MONGE, Malattia di (malattia delle Ande; mal di montagna prolungato)
È una sindrome nella quale C. Monge, medico peruviano nato a Lima il 13 dicembre 1884, ha riunito, distinguendole per gravità e decorso le eritremie da perdita di acclimatazione o da inadattamento alla vita in alta montagna.
Nelle sindromi lievi, oltre alla policitemia, si ha esauribilità nelle prestazioni fisiche e in quelle psichiche, colorito eritrosico che negli sforzi può diventare cianotico, dimagramento, dispnea, emorragie (congiuntivali, nasali, orali), voce afona e, perdurando il male, nausee e vomito. Le forme gravi sono caratterizzate oltre che da una accentuazione dei detti sintomi, dalla comparsa di disturbi trofici della cute e degli annessi cutanei, edema cianotico delle palpebre, dita a racchetta di tamburo, torace enfisamatoso, aumento del metabolismo basale proporzionale alla gravità, parastesie, algie, episodî confusionali e sopore. Il trasferimento dell'ammalato ad una quota meno elevata, a volte basta una differenza di 300 metri, è sufficiente a provocare una completa remissione dei sintomi.