MANGANO
. Macchina ossidionale consistente essenzialmente in una stanga bilicata a un castello di legname e portante a un'estremità un contrappeso e all'altra una cucchiara, o alcunché per ricevere il proietto (v. figure). La manovra si faceva abbassando la cucchiara e alzando, di conseguenza, il contrappeso: si caricava la cucchiara e si abbandonava la stanga, che rotava attorno al perno, finché il contrappeso urtava con violenza contro un arresto e, per reazione, il proietto veniva lanciato a grande distanza. Il tiro del mangano poteva essere regolato meglio di quello del trabocco e il proiettile poteva descrivere o un grande arco (tiro curvo) o una traiettoria quasi tesa (tiro di lancio) come si fa con le moderne artiglierie.
Una delle descrizioni più antiche, note, del mangano è in un'opera di Marin Sanudo Torsello, da lui presentata nel 1321 in Avignone a papa Giovanni XXII. Egli lo chiama macchina lontanaria (che gitta lontano) e ne dà ogni dimensione e proporzione per le varianti di distanza del fulcro lungo la pertica e della sua carica, ossia cassa; avvertendo che gran parte dell'ottima riuscita del tiro stava - a parer suo - nella sfericità della pietra e nel giusto suo ragguaglio col contrappeso.
Si costruivano anche mangani di dimensioni più piccole, detti manganelli o manganelle.