malattie infettive
Organismi microscopici all’attacco
Quando un virus, un batterio o un fungo viene a contatto con l’organismo umano ne può danneggiare i diversi organi o apparati e causare una malattia infettiva. Le malattie infettive sono diffuse in tutto il mondo e sappiamo che alcune sono tipiche di specifiche regioni, come per esempio la malaria, presente soprattutto in Africa; altre, invece, come le malattie esantematiche e la difterite, si ritrovano allo stesso modo in tutti i paesi del mondo e sono più frequenti nei primi anni di vita
Microrganismi quali batteri, virus, protozoi, funghi microscopici vengono abitualmente a contatto con l’organismo umano (chiamato ospite). Da questa interazione può derivare una contaminazione, ossia una loro presenza transitoria sulle nostre mucose e sulla pelle, o si può originare un’infezione, caratterizzata dalla moltiplicazione attiva del microrganismo all’interno dell’ospite.
Si parla di malattia infettiva quando un microrganismo, penetrato nell’organismo, si moltiplica causando alterazioni nella funzione o nella struttura dell’ospite. In questi casi il microrganismo è detto patogeno. Sono definite contagiose quelle malattie infettive trasmesse a un nuovo ospite da altri malati o da portatori sani, cioè da persone che ospitano il microrganismo pur non essendo malate.
La trasmissione del germe patogeno può avvenire per via diretta o indiretta. Nel primo caso il microrganismo passa direttamente dalla sorgente dell’infezione al nuovo organismo, mentre nel secondo caso il germe è trasmesso da un insetto oppure proviene dall’ambiente esterno dove è capace di sopravvivere al di fuori di organismi ospiti. Un microrganismo può dunque raggiungere il suo ospite in tanti modi – trasportato dall’aria, dagli alimenti, dall’acqua e dal contatto fisico – e può penetrare nel nostro corpo per via respiratoria, per via congiuntivale (attraverso la congiuntiva, la membrana trasparente dell’occhio), per via orale (attraverso la bocca), per via cutanea (tramite la pelle), per via sessuale, per via placentare (da madre a figlio durante la gravidanza) o mediante insetti vettori (trasportatori), come avviene nel caso della malaria.
Il contagio da parte di un microrganismo è seguito dai primi segni (sintomi) della malattia dopo un certo periodo di tempo, detto di incubazione. La durata di questo periodo a volte è costante, come nel caso del morbillo e della varicella, altre volte è variabile e può essere estremamente breve, o in certi casi così lunga da rendere difficile il riconoscimento della relazione tra il contagio e il manifestarsi della malattia.
Malattie con le chiazze rosse. Le malattie infettive che interessano maggiormente i bambini sono le malattie esantematiche, le più importanti delle quali sono il morbillo, la varicella, la rosolia e la parotite, nota anche con il termine di orecchioni o di gattoni. L’aggettivo esantematico si riferisce alla presenza di un esantema, ossia di chiazze rosse che possono essere rilevate, appiattite, o avere l’aspetto di bolle, e che compaiono generalmente prima sul volto o sul tronco e poi sugli arti inferiori. Queste malattie sono tutte causate da virus e sono trasmesse per contatto diretto con un malato.
Questi virus sono diffusi principalmente con la tosse oppure con gli starnuti e penetrano nel soggetto sano attraverso la congiuntiva degli occhi oppure attraverso le prime vie respiratorie. La loro contagiosità è così elevata che quando il compagno di banco oppure un membro della nostra famiglia si ammala è quasi sicuro che ci ammaleremo anche noi, a meno che non abbiamo già avuto la stessa malattia in passato per cui siamo immunizzati (immunitario, sistema).
Il morbillo. È particolarmente frequente nei primi due anni di vita e in genere nell’età scolare. Dopo un periodo d’incubazione tra 9 e 12 giorni compaiono febbre elevata, congiuntivite (infiammazione dell’occhio) e il caratteristico segno di Koplik ovvero una chiazza bianca all’interno della guancia. Successivamente si verifica l’esantema, cioè la comparsa sul corpo di chiazze rosse in parte piatte, in parte rilevate, che si estendono dalla testa ai piedi. Il morbillo è considerato la più grave tra le malattie esantematiche dell’infanzia in quanto può causare complicazioni, più comuni nei bambini molto piccoli. In ordine di frequenza ricordiamo la diarrea, l’otite, la broncopolmonite, le convulsioni e l’encefalite.
