Vedi MALLIA dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
MALLIA
Questo nome indica i resti di una città minoica sulla costa settentrionale dell'isola di Creta, fra Cnosso e la Creta orientale, a pochi chilometri dal moderno villaggio di M., dal quale hanno preso il nome. Le prime ricerche nella località, nel 1915, sono dovute al Hazzidakis; nel 1921 ebbero inizio gli scavi sistematici della Scuola Francese di Atene.
M. sorse in una fertile pianura costiera, presso una piccola insenatura che le servì da porto: era lo sbocco naturale dei prodotti delle piccole pianure costiere circostanti. Trovamenti erratici hanno fatto supporre che si abitasse qui fino dal Neolitico, ma prove dell'esistenza di un importante centro abitato si hanno finora solo alla fine del Minoico Antico III, intorno al 2000 circa a. C.; troviamo allora un grande palazzo signorile e una città con le necropoli. Questo centro fu distrutto due volte: una prima distruzione avvenne quando gli abitanti usavano la ceramica decorata nello stile Medio Minoico I, ceramica che sembra prolungarsi a M. e nella Creta orientale anche quando altrove fioriva lo stile Medio Minoico II. Quindi l'intervallo fra la prima distruzione della città e la sua ricostruzione, nel Medio Minoico III b, può essere assai più breve di quanto sembra indicare la ceramica. Il palazzo e la città furono distrutti una seconda volta nel Tardo Minoico I, circa il 1450 a. C., o poco dopo. Il palazzo non fu più ricostruito, la città fu parzialmente abbandonata. Ritrovamenti sporadici, alcune case e le tombe mostrano che un centro abitato, del quale non possiamo per ora determinare l'estensione e l'importanza, esisteva qui anche nel Tardo Minoico III. A partire dalla fine del II millennio a. C. la località fu quasi disabitata. Per la cronologia usata e per le questioni generali si veda minoico-micenea, civiltà.
1. Architettura. - Il palazzo e le case private hanno risentito soprattutto l'influsso di Cnosso, ma vi furono contatti anche con la Creta orientale, per esempio nell'uso dell'impluvium (casa E) e nella tipologia delle tombe.
a) Il palazzo. - In conseguenza della stratigrafia poco chiara fu creduto in un primo tempo che, nella ricostruzione del Medio Minoico III, il palazzo non avesse subito rimaneggiamenti e modificazioni importanti. Esso avrebbe conservato, fino alla distruzione finale, la tipologia dei palazzi più antichi, cioè dei cosiddetti "primi palazzi cretesi". Questo spiegava certe sue caratteristiche arcaiche in confronto a Festo e a Cnosso. Si riconoscono ora due costruzioni successive: il 1° palazzo (dal Minoico Antico III al Minoico Medio I) e il 2° palazzo (dal Minoico Medio III al Tardo Minoico I). Quest'ultimo non ha conservato molto dell'edificio che l'ha preceduto.
Del 1° palazzo, orientato quasi esattamente N-S, si intravedono solo le linee generali. Aveva il cortile centrale, limitato a O, N e E dai varî quartieri, dai magazzini e dalle officine dove si esplicavano le varie attività (v. § 5: artigianato). I magazzini E (xi) avevano allora l'entrata da N. Sul lato S erano, sembra, alcune case private. La facciata era a O ed aveva davanti un piazzale con 8 cisterne (?) circolari.
Il 2° palazzo occupa un'area vasta quasi quanto quella dei palazzi di Cnosso e di Festo e ne ripete le caratteristiche. Aveva la corte centrale lastricata, e limitata a N ed E da portici: al centro è stato trovato un bòthros, non ancora pubblicato. Intorno erano i varî quartieri: a E i magazzini (xi); a N la sala ipostila e i vani intorno ai due cortili (xxiii). Nel cortile N era un enigmatico vano (xxiii, 2), di uso sconosciuto e con orientazione diversa da quella del palazzo. A O erano le sale dei quartieri VI e VII e la scala monumentale (vi, 8) che saliva al piano superiore. Il quartiere III, all'angolo N-O del palazzo, era il quartiere privato dei signori di M., con la caratteristica sala minoica (iii, 7) a pareti sostituite da porte, portici e pozzo di luce. L'unico "bagno" (iii, 4) è, come a Festo, legato al quartiere privato signorile. La facciata principale, a O, era a grandi blocchi regolari.
