BONELLI, Manfredo
Dalle sue sottoscrizioni editoriali apprendiamo che egli fu nativo di Strevo (Asti), per quanto esista una località Bonello nell'alto Monferrato da cui potrebbe derivare il cognome dei Bonelli trasferitisi in seguito a Strevo, ove egli nacque. Nessuna notizia abbiamo di lui prima del suo arrivo a Venezia, che dovette essere anteriore al 1491.
I bibliografi italiani meno recenti hanno ignorato o scarsamente conosciuto l'attività pur cospicua del B., uno dei più attivi produttori di libri figurati del suo tempo. Più recentemente E. Pastorello esamina la sua produzione durante il sec. XVI e ne segna 11 edizioni tra il 1502 e il 1516, ma lo conosce col nome di Manfredo Bono o Manfrino da Monferrato. Scarse sono anche le notizie fornite dall'Ascarelli.
Le sottoscrizioni editoriali del B. sono (nelle sue edizioni dei sec. XV) di varia forma: "Manfredo de Monfera da Strevo", "Manfredo de Monteferrato de Sustrevo de Bonellis", "Manfrino de Monteferrato"; solo nelle edizioni del sec. XVI preferisce la forma: "Manfredo Bono" ed anche "Manfredo Bon". Al Castellani accadde di rinvenire un'edizione delle Poesie del Cariteo (s.d., ma 1506-1507) sottoscritta appunto con quest'ultima forma abbreviata del cognome; egli credette di aver scoperto un tipografo mai prima conosciuto e di aver rinvenuto, con l'esemplare marciano, un "unicum". È stato l'Essling il primo a descrivere accuratamente le tante insigni edizioni di libri figurati editi dal B. durante gli ultimi anni del Quattrocento e per i primi due decenni del secolo successivo. Altre notizie aggiunse V. Scholderer nella sua compilazione del catalogo dei libri quattrocenteschi italiani posseduti dal British Museum; così oggi l'opera editoriale e tipografica del B. è stata messa in evidenza, pur senza che se ne sia tentato uno studio completo ed organico.
Il primo prodotto noto del B. è la ristampa delle Favole di Esopo: vi si trova la versione metrica latina (Aesopus moralisatus) del testo esopiano datane da Gualtherius Anglicus (Anonymus Niveleti) accompagnata dalla traduzione in italiano per ogni favola, in doppio sonetto (l'uno detto "morale" e l'altro "materiale") di Accio Zucco da Sommacampagna.
Tale testo era stato messo a stampa per la prima volta in Verona da Giovanni e Alberto Alvise (26 sett. 1479). La ristampa è sottoscritta: "...per Manfredum de Monferrato de Sustreuo" ed è datata (stile veneto) 31 genn. 1491. È questo uno dei libri più illustrati di quegli anni: in 72 cc. ha sessantasei figure tratte da legni intagliati al tratto semplice e inquadrati da cornici a disegni vari. Le figure sono vivaci, argute, eleganti e inconsuete per la varietà di soggeti e di invenzione; bellissima è la grande xilografia che forma il frontespizio e che, nella larga cornice, racchiude il titolo.
Il 27 marzo 1492 il B. completò questa edizione con quella della Vita di Esopo, volgarizzamento del napoletano Francesco del Tuppo della Vita Aesopi di Rinucius Thettalus (Ranuccio da Castiglione). Vi compaiono - in 42 cc. - ventitré figure provenienti da legni intagliati da quello stesso maestro che preparò i precedenti per le Favole, dette comunemente "Esopo historiato".