Il morbillo ha comunque una prognosi fausta (cioè guarisce rapidamente), tranne nei casi di soggetti che abbiano disturbi del sistema immunitario. Nelle regioni tropicali, dove lo stato di malnutrizione è frequente, il morbillo è invece una delle principali cause di mortalità dell’infanzia.
La varicella. Ha un periodo di incubazione tra 10 e 23 giorni. Si caratterizza per un esantema diffuso su tutta la superficie corporea, formato da macchie rossastre che presto diventano rilevate, per poi formare vescicole piene di liquido e infine croste. Le prime macule compaiono sul tronco, per poi diffondersi; nei casi più fastidiosi sono presenti vescicole ulcerate anche negli occhi, nella bocca e nelle orecchie. La varicella causa uno stato di malessere generalizzato, febbre e intenso prurito. Può talvolta dare luogo a complicazioni, specialmente negli adolescenti e negli adulti, come polmoniti ed encefaliti.
La rosolia. Il virus della rosolia ha un periodo di incubazione tra 12 e 23 giorni. La malattia è caratterizzata da un’eruzione cutanea di colore rosa estesa dal cranio agli arti inferiori. La rosolia desta preoccupazioni se colpisce una donna incinta durante i primi tre mesi di gravidanza: in questo caso il virus può raggiungere il feto attraverso la placenta e provocargli gravi danni a carico dell’apparato visivo, uditivo, del sistema nervoso centrale e del cuore. In alcuni casi il neonato a cui è stata trasmessa la rosolia durante la gravidanza ha scarsa crescita e mostra segni di sofferenza a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, del fegato o di altri organi.
La parotite. Ha un periodo di incubazione tra 14 e 25 giorni. La malattia è caratterizzata da febbre, cefalea, dolore sia addominale sia legato alla deglutizione e alla masticazione; infatti il virus si localizza presso le parotidi, due grosse ghiandole salivari situate davanti alle orecchie, e ne provoca l’infiammazione, a causa della quale diventano gonfie e dolenti. Il malato presenta la faccia gonfia e sembra che abbia delle grandi orecchie (da cui il nome popolare di orecchioni) o che assomigli a un gatto (da cui il nome di gattoni). A volte è colpita solo una delle due parotidi, a volte lo sono altre ghiandole salivari che si trovano sotto la mandibola. I sintomi persistono per circa due settimane. Raramente succede che siano interessate altre ghiandole, come il pancreas (che ha una struttura simile alle ghiandole salivari) o i testicoli, generalmente senza gravi conseguenze, almeno per i malati più piccoli.
La difterite e la pertosse sono entrambe malattie tipiche dell’infanzia. La prima è una malattia grave, causata da una tossina prodotta dal bacillo Corynebacterium diphtheriae ed è trasmessa per contagio diretto. Il batterio infetta principalmente le prime vie aeree, ma può localizzarsi anche nell’apparato visivo oppure genitale, mentre la tossina si diffonde in tutto l’organismo. Si manifesta in genere con una faringite, e poi con molte placche e gonfiore della gola col rischio di soffocamento. Sono relativamente frequenti danni permanenti ad altri organi e nel 5410% dei casi la malattia è mortale.
La pertosse (detta anche tosse canina o asinina, per il carattere stizzoso dei colpi che somigliano al verso del cane o dell’asino) è dovuta al batterio Bordetella pertussis. È molto contagiosa e si trasmette con la tosse e gli starnuti. Gli accessi di tosse, violenti e ostinati, durano qualche settimana e possono rendere difficile la respirazione e causare vomito. È più grave se contratta da bambini nel primo anno di età.
Dopo l’introduzione, alcuni anni or sono, di un vaccino da somministrare preferibilmente nel primo anno di vita contro morbillo, parotite e rosolia, costituito da virus vivi inattivati, l’incidenza di queste malattie è drasticamente diminuita. Per quanto riguarda invece la difterite e la pertosse, la vaccinazione obbligatoria esiste da molti anni (generalmente associata alla vaccinazione antitetanica), e ha reso rarissima la comparsa di queste malattie.