Nel complesso il palazzo sembra essere più monotono e pesante degli altri palazzi cretesi, perché, essendo costruito in pianura, ha rinunziato quasi completamente a quei dislivelli che danno varietà e movimento a Cnosso e a Festo ed anche perché risente del "provincialismo" di Mallia. A questo "provincialismo", più che alla sopravvivenza di strutture del 1° palazzo, si dovranno attribuire certe caratteristiche del 2° palazzo: la mancanza di un'"area teatrale"; il rudimentale sistema di fognatura; la presenza di un solo quartiere (iii) signorile e, perciò, di un solo "bagno"; la semplicità dei vani e della loro decorazione in confronto alle ricchezze decorative di Cnosso, Festo e Haghia Triada; i denti profondi della facciata occidentale.
Delle cinque entrate del palazzo la più importante sembra essere quella N-O, dalla quale per una via lastricata con marciapiede, si raggiungeva nella città il quartiere Δ e il mare.
b) La città. - È scavata e pubblicata solo parzialmente. Non ne conosciamo l'estensione esatta. Scavi recenti indicherebbero l'esistenza di un muro di protezione, o di fortificazione, lungo il mare.
Sono scarsi e insignificanti i resti di case anteriori al Minoico Antico III. Le case contemporanee al 1° palazzo, spesso distrutte dalle costruzioni più recenti, si compongono generalmente di pochi vani, ma anche quando sembrano essere più vaste, la pianta è inorganica e la costruzione irregolare. La grande "villa" sull'isolotto di Haghìa Varvàra era probabilmente un complesso di casette piuttosto che un unico edificio. Presentano particolare interesse nella parte più antica di una casa del quartiere (casa Γα) i focolari fissi, al centro della stanza principale. La fabbrica di pietre incise del quartiere Δ è interessante perché prova che venivano prodotte localmente (v. glittica).
Le case contemporanee del 2° palazzo soni irregolari, ma altre ricordano per la tecnica di costruzione e la pianta complessa, ville e case di Cnosso e di altri centri. L'influenza diretta di Cnosso è confermata dalla pianta di alcune case dei quartieri Δ e Z (case Δα; Zα; Zβ) nelle quali troviamo la caratteristica sala minoica e il "bagno". Invece la grande casa E, già abitata nel Medio Minoico I e ricostruita all'epoca del 2° palazzo, mostra l'influsso della Creta orientale: ha, se la ricostruzione è esatta, un impluvium come alcune case di Palecastro. È anche la sola fra le case finora scavate che fu abitata nel Tardo Minoico III. In altre parti della città furono trovati cocci sporadici del Tardo Minoico III, più o meno numerosi, ad esempio al disopra dell'officina di pietre incise (quartiere Δ), ma non le abitazioni corrispondenti.
Nel palazzo non è stata trovata ceramica posteriore allo stile del Tardo Minoico I a, ma alcune case (α e β del quartiere Z) hanno dato due vasi decorati nello "stile marino", i quali provano che le case (forse anche il resto della città e il palazzo) esistevano ancora nel Tardo Minoico I b.
Intorno alla città erano probabilmente dei sobborghi, come il quartiere presso il muro di protezione, lungo la spiaggia, quartiere abitato già nel Minoico Antico II; Chrysolakkos; Haghìa Varvàra.
Un interessante edificio (m 18,6o × 6,60), trovato nel 1956, per la pianta di uno dei vani e per la scaletta fiancheggiata da una fila di doppie corna, ha fatto supporre l'esistenza di un santuario. Rimane dubbio invece se si debba riconoscere un santuario sul colle del Profeta Elia. Un fortino minoico, segnalato dal Pendlebury, è inesistente.
c) Le necropoli. - Le più antiche necropoli (Minoico Antico III e Minoico Medio I) sono a Stas Aletrivopetras ("Alle pietre da macina"), a Chrysolakkos ("La buca dell'oro") e sugli isolotti di Haghìa Varvàra e di Christos. Notevoli per la tipologia sono gli ossuarî rupestri (1° e 2° charnier, forse un 3° più piccolo), che hanno confronti specialmente in tombe della Creta orientale, e l'edificio principesco di Chrysolakkos, simile alle tombe "a casa" di Gournià e di Mochlos, ma assai più grandioso. È un edificio che pone parecchi problemi: ha numerosi vani, privi di comunicazione con l'esterno e fra loro; alcuni servirono al culto. La sua destinazione funeraria, benché incerta, causa le devastazioni fatte dagli scavatori clandestini, è generalmente accettata. Non sono state trovate necropoli dell'epoca del 2° palazzo, ma solo alcune deposizioni di poveri nel secondo ossuario rupestre. Tombe del Tardo Minoico III, isolate o a gruppi, erano vicino al mare, a O delle necropoli antiche e del porto.