Il 15 febbr. 1492 (1493) il B. ristampò la precedente sua edizione dell'Esopohistoriato in tutto simile alla prima. Altra replica ne dette il 17 ag. 1493 ed essa ebbe il suo complemento (la Vita Aesopi) l'8 novembre successivo. Il successo editoriale dell'opera dovette essere grande e ne richiese altre repliche: 27 sett. 1496 e 20 giugno 1497 e, durante il sec. XVI, 25 febbr. 1502 (1503) e 20 dic. 1508. Tutte le repliche hanno le medesime figure dell'edizione originale. Non si conoscono ristampe della Vita di Esopo che completino le edizioni dell'Esopo historiato del 1496. Tuttavia occorre far menzione di un'edizione s.d. del B., che i compilatori del Gesamtkatalog der Wiegendrucke rigettano al sec. XVI senza indicare dove essa si trovi. Durante il sec. XVI la Vita di Esopo fu replicata il 10 marzo 1503 e il 20 sett. 1505.
Il 14 dic. 1492 il B. licenziò un'edizione della Legenda aurea di Iacopo da Varazze volgarizzata col titolo: Legendario de Sanctihistoriato, cui fece seguire il testo latino della medesima il 20 sett. 1493.
L'edizione in volgare è un grosso volume di 266 cc. in folio, illustrato con centottantotto vignette tratte da legni intagliati da più maestri di scuola veneziana ed usati già per la Bibbia stampata il 15 ott. 1490 per Luc'Antonio Giunta da Giovanni Ragazzo.
In data 28 sett. 1493 il B. pubblicò il volgarizzamento del testo latino dello Itinerarius, attribuito a sir John Mandeville, narrazione di viaggi in Asia (su fonti e con utilizzazione di materiale dal Milione di Marco Polo) con il titolo: Tractato de le più marauegliose cosse che se trouano in le parte del mondo. Un esemplare ne esisteva nella raccolta di F. Murray, e non si ha di esso più notizie; esistono invece sette esemplari della replica che il B. pubblicò il 2 dic. 1496. Della successiva ristampa edita in società con il milanese Giorgio Rusconi il 23 dic. 1500 resta in Italia il solo esemplare della Bibl. Ambrosiana di Milano. Questo testo venne ancora replicato dal B. nel 1505. Una bella bordura xilografica e due vignette si trovano nel Lucano in volgare del 4 ott. 1495. V. Scholderer afferma che l'edizione è stata impressa con il carattere 76/77R usato dallo Scinzenzeler a Milano attorno al 1487. La figura che appare sulla prima carta dei Fioretti di SanFrancesco pubblicati il 4 nov. 1495 non è originale, ma proviene da un legno intagliato per l'edizione del Benali l'11 giugno 1493. Originale invece e di grande eleganza è il legno al tratto che il B. fece intagliare per la sua edizione del Lucidario di Honorius Augustodunensis, da lui pubblicata il 12 marzo del 1495, di cui resta in Italia un unico esemplare posseduto dalla biblioteca dell'Accademia dei Lincei in Roma. Due giorni dopo (14 marzo 1495) il B. licenziò la ristampa della Vita di Nostra Donna, poema in terza rima di Antonio Cornazzano, con otto figure. L'edizione fu replicata il 23 genn. 1498 (1499) ed essa è l'ultima ristampa quattrocentesca dell'opera. Molto bello è il legno ombreggiato che adorna il frontespizio del Formulario da ditarelittere, compilazione attribuita ad un Bartolommeo miniatore, pubblicato il 15 genn. 1495 (1496), che esiste in esemplare unico nella Biblioteca Nazionale di Milano. L'edizione fu replicata il 10 ott. 1500 e ancora nel 1505, 1506 e 1508. Non priva di interesse è l'edizione della Epitome regniParthenopaei, breve cronica versificata in volgare da Giorgio Sommariva pubblicata in data 26 sett. 1496. Comune è ancor oggi la ristampa dei trattati di Giovanni Boccaccio: Genealogiae. De montibus et sylvis, edito, il 25 marzo 1497; è questa una delle pochissime opere in latino edite dal Bonelli. Nessuna copia esiste in Italia del Decameron stampato "...per Maestro Manfrino de monteferrato de Sustreuo de Bonelli..." datata 5 dic. 1498 e posseduta dal British Museum, per la quale furono usati i legni celeberrimi fatti intagliare da Gregorio de Gregori per la sua edizione del 1492. Di molto minore importanza, ma non prive di interesse sono: la tarda replica delle Meditationes dello Pseudo-Bonaventura, nel testo volgarizzato da ignoto col titolo: Devotissima meditationesopra laPassione del nostro SignoreGesù Cristo cavate e fondate originalmentesopra san Bonaventuracardinale del ordine minoree sopra Nicolò deLyra eziandio sopraaltri dottorie predicatori approvati del 14 marzo 1497 e la Epistola Hieronymi ad Eustochiam nella versione italiana anonima, datata 1498, cui seguì il 28 febbraio del 1498 (1499) la ventesima ristampa della Vita Hieronymi nella compilazione italiana di ignoto che ha per titolo: Vita e transito di san Girolamo. Sono ancora da menzionare le due repliche del Lucidario edite il 30 genn. 1496 (1497) e il 12 genn. 1498 (1499).
