malvagio
Mentre come aggettivo - in funzione di attributo o di predicato, riferito a persone o a cose, spesso unito ad altri aggettivi - il termine presenta per lo più una certa varietà di significati abbastanza precisi, nei casi (molto meno numerosi) in cui è sostantivato vale genericamente " cattivo ", contrapposto a ‛ buono ': Rime XCI 102 Digli che 'l buon col buon non prende guerra, / prima che co' malvagi vincer prove; Cv IV I 7 li buoni erano in villano dispetto tenuti, e li malvagi onorati ed essaltati; XI 8 più volte a li malvagi che a li buoni le celate ricchezze... si rappresentano (così ai §§ 9 e 10, e XXIX 11; in VII 9 la contrapposizione è ai giusti... cioè... valenti). Anche come aggettivo: IV VII 5 non solamente colui è vile... che disceso di buoni è malvagio; VII 9 (in un'integrazione; v. anche Pg XIX 144 Nepote ho io... / buona da sé, pur che la nostra casa / non faccia lei per essempro malvagia), e 10 veramente morto lo malvagio uomo dire si puote, e massimamente quelli che da la via del buono suo antecessore si parte; cfr. anche XXIV 13, riferito ai comandamenti. In Cv IV XXIX 5, per l'opposizione a valente, l'aggettivo viene a significare " dappoco " (la stessa opposizione in Rime dubbie XXII 8 lo desio fa l'uomo migliorare, / che 'l più malvagio isfora di valere). Per li malvagi e ingannati uomini che di nobilitade hanno infimo a ora iniquamente parlato (Cv IV XVI 1), il concetto di ‛ cattiveria ' si restringe nell'allusione a una più limitata categoria di persone; sono in un certo senso quasi " traditori " li malvagi uomini d'Italia che commendano lo volgare altrui e lo loro proprio dispregiano (I XI 1).
Ancora come aggettivo, m. acquista forte rilievo nelle parole dell'aquila del cielo di Giove, che definisce tali le genti (Pd XIX 17) che sulla terra commendan lei [cioè la mia memoria], ma non seguon la storia. E poiché l'aquila s'identifica con la giustizia (cfr. v. 13), malvage assumerà qui anche la connotazione di " ingiuste ": " pravae et iniquae ", dice infatti Benvenuto; " rie e peccatrici " il Buti. Densa di significato anche l'occorrenza di Pd XVII 62 (la compagnia malvagia e scempia - " ria... e divisa ", Buti - che graverà le spalle del poeta esule, contro cui tutta ingrata... / si farà: in questa ingratitudine consiste dunque la sua ‛ malvagità '), mentre m. perde rilievo riferito a Bocca degli Abati, finendo col diventare un attributo quasi ovvio di traditor (If XXXII 110).
In una rima della Vita Nuova, unito a vile, m. è riferito al core... di pietra di chi non piange per la morte di Beatrice, e vale quindi " crudele " (XXXI 11 33). Nelle parole di Guido del Duca, è per il decadere delle virtù di amore e cortesia che i cuor son fatti sì malvagi (Pg XIV 111). Analogamente in Rime LXXXIII 112, dove, unito a rei, m. è detto dei falsi cavalier, nemici della cortesia. La stessa dittologia sinonimica in If I 97, a qualificare la natura perversa, " malam in se et nequam in alios " (Benvenuto) della lupa che dopo 'l pasto ha più fame che pria: " Malvagia è meno di ria... e dicevasi degli oggetti corporei, come il francese mauvais ", Tommaseo.
Un chiaro riferimento alla frode nel caso di Gerione, bestia malvagia (If XVII 30); il malvagio uccello con cui viene indicato il diavolo Farfarello è più generico, in quanto tutto ciò che si riferisce all'Inferno non può non essere, ovviamente, caratterizzato, quasi intriso, di male (If XXII 96). Altrettanto si dica per la riva malvagia dell'Acheronte dove si adunano i dannati (If III 107: " riva dei malvagi " la definisce il Chimenz); con diverso valore invece il cammino - la via è lunga e 'l cammino è malvagio, XXXIV 95 - l'ultimo " difficile " percorso lungo la natural burella (che avea mal suolo e di lume disagio, v. 99) la quale porterà D. e Virgilio fuori dell'Inferno.
Ancora riferito a cose, m. assume valori diversi: sono " perfidi ", " pieni di cattiveria " i punzelli, gli " stimoli " con cui Bertram dal Bornio aizzò contro Enrico II d'Inghilterra il figlio Enrico, dandogli i ma' conforti (If XXVIII 138); " maligno " è il domandare rivolto a D. da molti pieni d'invidia che già si procacciavano di sapere di me quello che io volea... celare ad altrui (Vn IV 2 e 1); " perverso ", in quanto D. vi si era abbandonato contra la costanzia de la ragione, il desiderio che lo aveva allontanato da Beatrice (XXXIX 2 e 6); con valore più attenuato in Cv I IX 5 coloro che per malvagia disusanza [" colpevole trascuratezza "] del mondo hanno lasciata la litteratura a coloro che..., e IV XXVII 5 non è da dire savio quelli che ben sa una malvagia cosa fare. Ancora una dittologia in Rime CXIII 11 condizion malvagia e croia (" triste "), che è un " altro provenzalismo, perfetto sinonimo di malvagia " (Contini). Infine una variante della Commedia, in If VII 108: malvage piagge in luogo di maligne piagge, su cui cfr. Petrocchi, ad locum.