SETTALA, Manfredo
– Nacque l’8 marzo 1600 a Milano da Ludovico (v. la voce in questo Dizionario) e da Angela (o Anna, secondo alcuni) Arona, ultimo di una numerosa prole (18 figli per le fonti: Fogolari, 1900, p. 77; Leondi, 2015, p. 133).
Il padre, figura assai nota dell’ambiente medico-scientifico e universitario dell’epoca (Rota Ghibaudi, 1959; Facchin, 2017b), dovette avviare Manfredo agli interessi di studio e collezionistici poi preponderanti nel corso della sua esistenza: nel palazzo avito in contrada Pantano (Bascapè - Mezzanotte, 1948, p. 212), egli aveva già assemblato una cospicua biblioteca (Rozzo, 2004, pp. 353-381) e una raccolta eterogenea di oggetti d’arte e strumenti scientifici, della quale Manfredo sarebbe divenuto curatore per via testamentaria (Navoni, 2000, p. 215).
Degli anni giovanili che videro Settala studente di lettere, retorica e filosofia presso il Collegio gesuitico di Brera, il biografo Filippo Picinelli sottolinea l’influenza di un viaggio presso la corte dei Gonzaga, quando «spiritoso d’ingegno in età di quindici anni si recò a Mantova a vedere le quattro stanze del palazzo Ducale, ragguagliato che in quelle si trovavano adunate le più rare meraviglie [...]» (Ateneo dei letterati milanesi, 1670, p. 406).
Più laconiche le informazioni circa un successivo periodo formativo pavese «abiendose detenido poco tiempo» presso l’ateneo, almeno secondo Alfonso Bernardo de Yrissarri (Compendio de la vida..., 1681, p. 12), mentre è lo stesso Settala a lasciare orgogliosa notizia del soggiorno di studio compiuto nei più aggiornati centri della Toscana medicea (Milano, Biblioteca Ambrosiana (BAMi), Z 387 sup., c. 18r): nel 1623 risulta iscritto come legista a Pisa (Archivio di Stato di Pisa, Rettorato, Libri matricularum, p. 64, n. 1184) dove si laureò in utroque iure, per passare poi a Siena, riuscendo a stringere qui duraturi legami di amicizia come quello con Fabio Chigi, poi papa Alessandro VI (A.B. de Yrissarri, Compendio de la vida..., cit., pp. 12, 15). A distanza di anni dal loro primo incontro nel 1655 Settala si sarebbe recato a Roma per l’elezione pontificale dell’amico, occasione durante la quale, oltre a visitare le catacombe, avrebbe rincontrato il padre gesuita Athanasius Kircher conosciuto già dagli anni Quaranta, anch’egli fondatore di una raccolta ‘enciclopedica’ presso il Collegio romano (il carteggio in Roma, Archivio della Pontificia Università Gregoriana, Kircher, bb. 564, vol. X, 566, voll. XII-XIII, 568, vol. XIV).
La vicinanza con gli ambienti scientifici e letterari più accreditati della corte granducale fiorentina è ben attestata da alcuni carteggi (Fogolari, 1900; Tavernari, 1976, pp. 44-56) – con Francesco Redi, Antonio Magliabechi e fin con i granduchi in persona da Ferdinando II a Cosimo III, a Leopoldo (Firenze, Biblioteca nazionale, Galileiani, 276-278) –, dai quali emerge una condivisione di interessi per le ricerche condotte con metodo sperimentale e per la messa a punto di una più precisa strumentazione, eredità delle scoperte galileiane poi coltivata dall’Accademia del Cimento (G.B. Pastorini, Orazion funerale..., 1680, pp. 23 s.).
Proprio sulle galere granducali negli anni Venti Settala compì un viaggio in Medio Oriente che molto incise sulla maturazione dei suoi interessi, specie in campo etnografico: difficile ricostruirne con precisione le tappe e la durata (F. Picinelli, Ateneneo dei letterati milanesi, cit., p. 407; A.B. de Yrissarri, Compendio de la vida..., cit., pp. 15-32; da ultimo Facchin, 2017a), ma dovette toccare senz’altro l’Egitto, l’Asia Minore e Costantinopoli.
