MANIPOLO
. Antichità classica. - Manipulus è propriamente una manciata di fieno o d'altro. Con la stessa parola s'indicava anche una suddivisione della legione romana; ciò che gli antichi spiegavano (v., ad es., Ovidio, Fasti, III, 187) col fatto che un fastello di fieno legato e pendente dalla sommità di una pertica sarebbe stata la primitiva insegna della schiera, detta appunai manipulus. Manipulares erano i soldati d'uno stesso manipolo.
La più antica suddivisione dell'esercito o legio romana erano 60 centurie (v. esercito; legione), le quali non averano però funa falange compatta. Quando la legione da esercito divenne corpo d'esercito e si ebbero prima due e poi quattro legioni, ciascuna legione conservò le tradizionali 60 centurie, assai ridotte però di forza (la fanteria di linea di una legione contava circa 3000 uomini, e quindi 50 in media una centuria). Ma a un certo momento l'ordinamento falangita chiuso fu sostituito con un ordinamento articolato, nel quale la fanteria di linea della legione venne a schierarsi su tre linee o ordini distanziati fra loro in profondità e ogni ordine fu spezzato in un certo numero di reparti, distanziati fra loro sulla linea. Però questi reparti non potevano essere costituiti con le piccole centurie di poche decine d'uomini, ché la legione sarebbe stata polverizzata invece che articolata; le 60 centurie della legione furono perciò riunite a due a due a formare i manipoli, e questi risultarono in numero di 30 per ogni legione, 10 per ciascuno dei tre ordini degli hastati, principes e triarii. E poiché la fanteria di linea della legione era ripartita fra i tre ordini nella proporzione di 2 : 2 : 1, se la forza complessiva era di 3000 uomini, i manipoli dei primi due ordini ne contavano 120, quelli dei triarii 60. Era questa l'acies manipulatim structa, l'ordinamento tattico con il quale le legioni romane combatterono da un'epoca imprecisata (si ritiene ordinariamente dal sec. IV a. C.) sino alla fine del sec. II a. C. Si crede che i manipoli dei due primi ordini fossero schierati ordinariamente con venti uomini di fronte e sei di profondità e che l'intervallo regolamentare fra due manipoli dello stesso ordine fosse eguale alla fronte del manipolo, che in ordine chiuso era lunga 60 piedi. I manipoli dei triarii avevano probabilmente una fronte ridotta a metà, in proporzione del loro effettivo.
Ogni manipolo continuò tuttavia a essere formato di due distinte centurie le quali erano perciò nel manipolo come i plotoni di una nostra compagnia e si schieravano una di fianco all'altra. Quindi si avevano due centurioni, due serraschiere (optiones), ecc. per manipolo, ma non un comandante di manipolo; il comando del manipolo era esercitato dal centurione di destra detto centurio prior (v. centurione), mentre quello della centuria di sinistra era ordinale da I a X per ogni ordine; p. es. (ordo) printus hastatus, octavius princeps, primus pilus (i manipoli dei triarii erano detti pili e pilani i triarii). Le centurie non avevano invece numero progressivo per ordine, ma erano indicate come 1ª e 2ª centuria del manipolo. A ogni manipolo erano assegnati normalmente 40 velites.
Quando l'ordinamento manipolare fu sostituito dall'ordinamento per coorti, i tre manipoli dei tre ordini che portavano lo stesso numero formarono una coorte, ma rimanendo distinti nell'interno della coorte, al pari delle centurie. Anzi i manipoli conservarono le loro insegne e i trombettieri e quindi anche una importanza tattica. Le centurie avevano invece più importanza amministrativa. Le coorti erano per ogni legione numerate da I a X e perciò le antiche denominazioni dei manipoli furono mantenute a indicare i varî manipoli delle coorti: p. es. tertius hastatus il manipolo di astati della III coorte. Però le differenze di età, di armamento e quasi certamente anche di numero tra la fanteria dei tre ordini erano andati durante il sec. II a. C. scomparendo e quindi tirmai tutta questa terminologia era solo un ricordo di un ordinamento scomparso, come le denominazioni di granatieri, fucilieri, ecc. negli eserciti moderni. La legione dall'età mariana in poi aveva sulla carta 6000 uomini tutti di linea, e quindi i manipoli 200. L'ordinamento per manipoli passò poi anche agli auxilia.
L'esistenza dei manipoli nell'esercito romano ci è testimoniata per tutto il sec. III d. C.; poi essi non sono più ricordati. Nella legione dioclezianea descritta da Vegezio il termine manipulus equivale invece all'antico contubernium, il gruppo di dieci soldati che dormono sotto la stessa tenda, guidato da un decanus o caput contubernii (Vegezio, II, 16). E anche la legione a effettivi ridotti (v. legione) pare fosse divisa solo in centurie.
Bibl.: Cfr le voci: esercito; coorte; legione. I passi antichi sui manipoli sono in J. Marquardt, Röm. Staatsverwaltung, II, 2ª ed. riveduta da A. Domaszewski, Lipsia 1882 (trad. franc. De l'organisation militaire chez les Romains, Parigi 1891, passim); J. Kromayer e G. Veith, Heerwesen und Kriegführung der Griechen und Römer, Monaco 1928, passim; R. Grosse, Römische Militärgeschichte, Berlino 1920.