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MAMERTINI

di Giulio Giannelli - Enciclopedia Italiana (1934)
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MAMERTINI (Μαμερτῖνοι, Mamertini)

Giulio Giannelli

Nome col quale si denominarono i mercenarî italici, per la maggior parte campani, del tiranno siracusano Agatocle; derivato dal nome osco del dio della guerra (Mamers "Marte").

Dopo la morte di Agatocle (289 a. C.) il governo repubblicano instauratosi in Siracusa dovette venire a patti coi numerosi mercenarî del disciolto esercito del tiranno, a ciascuno di essi fu promessa la cittadinanza e un lotto di terre. Ma, sopraggiunte presto discordie fra gli antichi e i nuovi cittadini di Siracusa, i Mamertini s'indussero ad accettare denaro in cambio delle terre ricevute e ad abbandonare la città. Sulla via del ritorno, però, quando già stavano per salpare dalla Sicilia verso la penisola, riuscirono a impadronirsi a tradimento della città di Messina: uccisi tutti gli uomini adulti, la città, le donne, i beni di essi vennero in possesso dei Mamertini. Ben presto i nuovi padroni di Messina ebbero sparso il terrore in tutta la regione orientale dell'isola a nord di Siracusa: le campagne erano sistematicamente saccheggiate, alcune città furono prese o distrutte, altre sottoposte a tributo (circa 283 a. C.).

Pochi anni dopo (alla fine dell'estate del 278 a. C.), sbarcava Pirro in Sicilia; i Mamertini, ben sapendo che il re d'Epiro avrebbe fatto pagar loro care le violenze commesse a danno delle città siceliote, non esitarono ad allearsi coi Cartaginesi. Ma ebbero la peggio nell'impari lotta: trovatisi presto i Cartaginesi nell'impossibilità di coprire il loro territorio dalle offese di Pirro, i Mamertini furono più volte battuti dai Greci in scontri parziali e sconfitti infine in grande battaglia campale; perdettero la maggior parte dei loro castelli, e solo la decisione, cui Pirro fu costretto, di rinunciare al proseguimento della guerra in Sicilia, permise loro di restare in possesso di Messina. Partito Pirro, i Mamertini rialzarono la testa, incoraggiati e appoggiati dai Cartaginesi. Né si contentarono di riguadagnare le antiche posizioni in Sicilia, ma, accordatisi coi Campani di Reggio, si diedero a scorrazzare anche nel Bruzio, distruggendo Caulonia e occupando Crotone, dopo che ne ebbero massacrato il presidio romano. Toccò allora a Roma stessa prendere le armi contro i temibili predoni; Reggio fu assediata e costretta ad arrendersi; i Campam ivi catturati furono giustiziati, la città restituita ai suoi cittadini greci: Cartagine lasciò fare, Siracusa appoggiò le operazioni dei Romani (270 a. C.). Il colpo fu grave per i Mamertini e la loro potenza ne fu scossa anche in Sicilia; tanto più che Siracusa si andava ora meglio apparecchiando alla lotta, dopo che il pronunciamento di Mergane aveva posto a capo, prima dell'esercito poi dello stato, il valente condottiero Gerone. Gravemente battuto dai Mamertini in un primo scontro presso Centuripe, Gerone attese prima a riorganizzare le milizie siracusane, indi tornò di nuovo a misurarsi coi nemici: i due eserciti, forti ognuno di più di 10.000 fanti e 1500 cavalli, si scontrarono presso il fiume Longano, nella pianura di Milazzo; i Mamertini furono pienamente battuti e per la maggior parte uccisi (265 a. C.).

