mancia
Due occorrenze nella Commedia: If XXXI 6 solea... la lancia / d'Achille... esser cagione / prima di trista e poi di buona mancia (cfr. Ovid. Rem. am. 44), e Pd V 66 siate fedeli, e a ciò [i voti] far non bieci, / come Ieptè a la sua prima mancia. La spiegazione tradizionale di m. in questi due luoghi è quella di " cosa che si dà ad altri " (Scartazzini-Vandelli), " offerta " (Casini-Barbi), " dono ", ma non soddisfa pienamente, specie per il secondo. Interessante l'interpretazione del Pézard, che (cfr. Studi in onore di A. Monteverdi, Modena 1959) traccia la storia del vocabolo francese manche, nel suo significato cavalleresco tradizionale (manica staccabile che la dama regalava al cavaliere vincitore); da qui manche nel senso di u assalto ": M. sarebbe dunque un gallicismo attestato per la prima volta in Dante.
Per il passo del Paradiso cfr. il Mattalia: " Secondo il Daniello, seguito dal Venturi e dal Volpi, mancia significherebbe saluto, e si dovrebbe intendere: nei confronti della prima persona uscita a salutarlo al suo ritorno ".