2. Pittura. - M. non sembra avere avuto pittura parietale. Pochi avanzi furono trovati nella casa E (sala viii), dipinti a motivi assai semplici: rosette e curve, che ricordano i motivi decorativi di Cnosso e di Haghìa Triada nel Tardo Minoico II e III. Un minuscolo frammento inedito con testa di donna viene dal palazzo.
La ceramica. - M. non ha la brillante produzione di altri centri dell'isola. La sua ceramica ha generalmente forma più semplice ed è più limitata nei motivi decorativi. Segue il gusto generale, ma si nota la persistenza di certi stili, i quali proseguono anche quando sono scomparsi altrove. Anche per la ceramica M. risente l'influenza di Cnosso e della Creta orientale. All'epoca del 1° palazzo i vasi decorati in bianco su nero hanno la semplice policromia della Creta orientale, dalla quale dipende anche un vaso plastico a busto femminile del 2° ossuario. Ma alcuni frammenti da Chrysolakkos sono influenzati dai vasi a pareti sottili e dalla policromia evoluta del Medio Minoico II di Cnosso. L'influenza delle Cicladi è stata riconosciuta nella donna nuda fra due adoranti, incisi su una brocca del 2° ossuario. Tuttavia la fabbrica ceramica di M. mantiene una tipologia propria e caratteri che permettono di riconoscerne la produzione. Una bottega di ceramista dell'età del 1° palazzo era in una casa nel quartiere lungo il muro di difesa della spiaggia. Manca a M., salvo pochi frammenti, la ceramica corrispondente agli stili del Medio Minoico II e III a. Si dovrà supporre che la caratteristica decorazione del Minoico Medio I si prolungasse fino al Minoico Medio III inoltrato.
Nel periodo del 2° palazzo è da notare la persistenza di alcuni motivi, per esempio delle linee ondulate parallele (rippled ware) e dei rami obliqui, persistenza, d'altronde, che troviamo anche nel resto dell'isola, eccetto forse Cnosso, fino alla distruzione dei secondi palazzi cretesi. L'influenza della Creta orientale fu allora preponderante (spirale ricorrente, chiusa sopra e sotto da linee curve; lista di foglie d'edera; grandi cerchi su fondo di puntini; liste orizzontali fiancheggiate da foglie opposte, ecc.). I due vasi in "stile marino" (case α e β nel quartiere Z) sono una importazione, ma un rhytòn a cono e un alàbastron di fabbrica locale, anch'essi dalle case, mostrano che a M. si imitava la ceramica dei centri vicini. Manca la ceramica del Tardo Minoico II; quella del Tardo Minoico III è ancora troppo scarsa per permettere un giudizio.
3. Oreficeria. - Il pendente in lamina d'oro e granulazione con due api (o vespe) antitetiche e lo spillo d'oro a forma di fiore, ambedue da Chrysolakkos, danno un'alta idea dell'abilità degli orafi cretesi e della ricchezza dei signori di Mallia. È incerto se il pendente sia stato eseguito in un centro provinciale come Mallia. Si penserebbe piuttosto a Cnosso, meno facilmente a Festo, cioè a centri dove era forte l'influsso orientale, specialmente egiziano, evidente nella bella e regolare granulazione. L'ape è generalmente datata al Medio Minoico I, ma Chrysolakkos, dove fu trovata, può, per la ceramica, scendere al Medio Minoico II. Il gioiello mostra un' abilità tecnica e un senso decorativo così alti da far pensare al periodo più brillante dei primi palazzi cretesi. Altri preziosi da Chrysolakkos sono di qualità più bassa e simili a quelli di Mochlos: niente impedisce di crederli di fabbricazione locale.
Le spade di parata del palazzo (quartieri III e VI) sono anch'esse un unicum e preannunziano quelle micenee. I saggi del 1957 rendono forse possibile datare la lunga spada a impugnatura di avorio e oro e pomello di cristallo e il pugnale del quartiere VI, all'epoca del 2° palazzo, invece che al 1° come si è creduto finora. Questo riaprirebbe anche il problema della datazione delle due spade del quartiere III, le quali per lo stile dell'impugnatura e soprattutto per la lamina d'oro circolare decorata con figura umana, eseguita a sbalzo, sembrerebbero piuttosto del Minoico Tardo. Anche le spade, soprattutto quelle del quartiere III, si dovranno considerare come una importazione, forse da Cnosso.
