (regista G. Forzano) e, a settembre, La guerra di R. Rossellini (con G. Pederzini). A partire dal 1937, quando fu a Malta al teatro Reale dell'Opera con Il barbiere di Siviglia di Rossini, compì frequenti tournées all'estero. Nel 1940 fu nei principali teatri della Spagna con opere di repertorio e La monacella della Fontana di G. Mulè (novità assoluta). Nel 1941 fu a Barcellona per l'inaugurazione della stagione al teatro Coliseum con Lucia e altre opere di repertorio; nel 1949 fu a San Sebastiano per Cavalleria e Pagliacci, e qui, il 4 e 9 settembre, diresse nella Nueva Plaza de Toros il "Grande Concerto De Las Mil Voces de Guipuzcoa".
Il successo spagnolo gli aprì i più importanti teatri europei: fu in Inghilterra c Scozia (London Stoll Theatre, Bristol, Manchester, Birmingham, Glasgow, Edimburgh, Aberdeen, Leeds) negli anni 1952, '54, '55, '56, inizialmente con l'impresa Cappelli-Lanfranchi, poi con E. Iskoldoff e F. De Tura, per opere di repertorio, con una compagnia di canto formata da M. Oliviero, M. Carosio, P. M. Ferraro, C. Zampighi, T. Gobbi. Negli anni dal 1960 al '65 diresse oltre alle opere di repertorio anche Renata Tebaldi in grandi concerti sinfonico-vocali a Lugano, Berna, Losanna. Nello stesso periodo diresse (in una serie di concerti sinfonico-vocali) anche M. Del Monaco a Losanna al teatro du Beaulieu. Negli anni dal 1964 al '68 diresse ogni anno a Monaco al Deutsches Theater con successo Madama Butterfly di Puccini, Rigoletto, Forza del destino di Verdi, Cavalleria e Pagliacci e Il barbiere di Siviglia, sempre con grandi consensi di critica e di pubblico. Nel 1960-70 fece una tournée nei principali teatri della Repubblica federale tedesca, in Danimarca, in Olanda, ad Ankara (dodici recite di Faust di Gounod, al teatro di Stato Develet Opera ve Balesi). Nel settembre 1957 fu invitato a Santiago del Cile per inaugurare le celebrazioni del centenario della fondazione del teatro Municipal con La traviata (con V. Zeani), cui seguirono un trionfale Rigoletto e Il barbiere con N. Rossi Lemeni. Da lì proseguì nelle principali città del Cile, Perù, Brasile. Nel 1964 fu chiamato a dirigere opere di repertorio in tutte le capitali dell'America centrale e nel 1975 fu nuovamente invitato dal teatro Municipal di Santiago, dove trionfò in Norma, Trovatore e Carmen. Ogni due anni ripeté a Norimberga, dal 1966 al '75, il Gala dei concerti (da lui inaugurato a Monaco nel 1966 con M. Del Monaco), con la partecipazione di celebrità di fama internazionale. Nel 1969 conquistò anche il pubblico giapponese con una serie di concerti sinfonico-vocali, trasmessi in diretta per televisione e per radio, nelle principali città, dirigendo con la Tokyo Philharmonic Symphony Orchestra ancora M. Del Monaco. Nello stesso anno, su segnalazione della direzione scaligera (sovrintendente A. Ghiringhelli), fu invitato come direttore stabile alla Roudaki Hall di Teheran nel periodo 1969-78. Qui rinnovò completamente l'orchestra lirica ed ottenne ottimi successi la cui eco raggiunse anche i giornali italiani.
Le sue qualità direttoriali, la sua cultura di vasto respiro, la sua intelligente, penetrante e rigorosa interpretazione delle partiture gli consentirono di aderire alle richieste di compositori contemporanei quale esecutore delle loro opere, e sempre ne ricevette il plauso incondizionato. Dopo il successo di La farsa amorosa (1937) e di Francesca da Rimini di R. Zandonai (Pisa, 1939) si ricordano: Zanetto di P. Mascagni a Cagliari (1939), Rosmunda di E. Trentinaglia e La giornata di Marcellina di A. Parelli a San Remo (1940, teatro del Casinò); al teatro Grande di Brescia la prima assoluta di Stellina e l'orso di L. Manenti (1942); al teatro Petruzzelli di Bari Maria Egiziaca di O. Respighi (già diretta al teatro Coccia di Novara nel 1936) con Imisterigaudiosi di N. Cattozzo (1954); a Piacenza al teatro Municipale due prime assolute: Poi sarà l'alba di G. Gorgni (1961) e Il casello di G. Zanaboni (1963). Diede, inconsapevolmente, l'addio al podio con La traviata al teatro Coccia di Novara (12 nov. 1978) "...con una direzione scarna ed improntata ad una concitazione che ha indubbiamente dato più ritmo alla melodrammaticità di Traviata" (Corriere di Novara, 13 nov. 1978).
Interrotta l'attività nel 1979, morì a Milano il 4 dic. 1986.
Fonti e Bibl.: Notizie documentarie fornite dalla famiglia; oltre alle critiche apparse su riviste e quotidiani italiani e stranieri pubblicati nei centri musicali dove ebbero luogo le rappresentazioni, cfr.: Opera (Londra), novembre 1952, p. 691- E. Santoro, Il teatro di Cremona, Cremona 1972, IV, pp. 132 s., 135, 139, 148 s., 155 s., 191-196, 198 s.; B. Cagnoli, R. Zandonai, Trento 1978, p. 401, E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, II, Genova 1980, p. 268; M. Del Monaco, La mia vita e i miei successi, Milano 1982, p. 54; D. Danzuso-G. Idonea, Musica, musicisti e teatro a Catania, Catania 1984, pp. 46, 423, 436; Cronologia degli spettacoli lirici del teatro Grande di Brescia 1935-1985, Brescia 1985 (anni 1942-1944, ad Indices); M. G. Forlani, Il teatro Municipale di Piacenza 1804-1984, Piacenza 1985, pp. 318, 330 s.