MANETONE (gr. Μανέϑως, Μανεϑῶ, raramente Μανεϑῶϑ; lat. Manethon; interpretato da W. Spiegelberg, poco felicemente, Ma'‛e-en-Ṣḥowte "La rettitudine di Thout")
Scrittore egiziano, nato forse a Sebennytos (Samannūd); avrebbe rivestito gli uffici di scriba dei templi e sacerdote. Sotto Tolomeo I Sotero fu tra quelli che ordinarono il culto di Serapide (285 a. C.); sotto Tolomeo II Filadelfo (dopo il 280) pubblicò l'opera famosa Αἰγυπτιακά. Era la storia del suo paese, attinta agli archivî sacri; scritta, come si dice, anche per screditare Erodoto. Essa, purtroppo, è andata smarrita, salvo alcuni passi citati da Flavio Giuseppe nella sua polemica contro Apione; che appaiono all'esame alterati nell'età ellenistica, in favore o contro gli Ebrei. Invece c'è pervenuta, nella Cronografia di Giorgio Sincello, la cosiddetta Epitome, lista dei sovrani con qualche magra e rara notizia storica e la durata dei singoli regni in anni arrotondati. Quegli la dedusse, verso il 792, dal Pentabiblon di Giulio Africano (circa 220 d. C.) e dalla Cronaca di Eusebio (327 circa); perduto il primo; la seconda, esistente solo in una versione marmena. Da queste o da altre fonti derivano alcuni estratti del tempo giustinianeo, editi nel 1658 dallo Scaligero con la designazione Excerpta Barbari.
L'epitome, senza dubbio non compilazione di M., mostra la storia divisa in tre volumi. Il primo descriveva i regni degli dei, dei semidei dei mani; quindi quelli degli uomini. Questi erano raggruppati in famiglie dinastie, che prendono nome dalla città loro capitale o loro patria. La prima aveva inizio con Menes da This. Il secondo volume abbracciava le dinastie XII-XIX; il terzo, le dinastie XX-XXX (342 a. C.). La XXXI "Persiani" (342-332) è un'aggiunta dell'epitome. Naturalmente le divisioni di M. non corrispondono in nulla ai periodi storici dei moderni. Gl'inevitabili errori introdottisi ricopiando nomi e cifre e in qualche successione, rendono impossibile restituire un testo che rispecchi fedelmente l'originale. Oggi del resto se ne sente meno la necessità, perché documenti egizî quali il "Canone dei Re" in Torino, gli Annali di Palermo, le liste degli antenati mettono in grado di stabilire gli elenchi dei faraoni sino al principio della XIX dinastia. Pernicioso è l'effetto che questi dati pseudomanetoniani esercitano tuttora sulla cronologia.
Degli scritti attribuiti a Manetone il Περὶ ἑορτῶν, il Περὶ κατασκευῆς κυϕίων, il Περὶ ἀρχαϊσμοῦ καὶ εὐσεβείας sono forse capitoli del trattato teologico ἱερὰ βίβλος; ; il Τὰ πρὸς ‛Ηρόδοτον parrebbe parte della storia. È incerto che gli appartenga il Φυσιολογικά; spurî il βίβλος Σώϑεως, il παλαιὸν χρονογραϕεῖον, e gli 'Αποτελεσματικά per i quali l'autore godé fama tra gli astrologi sino in India.
Le opere storiche, in Fragmenta Histor., II, pp. 511-616 (Parigi 1848) e riprodotte in Bunsen, Ägypt. Stelle in Weltg., III (Urkundenbuch); Ideler, Hermapion, I, p. 32; I. Rosellini, Mon. Stor., I, p. 1; J. C. Prichard, Analys. of the Eg. Myth., appendice (Londra 1819); delle Apotelesmatiká ci sono le ediz. di G. Gronow (1698), Axt e Rigler (1832), Kchlöy (1858).
Bibl.: R. Lagueur, King e W. Kroll, art. Manetho, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, coll. 1060-1106; J. Baikie, Manetho, in Enc. of Religion and Ethics; A. Böck, Manetho u. die Hundssternperiode, Berlino 1845 (con aggiunte in Zeitschr. f. Geschichtswiss., II, p. 44); L. Havet, Mém. sur l'authent. des ouvr. attrib. à Bérose et à Manéthon, in Comptes-rendus de l'Acad. des Inscr., 1873; J. Krall, Die Kompos. u. das Schicksal des Maneth. Geschichtswerkes, in Sitz. Ak. Wiss. Wien, XCV (1879), p. 123; id., Manetho u. Diodor, ibid., XCVI (1880), p. 237; F. J. Lauth, Manetho u. d. Turiner Königspapyrus, Monaco 1865; id., Die Sothisliste Manethos u. zwei astron. Denkmäler, in Correspondenz-Blatt d. deutsch. Gesell. f. Anthrop. Ethnol. u. Urgesch., XV (1884), p. 41; R. Lepsius, Über d. Maneth. Bestimmung d. Umfanges d. äg. Gesch., in Abhand. Ak. Wiss., Berlino 1857, p. 26; id., Die Chronol. d. Aegypter, Berlino 1849; Th. H. Martin, Opinion de Manéthon sur la durée totale de ses trente dyn. ég., in Rev. Arch., 1860, pp. 78, 131; Ed. Meyer, Aeg. Chronol., in Abhand. Ak. Wiss., Berlino 1904; id., Nachträge z. äg. Chronol., ibid., 1907 (fusi in Chron. égypt., in Ann. Mus. Guimet, XXIV, Parigi 1912); v. anche Gesch. d. Altert., I, ii, 4ª ed., Stoccarda 1921, p. 32 segg., e Nachtrag., ibid., 1928, p. 40 segg.; G. F. Unger, Chron. des Manetho, Berlino 1867. Sull'etim. del nome egiziano: W. Spiegelberg, Zur Deutung d. Namens Manetho, in Orient. Lit.-Zeit., XXXI (1928), col. 649; A. Momigliano, in Riv. di fil. class., n. s., IV (1931), p. 490 segg.