4. Glittica. - Numerose pietre incise furono trovate a Mallia. La loro fabbricazione locale è stata accertata negli scavi del 1956. Nel quartiere Δ fu trovata l'officina nella quale erano eseguite; insieme erano numerose pietre incise in diversi stadi di lavorazione; gli strumenti per lavorarle; i residui e scarti della lavorazione e un deposito di materiale grezzo (steatite, cristallo di rocca e osso). Vicino era un deposito di altre pietre incise, schegge, ecc. La qualità dell'incisione varia: alcune pietre mostrano ottima tecnica, altre sono opera di artigiani poco abili.
5. Artigianato. - Gli oggetti e vasi in pietra sembrano essere di produzione locale. Un laboratorio sembra esser stato nella parte N-O del 1° palazzo, al disotto dei quartieri III e IV, dove sono stati trovati blocchi di materiale grezzo (steatite, quarzite, ossidiana, marmo, ecc.) e resti della lavorazione. In generale vasi ed oggetti sono semplici. Vasi in pietra che si distinguano per bellezza ed originalità di forma sono rari. L'ascia di parata in schisto bruno, a forma di protome di leopardo (quartiere VI), è unica in Creta: la decorazione di spirali è forse dovuta a influenza cicladica.
Nella stessa ala del 1° palazzo, dove si lavorava la pietra, era anche una officina di bronzisti: sono stati trovati numerosi oggetti in bronzo e matrici in schisto per doppie asce, dischi, coltelli, utensili varî. Come per i vasi di pietra, la produzione mira più all'utilità che alla bellezza: sono in generale oggetti di uso comune. La metallurgia sembra essere stata tenuta in onore; in ogni caso M. è il centro dove meglio si segue la fabbricazione degli oggetti di uso giornaliero. Nelle case private, specialmente quelle del quartiere Z (vano 9 della casa α; vano V della casa β) alcuni vani erano adibiti, a giudicare dai trovamenti, alla lavorazione dei metalli. Appoggiata alla casa y del quartiere Z era una bottega per la vendita di oggetti di bronzo.
Bibl.: Gli scavi sono pubblicati solo parzialmente in École Franç. d'Athènes. Études Crétoises, I-II; IV-VIII; XI, Parigi, a partire dal 1928. Palazzo: F. Chapouthier - J. Charbonneaux, Premier Rapport, 1928; F. Chapouthier - R. Joly, Deuxième Rapport, 1936; F. Chapouthier - P. Demargne, Troisième Rapport, 1942. - Città: P. Demargne - H. Gallet de Santerre, Explor. des Maisons I, 1953; J. Deshayes - A. Dessenne, Explor. d. maisons II, 1959; Bull. Corr. Hell., XLV, 1921, p. 502 ss., 536; LII, 1928, p. 205, 504 s.; LIII, 1929, pp. 365 ss., 508; LV, 1931, p. 513; LVII, 1933, p. 296 ss.; LXXXI, 1957, p. 702 ss.; LXXXII, 1958, p. 827 ss. - Necropoli: P. Demargne, Explor. d. nécropoles I, 1945, in Bull. Corr. Hell., XLV, 1921, p. 536; xlix, 1925, p. 473; LII, 1928, p. 148 ss.; LXXI-LXXII, 1947-48, p. 407; Πρακτικά, 1915, p. 110 ss.; 1919, p. 60 ss.; Κρητικὰ Χρονικά, II, 1948, p. 589. - Officina delle pietre incise e santuario: in Bull. cit., LXXXI, 1957, p. 693 ss. - Oreficeria: in Bull. cit., LIV, 1930, p. 404 ss.; Mon. Piot, XXVIII, p. i ss.; F. Chapouthier, Mallia. Deux épées d'apparat, in Ét. Chrét., V, Parigi 1938. - Iscrizioni minoiche: F. Chapouthier, Les écritures min. au palais de Mallia, Parigi 1930; Mon Ant. Lincei, XL, 1945, c. 421 ss., passim, specialmente c. 596; Bull. cit., LXX, 1946, p. 88; LXXI-LXXII, 1947-48, p. 406; LXXXII, 1958, p. 828. - Un articolo riassuntivo: H. Gallet de Santerre, Mallia, aperçu historique, in Κρητικὰ Χρονικά, III, 1949, p. 363 ss. Gli articoli di sintesi di J. Charbonneaux, in Bull. cit., LII, 1928, p. 348 ss. (ceramica); LIV, 1930, p. 364 ss. (architettura) sono ormai in gran parte superati.