Donati, Manetto
Figlio di messer Donato di Ubertino (citato in Pd XVI 119); fu suocero di Dante.
Le notizie su di lui cominciano con un atto di procura tra il comune di Firenze e i frati Umiliati del 7 novembre 1278. Qui egli non ha ancora il titolo di " dominus ", e neppure lo aveva quando venne registrato tra gli " expromissores " guelfi di Por S. Piero nella pace tra guelfi e ghibellini del 18 gennaio 1280 promossa dal cardinale Latino; mentre " dominus " è qualificato nelle consulte consiliari del 1290, quando egli fu vicario della lega della Valdisieve e interloquì su problemi inerenti a una spedizione militare contro Pisa. Nel 1295, messer Manetto parlò nei consigli intorno alla pace con Pisa; il 23 dicembre 1303 infine venne nominato nei predetti consigli podestà di Colle in Valdelsa per il primo semestre del 1304. Visse oltre quell'anno, poiché si trova un messer Manetto Donati compreso tra i " feditori " elencati in un libro degli Ufficiali di guerra cominciato nel 1304: si ritiene che si tratti di lui in quanto, osservò il Barbi, " altri Manetti Donati col titolo di messere non si conoscono in quel tempo ".
Ebbe a moglie una donna Maria; dal cui testamento, del 17 febbraio 1315, conosciamo la discendenza della coppia. I figli maschi furono Teruccio, Niccolò, Neri e Forese, detto Foresino (questi ultimi due premorti ai genitori). Almeno una femmina nacque dal matrimonio fra messer Manetto e Maria: Gemma moglie di D. Alighieri. Assai stretti furono i rapporti tra D. e il suocero; questi infatti fu uno dei cinque garanti in un prestito di 480 fiorini d'oro ottenuto, il 23 dicembre 1297, dal poeta e da suo fratello Francesco dai banchieri soci Iacopo del fu Litto dei Corbizzi e Pannocchia Riccomanni, zio quest'ultimo di quel Lapo che sposò Tana sorellastra di Dante. Anche in altri casi simili, il Donati venne in aiuto al genero: ma per queste malleverie conosciamo soltanto l'ammontare del prestito e i nomi dei mutuanti: cioè Perso Ubaldini per 90 fiorini d'oro, e messer Filippo di Lapo Bonaccolti per 46 simili fiorini. Di tutto questo, si viene a conoscenza attraverso le ultime volontà di donna Maria. Non avendo i due Alighieri fatto fronte al loro impegno di restituzione, almeno per il primo debito, i due soci prestatori si spartirono il credito a metà, e di parte della metà toccata al Corbizzi, e poi passata ai suoi figli ed eredi, si giunse a conclusione solo nel novembre 1332 per mezzo di cessioni e vendite di terre a Giovanna, vedova di Litto.
Bibl. - Ildefonso di S. Luigi, Delizie degli eruditi toscani, IX, Firenze 1777, 53, 85; Consulte della Repubblica Fiorentina, a c. di A. Gherardi, I, ibid. 1896, 199 e 456; II, ibid. 1898, 36; B. Barbadoro, Consigli della Repubblica Fiorentina, Bologna 1921, 133; M. Barbi, Un altro figlio di D.?, in " Studi d. " V (1922) 15-16 (rist. in Problemi II 353-354); Piattoli, Codice 115, 153-155. Una serie di regesti di documenti sui figli di messer Manetto è data in M. Barbi, Per l'Epistola all'Amico fiorentino, in " Studi d. " II (1920) 121-126 (rist. in Problemi II 309-312).