Nell'anno 1500 il B. si unì in società col milanese Giorgio Rusconi, con la ragione sociale: "Manfredus de Sustrevo et Georgius de Rusconibus socii". La società durò un solo anno e pubblicò le Opere poetiche del Tebaldeo (1º ag. 1500), di cui resta il solo esemplare, sino ad oggi censito, esistente nella Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma. Questo testo fu replicato dal solo B. negli anni 1503, 1505, 1506, 1507. Il 1º ott. 1500 vennero edite le Elegantiae di Lorenzo Valla. Il 12 ott. 1500 vide la luce l'opuscolo attribuito a Cicerone Synonyma; seguì la già citata replica del volgarizzamento dell'Itinerarius e forse anche una ristampa dei Privilegia et indulgentiaefratrum minorum. Cessata la società col Rusconi, il B. riprese a lavorare da solo e continuò la sua attività senza interruzioni sino al 1508, sia ristampando sue precedenti edizioni sia pubblicando nuovi testi, ma non di opere di gran rilievo. La sua editoria restò sempre limitata a libri di modesta mole in italiano, illustrati, destinati ad un pubblico largo di media cultura, non escludendo tra le sue edizioni operette popolaresche di facilissimo smercio. Di questo periodo si possono menzionare: i Sonetti e Canzoni di Matteo Maria Boiardo (26 giugno 1501) riprodotti dall'edizione di Reggio Emilia per conto di Giovanni Battista Sessa, pel quale - nello stesso anno - produsse la prima edizione nota dell'Alexandromagno imperatore, poema in dodici canti, variamente intitolato nelle ristampe fattene da altri tipografi. Sembra essere di quest'anno - dall'esame dei caratteri tipografici usati - anche l'altra edizione stampata dal B. per il Sessa: Libro tertio delloAlmansore chiamatoCibaldone, compilazione tratta dal testo di Mūḥammad ibn Zakarīyā, già molte volte messa a stampa. Pubblicò più volte le Opere di Serafino Aquilano copiando l'edizione romana di J. Besicken comparsa il 24 dic. 1502 e, per il successo che incontrarono, le riprodusse nel 1503 ed ancora - con testo ampliato - nel 1504, 1505 (per conto di Nicolò Zoppino) e 1508 (1509). Talune di queste ristampe sono oggi rarissime. Il 30 marzo 1503 pubblicò il Soliloquio di sanctoAugustino con il ManualeVulgare che replicò nel 1506 e nel 1519, e questo fu (salvo migliori indagini) l'ultimo suo prodotto.
Il 14 dic. 1502 il B. diede la prima edizione dei Sonetti e Canzone di Antonio Cornazzano replicata nel 1503 e nel 1508. Nel 1504 riprodusse l'edizione bolognese di Caligola Bazalieri del Timone di Matteo Maria Boiardo. Il 9 dic. 1505 ristampò la Expositione sopra al salmo L "Miserere mei deus" tradocto di latino di Girolamo Savonarola. Dell'anno 1507 si possono ricordare: la prima edizione della Psyche e l'Aurora di Niccolò da Correggio, che ha due belle xilografie ombreggiate con cornici a fondo nero; il Morgante di Luigi Pulci, nel quale appaiono vignette molto mediocri, e il Compendio di cose nove di Vincenzo Calmeta, ristampato nel 1508. In questo stesso anno pubblicò la prima edizione della Tragedia di Antonio Cammelli e i Sermones di G. Britannico, la Quaestio de aqua et terra di Dante e il poema cavalleresco El Troiano, notevole per la vigorosa xilografia del frontespizio. Altro poema cavalleresco, Buovo d'Antona, pubblicò il 20 marzo 1509, con quarantadue figure non originali.
