MALDIVE.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Silvia Lilli. – Stato insulare dell’Asia meridionale, situato nell’Oceano Indiano. La popolazione stimata nel 2014 da UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs) è stata di 351.572 ab., di cui 111.000 circa risiedenti nella capitale, Malé. Il turismo, che copre il 30% del PIL, ha registrato nel 2012 quasi un milione di ingressi. Una riforma fiscale è stata approvata nel 2011 per contrastare il deficit elevato (−12% del PIL nel 2012), e sono in atto tentativi per differenziare l’economia. Forte preoccupazione desta l’innalzamento del livello del mare dovuto al cambiamento climatico (l’80% del territorio è circa a un metro s.l.m.).
Storia di Vincenzo Piglionica. – Agli inizi del 21° sec., il potere politico era ancora controllato dal regime del presidente Maumoon Abdul Gayoom, in carica dal 1978. Dopo le prime concrete aperture all’avvio di un processo riformatore in senso democratico – con la registrazione dei partiti nel luglio 2005 – ulteriori passi in avanti si verificarono negli anni successivi, pur non mancando proteste e momenti di tensione. Nel giugno del 2008 furono definitivamente approvati alcuni emendamenti alla Costituzione: il nuovo testo introduceva il limite di due mandati presidenziali, rafforzava le prerogative del Parlamento, stabiliva l’indipendenza del potere giudiziario e tutelava i diritti umani, pur prevedendo restrizioni all’esercizio della libertà religiosa. Nelle successive elezioni presidenziali del mese di ottobre – le prime multi-partitiche – Gayoom, candidato del Partito popolare (DRP), fu sconfitto al secondo turno da Mohamed Nasheed, già prigioniero politico e leader del Partito democratico (MDP), che ottenne circa il 54% dei consensi. Nel voto per il rinnovo del Parlamento (maggio 2009) fu invece il DRP ad aggiudicarsi la maggioranza relativa dei seggi (28), seguito dal MDP (26). Accanto all’obiettivo del consolidamento della democrazia, Nasheed promosse un programma di riforme fondato su decentramento amministrativo e privatizzazioni, la cui attuazione fu tuttavia complicata dall’assenza di una maggioranza parlamentare a suo favore; le precarie condizioni economiche e la crisi globale costrinsero inoltre l’esecutivo all’adozione di misure di austerità.
In un clima di crescente tensione per l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e l’elevato tasso di disoccupazione, dopo l’arresto nel gennaio 2012 del presidente della Corte penale Abdulla Mohamed si registrarono nuove manifestazioni e un ammutinamento della polizia: Nasheed – considerato il mandante dell’arresto – rassegnò le dimissioni nel febbraio successivo, denunciando tuttavia un golpe contro di lui. Tra le proteste dei sostenitori del presidente dimissionario, assunse il potere il vice Mohammed Waheed Hassan, che formò un governo di unità al quale il MDP non partecipò. Nel primo turno delle elezioni presidenziali del settembre 2013, Nasheed risultò in vantaggio rispetto al suo principale avversario Abdulla Yameen Abdul Gayoom - fratellastro dell’ex presidente Gayoom – ma la Corte suprema annullò il voto sulla base di presunti brogli. Le elezioni furono ripetute nel novembre successivo e, al ballottaggio, Yameen si aggiudicò la vittoria. La forza politica del presidente – il Partito progressista nato da una scissione nel DRP – conquistò anche il maggior numero di seggi (33) nelle successive elezioni legislative del marzo 2014. Nel 2015, sulla base delle leggi antiterrorismo, Nasheed fu arrestato (febbraio) e poi condannato (marzo) a 13 anni di reclusione per le sue responsabilità nella detenzione del giudice Abdulla Mohamed. Perplessità sulla sentenza furono espresse da Stati Uniti, Unione Europea e ONG come Amnesty International, che denunciò anche un generale deterioramento della salvaguardia dei diritti umani nel Paese.