Più nulla avrebbe ormai potuto salvare Messina dal cadere in mano di Gerone; onde i Mamertini si rivolsero di nuovo all'aiuto di Cartagine, non osando fare la stessa richiesta ai Romani: troppo fresco era il ricordo della terribile punizione inflitta ai Campani di Reggio. I Cartaginesi furono ben lieti di rispondere all'appello dei Mamertini: come lasciarsi sfuggire l'occasione, tanto a lungo invano desiderata, di porre piede sullo stretto? Tosto un presidio Cartaginese fu introdotto nell'acropoli di Messina a protezione della città; e Gerone, poiché una guerra con Cartagine non era nelle sue intenzioni, riconobbe il fatto compiuto e sospese le ostilità contro i Mamertini. Ma non potevano i Romani assistere indifferenti allo stanziarsi dei Cartaginesi sullo stretto di Messina, in una posizione che li rendeva arbitri di interrompere, quando lo volessero, le comunicazioni fra il Tirreno e lo Ionio. D'altra parte i Mamertini non erano affatto entusiasti del protettorato cartaginese; anzi un forte gruppo di essi avrebbe preferito, fin da principio, la presenza di un presidio romano nella città. Il partito filoromano guadagnò rapidamente terreno e - aiutato probabilmente anche dall'attività di agenti romani - finì per prevalere. E così i Mamertini si rivolsero a Roma, sollecitandola ad assumere la loro protezione (264 a. C.). Fu questa, come è noto, la scintilla che accese il grande incendio: lo sbarco di Appio Claudio a Messina segnò al tempo stesso la fine della storia dei Mamertini e l'inizio del duello fra Roma e Cartagine.

Bibl.: A. Holm, Storia della Sicilia, II, Torino 1896, p. 509 segg.; O. Meltzer, Geschichte der Karthager, II, Berlino 1896, passim; K. J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., IV, Berlino e Lipsia 1925, pp. 542 segg., 554, 643 segg.; G. De Sanctis, St. dei Rom., Torino 1907 segg., II, pp. 405, 407; III, p. 92 segg.

Vedi anche
Geróne II re di Siracusa Geróne II re di Siracusa. - Nato da modesta famiglia a Siracusa verso il 306 a. C., dopo aver militato con onore contro i Cartaginesi, fu riconosciuto stratego, insieme ad Artemidoro, in seguito a iniziativa dei soldati (275-74). Sconfitto dai Mamertini sul fiume Ciamosoro, ebbe una rivincita decisiva ... Cartagine (fenicio Qart Ḥadasht) Colonia fenicia nell’Africa settentrionale. Fu fondata nell’814 a.Cartagine, secondo la tradizione da Elissa (Didone). Per la sua posizione favorevole (tra il lago di Tunisi e il mare), si spinse subito sulla via dei traffici e della colonizzazione (7° sec. a.Cartagine) e divenne ... Siracusa Comune della Sicilia sud-orientale (204,1 km2 con 123.595 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. La città, nel suo nucleo originario continuativamente abitato dal 14° sec. a.C., occupa l’isola di Ortigia (alla quale l’insediamento si ridusse e rimase circoscritto fino alla fine dell’Ottocento), unita ... Messina Città della Sicilia nord-orientale (211,2 km2 con 243.997 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È posta sulla costa occidentale dello stretto che da essa prende nome; una lingua di terra di forma falcata (la Penisola di San Ranieri, terminante con la Punta San Salvatore) forma un buon porto naturale. ...
Altri risultati per MAMERTINI
  • mamertini
    Dizionario di Storia (2010)
    Nome, derivato da quello del dio Mamerte, col quale furono chiamati i mercenari italici del tiranno siracusano Agatocle. Dopo la morte di questi (289 a.C.), i m. si impadronirono di Messina (285) ed estesero il proprio dominio su una vasta area della Sicilia nordorientale. Battuti da Pirro durante la ...
Vocabolario
mamertino
mamertino agg. e s. m. [dal lat. Mamertinus, der. di Mamers -ertis, Mamerte]. – 1. Propriam., relativo a Mamerte, nome osco del dio della guerra corrispondente al dio Marte dei Latini. In epoca romana fu chiamata città m. (lat. Mamertina...
Marte
Marte (lat. Mars Martis). – 1. Nome di un antico dio italico e romano venerato soprattutto come divinità guerresca, e quindi esteso, in similitudini poetiche, a indicare guerrieri forti e ardimentosi: Se ’l miri fulminar ne l’arme avvolto...
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