Rientrato a Milano il suo percorso professionale e umano si attestò nei ferventi ambienti di ricerca dell’Ambrosiana di Federico Borromeo, dal quale il 18 maggio 1628 ricevette gli ordini minori e poi il suddiaconato con il beneficio di un canonicato presso la basilica di S. Nazaro maggiore (BAMi, Archivio dei Conservatori, cart. 163, f. A.3). In alcune sale presso il chiostro egli allestì un vero e proprio laboratorio privato dove compiva lavori manuali, specie al tornio, prove pratiche di costruzione di specchi ustori e di strumenti di ottica, esperimenti chimico-farmaceutici (P.M. Terzago - P.F. Scarabelli, Museo ò Galeria..., 1666, pp. 1-4), tanto da meritarsi l’appellativo di Archimede milanese (P.P. Bosca, De origine et statu..., 1672, p. 163).
Il coinvolgimento con l’istituzione borromaica fu da allora crescente: nel 1669 accettò l’incarico di conservatore presso la rinnovata Accademia di pittura, scultura e architettura (BAMi, Atti dell’Accademia del disegno, P 239 sup., c. 42r); nel settembre del 1670 donava a essa un primo nucleo di libri e un secondo nel 1678 (ibid., Archivio dei Conservatori, cartt. 161-162); infine per testamento la nominava erede della sua galleria indicandola quale ultimo termine entro una serie di sostituzioni in caso di estinzione della linea maschile diretta del casato (Navoni, 2000, pp. 232-255).
Morì a Milano il 6 febbraio 1680.
Il nome di Settala e la sua notorietà si legano inscindibilmente alla fama del suo ‘museo o galeria’, cioè della collezione eterogenea alla cui formazione attese nell’arco dell’intera vita e che le fonti riportano composta da circa tremila pezzi tra reperti naturalistici, antichità, opere d’arte figurativa, strumenti meccanici e musicali, manufatti realizzati nei più svariati materiali – dall’avorio alla pietra, al legno alla porcellana, spesso per opera dello stesso Manfredo – insieme a curiosità etnografiche provenienti dal Medio Oriente, dall’Asia, dall’Africa, dalle Americhe e dal Giappone. Disposta in diverse sale del palazzo di famiglia (C. Torre, Il ritratto di Milano, 1674, pp. 36-38; S. Latuada, Descrizione di Milano..., 1737, p. 345), la raccolta Settala costituì per lungo tempo un luogo di attrazione e studio per gli eruditi locali, come anche per gli stranieri in visita in città, con una dichiarata finalità divulgativa delle nuove conoscenze scientifiche come d’intrattenimento ed edificazione sociale (Musaeum Septalianum, 1984, pp. 29-32). La galleria veniva descritta e celebrata da diversi album con disegni e note autografe di Settala (tre in BAMi, Z 387-389 sup., due in Modena, Biblioteca Estense, Campori, γ H 1.21 e 1.22) e da diversi cataloghi a stampa realizzati sotto l’auspicio del fratello Carlo (P.M. Terzago, Musaeum Septalianum..., 1664; P.M. Terzago - P.F. Scarabelli, Museo ò Galiria..., cit.; P.F. Scarabelli, Museo ò Galeria adunata..., 1677; Moratti - Rozzo, 2007). La sua vicenda e trasmissione seguì le fortune della casata e, con l’estinguersi del ramo principale nel 1716 (Leondi, 2015), si aprì un contenzioso con l’Ambrosiana concluso solo nel 1751, tra le ragioni della rovinosa e capillare dispersione che dovette poi subire nel tempo (Morandotti, 2008, pp. XIX-XXI, XXXIX; Mantia, 2010, pp. 31-33).
