MALIK (al plur. mulūk)
Vocabolo arabo antichissimo che significa re, ma che negli ambienti teologici e giuridici dell'islamismo si applicò soltanto ai sovrani non musulmani oppure ai musulmani il cui govemo non appariva conforme all'ideale islamico dello stato. Tuttavia si chiamarono ufficialmente re o emiri i sovrani della dinastia sciita dei Buwaihidi nella Mesopotamia e in Persia (320-447 èg., 932-1055 d. C.) e quelli delle piccole dinastie locali sorte in Spagna dopo la fine del califfato di Cordova (422 èg., 1031 d. C.). Nel secolq XX, sotto l'influenza europea, gli scrupoli cessarono: si ebbero quindi i re del Ḥigiāz (21 gennaio 1918), dell'‛Irāq (23 agosto 1921), dell'Egitto (15 marzo 1922), del Higiāz e Neǵd (29 gennaio 1927).
Alcuni sovrani della dinastia dei Sāmānidi in Persia e nella Transoxiana, almeno nel periodo 331-389 èg. (874-999), premisero al loro nome personale un nome onorifico, variante per ciascuno di loro ma sempre composto della parola re seguita da un epiteto laudativo: al-Malik al-Manṣūr il re vittorioso, al-Malik al-Muwaffaq il re assistito da Dio, ecc. Verso la fine della dinastia dei Fāṭimidi in Egitto siffatti nomi onorifici, a partire dal 530 èg. (1135-1136), furono conferiti ai primi ministri (wazīr); ma nelle successive dinastie egiziane e siriane degli Ayyūbidi (564-658 èg., 1169-1260) e dei Mamelucchi (658-922 èg., 1250-1517) essi divenneropeculiarità dei sultani e dei principi della casa regnante, onde, ad es., i nomi di al-Malik al-‛Ādil il re giusto, al-Malik al-Kāmil il re perfetto, ecc., noti in occidente per mezzo delle crociate. Gli Assiro-Caldei della Mesopotamia e i Curdi dànno il titolo di malik ai loro grandi proprietarî, specie di signorotti feudali rispetto agli abitanti dei rispettivi distretti. Nel Sudan anglo-egiziano la forma mek o mekk (al plur. mukūk o mulūk) del vocabolo (contratto come wad da walad figlio) designa i capi di popolazioni o tribù d'origine non araba, come i Fūnǵ, ecc.