Dopo il 1508 la sua attività diminuì tanto da cessare quasi del tutto o da ridursi alla stampa di opuscoli popolareschi sui quali non compare il suo nome né la data e che si possono solo identificare come usciti dalla sua bottega attraverso l'esame dei caratteri tipografici usati. Nel 1514 riprese una maggiore attività e pubblicò due poemi cavallereschi largamente illustrati: Innamoramento di Carlo Magno con 154 vignette e Altobello con 169 vignette. Nel 1516 ristampò il Libro del Peregrino, romanzo avventuroso del Caviceo; dopo di che la sua bottega nulla più produsse se non quell'edizione (nota in copia unica esistente nella biblioteca Rossiana di Vienna) già citata del Soliloquio di s.Agostino.
Non è ancora possibile accertare l'anno di morte del Bonelli.
La sua fama appare legata essenzialmente ai libri illustrati. Egli non fu un editore per gli eruditi; i testi da lui editi erano quasi tutti già a stampa e di comune lettura tra il pubblico di media cultura e tra quello ancor meno esigente; le sue edizioni non sono corrette, anzi talune peccano di trascuratezza: cosa assai comune a non pochi tipografi veneziani suoi contemporanei. Tuttavia la storia della tipografia veneziana del '400 e dei primi del '500 non può non interessarsi ai suoi prodotti, oggi ricercatissimi dai bibliofili amanti dei libri figurati.
Fonti e Bibl.: Venezia, Biblioteca Marciana, Ms. It., cl. VII, 2048, passim; Ibid., E. A. Cicogna, cod. Cicogna 3044, Elenco distampatori e librai tanto venetiche forestieri che stamparono aVenezia dal 1469 al 1857, ff. 4-5; C. Castellani, Di un'edizionedelle Poesie del Cariteofatta nei primi anni delsec. XVI e d'unnuovo nome di tipografo, in Il Bibliofilo, VIII (1887), pp. 8 ss. (rec. in Giorn. stor.d. letter. ital., X [1887], p. 267); A. Tessier, Stampatori in Venezia nel sec. XV, in Archivio veneto, XXXIV (1887), pp. 122-124; E. Pastorello, Tipografi,editori,librai aVenezia nel sec. XVI, Firenze 1924, p. 15; Id., Bibliografia storico-analitica dell'arte dellastampa in Venezia, Venezia 1933, n. 848, p. 1241; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1952, p. 174; P. J. Norton, Italian printers:1501-1520, London 1958, p. 151. Per le edizioni quattrocentine: V. Scholderer, Catalogue of booksprinted in the XVcentury now in the British Museum, VI, London 1924, pp. XIV, 503 ss.; T. Accurti, Editiones saeculi XV pleraeque bibliographis ignotae, Firenze 1925, p. 18; Editori e stampatori italiani del Quattrocento, introduz. di R. Bertieri, Milano 1929, p. 25 e tavv. XIX, XX; A. Cioni, Esemplari unici della BibliotecaCorsiniana dell'Acc. dei Lincei, Roma 1962, pp. 25, 62; Gesamtkatalog derWiegendrucke, VI, col. 681; Indice generale degli incunaboli dellepubbliche biblioteched'Italia, II, Roma 1948, p. 93. Per i libri figurati: V. Essling, Les livres à figuresvénitiens de la fin du XVet du commencement duXVI siècle, Florence-Paris 1908-1914, pp. 238-242; M. Sander, Le livre à figuresitalien depuis1467 iusqu'à 1530, Milano 1942, passim.