Manila
Un mosaico a forma di città
Tormentata dai tifoni, circondata dalle bidonvilles, ma ricca di grattacieli e di grandi vie commerciali, Manila, capitale delle Filippine, è certamente una delle città più difficili per chi ci vive, ma più singolari per chi la visita. Una miscela di architetture, di fisionomie etniche, di lingue, di modi di vivere che ci ricorda la complessa storia di tutto l’arcipelago
Manila, una delle città più popolose dell’intera Asia, sorge al margine di una pianura che occupa la parte centro-occidentale della grande isola di Luzon. La città si affaccia su una baia che si apre nel Mar Cinese Meridionale, nel pieno della fascia climatica tropicale, di cui risente tutti gli effetti, compresi i frequenti disastrosi tifoni e gli allagamenti che si verificano durante la stagione delle piogge.
Manila fu fondata dagli Spagnoli nel 1571, poco dopo che le Filippine erano diventate colonia spagnola, sulla riva sinistra del fiume Pasig, alla sua foce. Di quel primo insediamento coloniale rimane piuttosto poco, perché la città sorge in una zona fortemente sismica, e vari terremoti l’hanno colpita nel corso del tempo (disastroso quello del 1863).
Altri danni sono spesso prodotti dai violenti tifoni che percorrono il Mar Cinese Meridionale e che investono le Filippine. Infine, non poche distruzioni furono provocate nella città anche da un bombardamento durante la Seconda guerra mondiale – quando le Filippine, che erano da tempo un possedimento degli Stati Uniti, furono conquistate dal Giappone.
Sono sopravvissuti, tuttavia, alcuni monumenti antichi prestigiosi: la cinta delle mura spagnole (che racchiude il nucleo originario), il forte, il Palazzo Malacanang, già sede dei governatori spagnoli e ora del presidente della Repubblica, alcune chiese e la primitiva sede dell’università, fondata all’inizio del Seicento. Questi monumenti contrastano vivamente con il carattere moderno e addirittura ipermoderno di gran parte della città della politica e degli affari, che si è notevolmente allargata, su entrambe le sponde del fiume e per un buon tratto del litorale della baia. In particolare, più o meno in corrispondenza della foce del fiume si apre il porto, mentre sulla riva destra del Pasig si sono soprattutto sviluppate le aree industriali e i relativi densissimi quartieri operai, che spesso sono anche molto degradati.
Gran parte dello sviluppo della città risale a un’epoca recente, successiva alla Seconda guerra mondiale, e ha portato la città a una popolazione di 1.581.000 abitanti nell’area centrale, che è nucleo di una vastissima agglomerazione in cui vivono 10.352.000 persone, qui immigrate un po’ da tutto l’arcipelago.
Molta della crescita demografica e urbana fu assorbita da una città nuova, fondata dagli Statunitensi a pochissima distanza da Manila: Quezon City; qui, nel 1948, all’indomani dell’indipendenza, venne spostata la capitale. L’esperimento durò meno di trent’anni, poi la capitale fu riportata a Manila; ma Quezon City, che fa parte dell’agglomerazione della capitale, ha largamente superato i due milioni di abitanti e funge da centro residenziale di buon livello, con ampi spazi verdi e una bassa densità (grandi quartieri di case con giardino, secondo il modello statunitense). Altri quartieri, anche più vicini al centro, sono caratterizzati da edifici modernissimi e da una struttura urbanistica razionale e monumentale.
Numerosi sono nella città i centri culturali (come il Museo Ayala, i teatri, le università). Anche se la Grande Manila non ospita una quota elevata della popolazione delle Filippine, concentra però quasi tutto il traffico internazionale di merci del paese, nelle varie strutture portuali distribuite nella baia (che insieme costituiscono uno dei più frequentati porti dell’Asia), e quasi tutto il traffico passeggeri, grazie al suo aeroporto internazionale. La città, inoltre, è sede di circa la metà delle aziende industriali filippine, molte delle quali sono piuttosto sofisticate e lavorano per l’esportazione (elettronica, meccanica, tessile), e poi delle attività amministrative, bancarie e finanziarie, commerciali di alto livello e così via.
Dopo la caduta del regime ventennale del presidente Ferdinand Marcos (1965-86), Manila si è risollevata da una pesante crisi e ha ripreso la sua antica vivacità, dovuta anche alla grande varietà etnica e culturale dei suoi abitanti.