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La Repubblica delle Maldive, posta nell’Oceano Indiano a sud-ovest dell’India, è uno stato insulare composto da circa 1200 isole. Indipendente dal Regno Unito nel 1965, nel 1968 assunse la forma di repubblica presidenziale dopo essere stata un sultanato. Da allora, la politica estera è stata improntata su tre direttrici: il non allineamento durante gli anni della Guerra fredda, il mantenimento di solide relazioni con i paesi dell’Asia meridionale e, infine, la partecipazione all’Organizzazione della conferenza islamica. Quest’ultima appartenenza si lega al fatto che le Maldive sono uno stato a maggioranza musulmana: l’Islam è religione ufficiale e fonte del diritto. Dal 1978 al 2008 la scena politica maldiviana è stata dominata dal presidente Maumoon Abdul Gayoom. Nel 2008 si è aperta una fase di transizione democratica, con il varo di una nuova Carta costituzionale e un primo tentativo di liberalizzazione del sistema. Dalle prime elezioni multipartitiche della storia maldiviana è emerso vincitore e presidente Mohamed Nasheed, a capo del Partito democratico delle Maldive. La presidenza di Nasheed è stata bruscamente interrotta nel febbraio 2012 da un golpe organizzato dai sostenitori del passato regime, dalle forze di polizia e dai movimenti islamici, contrari alle proposte di riforma verso un modello di stato laico. A capo del governo si è insediato Mohamed Waheed Hassan Manik, vicepresidente durante l’epoca Nasheed (2008-12) ed ex funzionario delle Nazioni Unite. Il 7 settembre 2013 si sono tenute le elezioni presidenziali, poi annullate da una sentenza della Corte suprema e rimandate al 19 ottobre. Alla vigilia del voto, però, una nuova sentenza ha posticipato l’appuntamento elettorale al 9 novembre. Dalle elezioni è emerso vincitore Abdulla Yameen Abdul Gayoom, fratellastro dell’ex dittatore Maumoon Abdul Gayoom. La maggior preoccupazione delle Maldive riguarda il rischio di un innalzamento del livello dei mari come conseguenza del riscaldamento globale: secondo alcuni studi il fenomeno potrebbe portare alla scomparsa del paese entro il 2100. Durante il governo Nasheed, le Maldive sono diventate indipendenti dalle fonti di energia fossile, rifornendosi soltanto di energia proveniente da sole, vento e biodiesel. Sotto il profilo economico, le Maldive hanno dovuto affrontare gravi perdite causate dallo tsunami del dicembre 2004, che ha provocato una contrazione del pil del 4% circa. Il turismo ha però trainato la ripresa, permettendo una stabilizzazione della crescita annuale del pil intorno al 7%. Il turismo, grazie anche al suo indotto di oltre 800 milioni di dollari l’anno (circa il 28% del pil nazionale), contribuisce a compensare una bilancia commerciale con crescenti saldi negativi.