Teologo (n. 1040 circa - m. prima del 1119). Verso il 1082 fu canonico nel convento di Lautenbach, più tardi (1086) a Raitenbach in Baviera, poi in Alsazia fu primo preposito del convento di canonici regolari a Marbach; partigiano di Gregorio VII contro Enrico IV, fu fatto arrestare dall'imperatore (1098); ma nel 1103 era di nuovo a Marbach. Ci sono pervenuti due suoi scritti: Liber ad Gebehardum e Liber contra Wolfelmum: nel primo, in polemica contro Wenrico di Treviri sostenitore della politica di Enrico IV, difende l'opera riformatrice di Gregorio VII ed enuncia una teoria del potere civile secondo la quale la sovranità è un officium delegato dal popolo al re che, ove venga meno al patto, governando con potere dispotico, sarà denunciato dal papa e cacciato dal popolo stesso, come fedifrago. Nel Liber contra Wolfelmum combatte la filosofia pagana (conosciuta soprattutto attraverso il commento di Macrobio al Somnium Scipionis) di cui denuncia il "naturalismo", contrapponendolo al soprannaturalismo cristiano, che M. intende in modo affine a Pier Damiani.