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Galileiani, 276-278; Milano, Archivio parrocchiale di S. Nazaro, Liber mortuorum... (febbraio 1680); Biblioteca Ambrosiana, Atti dell’Accademia del disegno, P 239 sup., c. 42r; Archivio dei Conservatori, cartt. 161-163, Z 387-389 sup.; Modena, Biblioteca Estense, Campori, γ H 1.21 e 1.22; Archivio di Stato di Pisa, Rettorato, Libri matricularum, p. 64, n. 1184; Roma, Archivio della Pontificia Università Gregoriana, Kircher, bb. 564, vol. X, 566, voll. XII-XIII, 568, vol. XIV. P.M. Terzago, Musaeum Septalianum Manfredi Septalae Patritii Mediolanensis industrioso labore construtcum..., Dertonae 1664; P.M. Terzago - P.F. Scarabelli, Museo ò Galeria adunata dal sapere e dallo studio del sig. canonico M. S. nobile milanese..., Tortona 1666; F. Picinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano 1670, pp. 406 s.; P.P. Bosca, De origine et statu Bibliothecae Ambrosianae Hemidecas..., Mediolani 1672, pp. 162 s.; C. Torre, Il ritratto di Milano, I, Milano 1674, pp. 36-38; P.F. Scarabelli, Museo ò Galeria adunata dal sapere e dallo studio del sig. canonico M. S. nobile milanese... & dal medemo accresciuta Et hora ristampata con l’Aggiunta di diverse cose poste nel fine de medemi capi dell’opra..., Tortona 1677; G.B. Pastorini, Orazion funerale per la morte dell’illustriss. sig. can. M. S., Milano 1680; J.M. Vicecomes, Exequiae in templo S. Nazarii Manfredo Septalio Patritio Mediolanensi, eiusdem basilicae canonico celebratae, Mediolani 1680; A.B. de Yrissarri, Compendio de la vida de M. S. con la descripcion de su celeberrima Galeria, Milano 1681; S. Latuada, Descrizione di Milano..., II, Milano 1737, p. 345.
G. Fogolari, Il museo Settala. Contributo per la storia della coltura in Milano nel secolo XVII, in Archivio storico lombardo, s. 3, XXVII (1900), 14, pp. 58-126; G.C. Bascapè - P. Mezzanotte, Milano nell’arte e nella storia, Milano 1948, p. 212; S. Rota Ghibaudi, Ricerche su Ludovico Settala, Firenze 1959; C. Tavernari, M. S. collezionista e scienziato milanese del ’600, in Annali dell’Istituto e museo di storia della scienza di Firenze, I (1976), 1, pp. 43-61; Id., Il museo Settala. Presupposti e storia, in Museologia, VIII (1980), 7, pp. 12-46; C. Alberici, Un automa del Museo Settala, in Rassegna di studi e di notizie, 1982, vol. 10, pp. 37-67; Musaeum Septalianum. Una collezione scientifica nella Milano del Seicento (catal., Milano), a cura di A. Aimi - V. De Michele - A. Morandotti, Firenze 1984; M. Navoni, L’Ambrosiana e il museo Settala, in Storia dell’Ambrosiana. Il Settecento, Milano 2000, pp. 205-255; U. Rozzo, La biblioteca di M. S. e la storia delle biblioteche, in L’organizzazione del sapere. Studi in onore di Alfredo Serrai, a cura di M.T. Biagetti, Milano 2004, pp. 353-381; V. Moratti - L. Rozzo, Mons. Carlo Settala, vescovo collezionista e committente: una prima ricognizione, in Uno spazio storico. Committenze, istituzioni e luoghi nel Piemonte meridionale, a cura di G. Spione, Torino 2007, pp. 137-153; A. Morandotti, Il collezionismo in Lombardia. Studi e ricerche tra ’600 e ’800, Milano 2008, pp. XIX-XXI, XXXIX; E. Mantia, Introduzione, in Pinacoteca Ambrosiana, VI, Collezioni Settala e Litta Modigliani – Arti applicate da donazioni diverse – Numismatica, a cura di M. Rossi - A. Rovetta, Milano 2010, pp. 31-33 (per la schedatura degli oggetti pp. 29-132); A. Squizzato, Tra arte e natura: il Musaeum di M. S. spazio di memoria, ‘esperienze’ e trattenimento nella Milano seicentesca, in Wunderkammer. Arte, natura, meraviglia ieri e oggi (catal.), a cura di L. Galli Michero - M. Mazzotta, Milano 2013, pp. 44-59; S. Leondi, Storia di Settala, Milano 2015, pp. 133, 176-179; L. Facchin, Intorno al museo di M. S.: memorie illustrate e celebri amicizie, in Storia e storiografia dell’arte dal Rinascimento al Barocco in Europa e nelle Americhe. Metodologia, critica, casi di studio. Atti del II Convegno internazionale..., Milano... 2016, a cura di F. Buzzi - A. Nesselrath - L. Salviuccci Insolera, Roma 2017a, pp. 201-227; Ead., L. S.: un intellettuale barocco fra scienza e arte, in Conferenza internazionale sull’età barocca conclusiva del progetto ENBaCH, Roma... 2017, 2017b, http://www.enbach.eu/it/search/node/facchin (28 aprile 2018).