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MANASSE

di Giuseppe RICCIOTTI - Alfredo Vitti - Enciclopedia Italiana (1934)
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MANASSE

Giuseppe RICCIOTTI
Alfredo Vitti

. Re di Giuda, regnò circa dal 689 al 641 a. C., succedendo in età di 12 anni a suo padre Ezechia (v.). Il suo regno lunghissimo (di 55 anni secondo II [IV] Re, XXI,1, ma la lezione è dubbia) fu contemporaneo a quello dei re assiri Sennacherib, Assarhaddon e Assurbanipal, dei quali M. fu vassallo. All'interno il suo regno fu in massima parte una reazione netta e radicale contro il periodo di suo padre Ezechia: come Ezechia era stato ardente fautore dello jahvismo, sotto l'ispirazione specialmente del profeta Isaia, e ostile a influenze straniere sul nazionalismo giudaico, così M., rientrato nell'influenza della civiltà dell'Assiria attraverso i circoli di corte che lo dominarono fino da fanciullo regnante, fu poi ardente fautore della civiltà assira e per diretta conseguenza anche del sincreti smo idolatrico. Sotto M. gli dei assiri e di altre nazioni furono veneratissimi nel regno di Giuda; nello stesso tempio di Gerusalemme furono innalzati altari a quelle divinità e vi fu praticata anche la prostituzione sacra (II [IV] Re, XXIII, 3 segg.). Il dio antropofago Moloc (v.) fu onorato da M. col sacrificio del proprio figlio (ivi, XXI, 6; cfr. XXIII, 10), ed ebbe un luogo sacro speciale nella Valle di Hinnom. M. perseguitò con grandi stragi gli jahvisti fedeli all'antico indirizzo, e la tradizione secondo cui Isaia (v.) sarebbe stato martirizzato da M., benché assai tardiva, è del tutto verosimile.

Il solo Cronista (II Cron., XXXIII, 11 segg.) dà la notizia che, a un certo punto, M. fu portato dagli Assiri prigioniero in Babilonia, ma liberato più tardi e ritornato a Gerusalemme passò alla corrente profetico-jahvistica, favorendola zelantemente e dandosi a distruggere le conseguenze del suo precedente atteggiamento. La stessa sorte di M. subì dagli Assiri Necao principe di Sais sul Delta egiziano (deportato in Mesopotamia e poi rimandato nei suoi dominî); come pure la deportazione in Babilonia (invece che in Assiria) si spiega col fatto che il monarca assiro di quel tempo, impadronitosi nel 648 a. C. di Babilonia, vi dimorò frequentemente per sorvegliarla dappresso. Sembra dunque che il fatto avvenisse sotto Assurbanipal.

La preghiera di Manasse. - La più antica testimonianza d'una liberazione a mezzo di preghiera del re deportato e incarcerato ci viene riferita da S. Giovanni Damasceno, sotto l'autorità di un tal Africano (Sacra Parallela, lit. E. tit. VII; in Patr. Graeca, XCV, 1436). Certo nel sec. III d. C. la Didascalia sira cuciva IV Re, XXI,1-16 con una preghiera di Manasse, senza dare segno alcuno di dipendenza da fonte estranea. Ora questa preghiera è inserita nel codice alessandrino della Bibbia in greco. Tutto converge a fare supporre che la prima origine della recensione attuale rimonti appunto alla Didascalia: per tal modo la Siria e il sec. III potrebbero essere assegnati a luogo e tempo della sua composizione. Nella Volgata si trova annessa, sebbene senza altro intento che quello di conservare un antico documento, molto usato tuttora nella liturgia, per quanto non canonico. In essa il re tormentato chiede perdono dell'avere pmpugnato l'idolatria, e si raccomanda con cuore contrito al Dio dei penitenti, che quindi come tale è più proprio di questi che dei Patriarchi innocenti. Più che la liberazione effettivamente chiede di non essere dannato alle pene dell'abisso sotterraneo, mentre unisce la sua lode a quella delle potestà celesti. Della preghiera di M. esiste una versione greca (in Swete, The Old Testament in Greek, III, 3ª ed., Londra 1906, 824 segg.) e una versione armena in Libri non canonici del Vecchio Testamento, Venezia 1896, 235 segg. (in armeno).

Bibl.: Fr. Nau, Un extrait de la Didascalie: la prière de Manassé, in Rev. Orient Chrét., 1908, pp. 138-40; H. H. Howorth, The prayer of M. and the book of Esther, in Proceed. Soc. bibl. arch., XXXI (1909), pp. 89-99.

Vedi anche
Amon ‹à-› (ebr. Āmōn, gr. ᾿Αμών e ᾿Αμώς). - Re di Giuda dal 641 al 639 a. C.; figlio di Manasse, favorì come il padre le pratiche idolatriche e quindi fu avverso ai principî religiosi propugnati dai profeti. Fu ucciso da una congiura di palazzo, ma il popolo uccise a sua volta i congiurati e pose sul trono ... Ezechìa Ezechìa ‹eƷƷ-› (ebr. Ḥizqiyāh[ū], gr. ᾿Εζεκίας, lat. Ezechias). - Tredicesimo re di Giuda (715-687 a. C.), figlio di Acaz, tentò di recuperare al regno la piena indipendenza. Fidando nelle difficoltà che impegnavano gli Assiri in Babilonia e nell'alleanza egiziana, sospese il pagamento dei tributi agli ... Giosìa Giosìa ‹-ʃ-› (ebr. Yō'shiyyāhū, gr. ᾿Ιωσίας, lat. Iosīas). - Re di Giuda (640-609 a. C.), figlio di Amon e nipote di Manasse. Approfittò della crisi dell'impero assiro, messo in difficoltà da Medi e Babilonesi, per sospendere il pagamento del tributo e per annettere i territorî già d'Israele e poi province ... Isaìa Isaìa (ebr. Yĕsha῾yāh[ū], gr. ῾Ησαΐας, lat. Isaias). - Profeta ebreo, da cui prende il nome un libro dell'Antico Testamento. Isaia, figlio di Amoṣ (da non confondere con il profeta Amos), nacque probabilmente a Gerusalemme intorno al 765 a. C. La sua vocazione profetica avvenne verso il 740 a. C., nell'anno ...
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Vocabolario
manita
manita s. f. Nel gergo calcistico, vittoria di una squadra che realizza cinque goal; anche, il gesto a mano aperta che indica i cinque goal segnati. ◆ La "manita", il gesto con la mano che sta ad indicare le 5 reti, potrebbe divenire a...
nippo-mania
nippo-mania nippomania (nippo-mania), s. f. Infatuazione, passione smodata per tutto ciò che proviene dal Giappone; con particolare riferimento ai cibi e alla cucina. ◆ La nippo-mania ha conquistato anche la Capitale. Klaus Davi, massmediologo...
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