mano
Parte terminale dell’arto superiore, dotata soprattutto di capacità prensili e tattili, la cui complessità anatomo-funzionale la rende atta ai lavori più fini e complessi.
Nella m. si distinguono una porzione prossimale, con il palmo e il dorso, e una porzione distale, corrispondente alle dita. La sua impalcatura scheletrica è costituita dalla seconda fila delle ossa del carpo, da quelle del metacarpo (5 ossa lunghe) e dalle falangi; queste ultime costituiscono lo scheletro delle cinque dita. Le ossa della m. sono connesse tra loro per mezzo di articolazioni e tutta la m. è connessa all’avambraccio mediante l’articolazione radiocarpica. I muscoli della m. sono suddivisi in tre logge: una esterna o eminenza tenar, contenente i muscoli destinati al pollice, una loggia mediale o eminenza ipotenar, contenente i muscoli destinati al mignolo, e una loggia mediana contenente 11 altri muscoli. La motilità della m. e delle dita è assicurata, oltre che dai muscoli propri, anche da molti dei muscoli dell’avambraccio. La circolazione della m. è assicurata dalle arterie radiale e ulnare (rami dell’omerale); le vene formano plessi tributari di due grossi canali venosi che si dirigono nell’avambraccio per formare le vene ulnari e radiali. L’innervazione motoria e sensitiva è assicurata dal mediano, dall’ulnare e dal radiale.
Frequentemente la m. è sede di malformazioni congenite, che possono interessare tutta la m. o solo le dita. Frequenti le lesioni traumatiche (contusioni, distorsioni, ferite, lussazioni, fratture, amputazioni, mutilazioni) e quelle da calore o da freddo (ustioni, congelamenti). Altrettanto importanti sono le lesioni infiammatorie, settiche e non, spec. le artriti. Deformità della m. con alterazioni funzionali possono derivare dalla malattia di Dupuytren, da deficit motori (paralisi flaccide o spastiche) e nella m. ad artiglio (➔ artiglio, mano ad).
La chirurgia della m. e la sua traumatologia comportano la soluzione di problemi del tutto particolari. La microchirurgia dei nervi e dei vasi, oltre alla possibilità di intervenire efficacemente sui tendini, consente anche in casi di gravissime lesioni, il pieno recupero funzionale. In caso di malformazioni e mutilazioni della m. o di sue parti si possono realizzare recuperi funzionali mediante interventi di plastica o applicazioni di protesi o, nel caso delle mutilazioni, con il reinnesto della parte mutilata. La funzionalità prensile della m. viene soprattutto menomata dalla perdita del pollice di cui è possibile la ricostruzione chirurgica con diverse tecniche (‘pollicizzazione’ del metacarpo corrispondente e altri metodi).