MANICHINO (da Manneken "piccolo uomo", attraverso il fr. mannequin)
Termine pittorico o, comunque, del linguaggio degli artisti per indicare un fantoccio di legno snodato e collegato da incastri, oppure di stoppa con armatura di ferro dolce, atto a essere messo in posa dall'artista e a mantenere la stessa posa senza difficoltà. Ebbe fortuna nei periodi di accademismo (forse anche nelle civiltà più antiche) quando l'artista sentì la necessità di copiare il gesto e la posa dei suoi personaggi atteggiati variamente, da un modello artefatto, vivificato poi a contatto con il "vero" e cioè col modello reale nell'elaborazione della composizione definitiva.
Fantocci snodati, di legno o d'avorio, si sono trovati nelle antiche tombe dell'Egitto e romane: erano bambole. Si hanno anche figure di legno del sec. XIV, "annunciazioni" con braccia snodate da atteggiare variamente; ma di veri manichini per pittori non si ha notizia che alla fine del Quattrocento e proprio nella colta Firenze dove la creazione artistica e la ricerca meccanica sembrarono subire lo stesso impulso parallelo di rinascita ai primi del sec. XV. Il Vasari indica come inventore del manichino fra Bartolomeo e nella vita di questo artista, egli dice che: "aveva opinione, quando lavorava, tenere le cose vive innanzi: e per potere ritrar panni e armi e altre simili cose, fece fare un modello di legno grande quanto il vivo che si snodava nelle congiunture, e quello vestiva con panni naturali". E infatti le squadrature di molti disegni del frate (come poi nei disegni di L. Cambiaso) attestano l'uso dei manichini, ricordati anche nel suo inventario di bottega: anzi si vuole che uno di essi passasse alla fiorentina Accademia di belle arti. Ma che non fosse frequente l'uso del manichino nel Cinquecento dimostra la notizia che i biografi hanno raccolto per Michelangelo, per il Tintoretto, per il Greco e per altri che si dice adoperassero piccole figure di cera rossa per "bozzare" le composizioni. Divenne poi comune negli studî degli artisti, ebbe grandissima fortuna col neoclassicismo: e dei secoli XVIII, XIX si contano moltissimi manichini snodati, spesso eseguiti da abilissimi intagliatori in legno. Molto raro è, però, un manichino della fine del sec. XVI, scolpito in durissimo legno, perfettamente snodato e modellato con esuberante ma geniale anatomia (collezione Gorga): esso rivela, cosa particolarmente notevole, l'applicazione d'un sistema di corde di violino attraverso le braccia, le gambe e il capo, collegate a un semplice congegno di ferro posto nel torace del modellino, e mobile per mezzo di chiave, certo per ottenere la "fissazione" della posa, con un semplice giro del congegno, quando si fosse trovata la posa voluta.
Le statue da processione, snodabili negli arti per poter essere variamente vestite, di cui l'uso antico divenne sempre più frequente dal secolo XVI (e ne hanno esemplari più numerosi le chiese di Spagna) possono dirsi precedenti del manichino per sartoria e per richiamo, ora sempre più in voga, e nei quali l'arte dei tempi nostri, sia pure in forma industriale, ha segnato la sua varia impronta.
Bibl.: G. Vasari, Le Vite, ed. Milanesi, VII, Firenze 1850, p. 168 e note 3 e 4.