• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

mangiare

di Antonio Lanci - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

mangiare

Antonio Lanci

Delle tre forme del verbo - m., ‛ manducare ', ‛ manicare ' - la prima (di origine francese) ha in D. un " significato (stilistico, s'intende) blando e pratico " (Contini), mentre gli altri due appaiono per lo più usati con un preciso intento espressivo. ‛ Mangiare ' è inoltre la forma più frequente e si registra sia nella prosa che nella poesia, mentre le altre due hanno un uso limitato.

In senso proprio, in Vn III 6, nella visione di Amore che facea mangiare a Beatrice il cuore del poeta, che in mano li ardea, la quale ella mangiava dubitosamente; Fiore XXVII 7, LXXXIX 11; in If XXXII 134 O tu che mostri... / odio sovra colui che tu ti mangi, è detto del conte Ugolino che morde il capo dell'arcivescovo Ruggieri (la forma pronominale - nota il Sapegno - " ha un valore intensivo, ad esprimere l'avidità che si manifesta nell'atto e la voluttà che vi pone chi lo compie "), e così in XXXIII 62 se tu mangi di noi (si noti il costrutto con il ‛ di ', per cui v. anche GUSTARE). Con costrutto assoluto: If XXXIII 141 Branca Doria... / e mangia e bee e dorme e veste panni (cfr. Fiore C 7 tanto non stea con meco o mangi o bea / che...); Pg XXIII 67 Di bere e di mangiar n'accende cura / l'odor ch'esce del pomo, detto dei golosi, espianti la loro colpa secondo la legge del contrappasso; Fiore CLXVII 3.

In Cv IV VI 19 Guai a te, terra, lo cui re è fanciullo, e li cui principi la domane mangiano!, il verbo è usato nel senso di " banchettare " (la frase è la traduzione di Eccl. 10, 16).

Ancora in senso proprio, ma in contesto metaforico, a indicare il modo di nutrirsi spiritualmente e culturalmente degli uomini, buono o cattivo che sia, m. ricorre in alcuni luoghi del Convivio: II I 1 prima che vegna la prima vivanda [la prima canzone] voglio mostrare come mangiare si dee, come essa dev'essere letta e appresa; così anche in I I 8 e (al passivo) 11, XIII 11. Cfr. E.R. Curtius, Métaphores relatives à la nourriture, in La Littérature européenne et le Moyen Age latin (trad. franc. Parigi 1956, 166-168).

Il verbo compare, con uno specifico valore contestuale, in una locuzione particolare che si legge in Rime XCIX 3-4 Messer Brunetto, questa pulzelletta [cioè " questo sonetto "] / con esso voi si ven la pasqua a fare: / non intendete pasqua di mangiare, / ch'ella non mangia, anzi vuol esser letta: " ‛ Mangiare la pasqua ', frase d'origine biblica, è negli antichi volgarizzamenti, riferita sempre alla pasqua di Resurrezione (chiamata almeno nel cinquecento pasqua d'agnello, di uovo); pasqua di mangiare è, con scherzoso capovolgimento, quella o altra festa intesa come pretesto a ‛ far baldoria ' " (Contini, dal Mazzoni).

Infine, in senso figurato, in Fiore CLIX 7 non dar mangiare a que' cotali [gli avari del v. 5] in taccia, " non concedere nulla a gente simile " (Petronio; per il valore di in taccia, cfr. ad l.). V. anche MANICARE.

Vocabolario
mangiare²
mangiare2 mangiare2 v. tr. [dal fr. ant. mangier, che è il lat. manducare «mangiare»] (io màngio, ecc.). – 1. Ingerire, immettere nell’organismo alimenti solidi e semisolidi (per i liquidi si usa il verbo bere); è riferito soprattutto all’uomo...
mangiare il panettone
mangiare il panettone loc. v.le In senso figurato, portare a conclusione un incarico, restare in carica fino a Natale. ♦ Tutti quei miliardi spesi per ritrovarsi nella tempesta? E Liedholm arriva o no a mangiare il panettone? E il nuovo...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali