BAGLIONI, Malatesta
Nacque nel 1389 da Pandolfo, della nobile famiglia perugina. Quando il padre, appartenente alla fazione nobiliare, fu ucciso il 30 luglio 1393 dai Raspanti, il B., con il fratello Nello, fu posto in salvo, in modo romanzesco, a Spello. Della sua educazione e degli avvenimenti della sua giovinezza di esiliato non si sa nulla: certo è che dovette rimanere legato all'ambiente dei fuorusciti perugini, fra i quali spiccava Braccio Fortebracci da Montone. Il B. molto probabilmente entrò assai giovane nelle bande di esuli che, agli ordini di Braccio, condussero in Umbria, fra la fine del XIV e l'inizio del secolo seguente, numerose campagne contro Perugia, governata dai popolari. Nel maggio del 1411 egli partecipò, a capo di una squadra di fuorusciti perugini, alla battaglia di Torgiano (presso Todi) in cui l'esercito braccesco batté quello di Perugia. Da quel momento il suo nome e le sue gesta appaiono indissolubilmente legati a quelli del grande condottiero suo compatriota.
Nel 1414 il B. fu infatti in Romagna, ove Braccio si trovava con i suoi uomini per incarico di Giovanni XXIII. Il 12 luglio 1416 prese parte alla decisiva battaglia, con la quale il Fortebracci, disfatto l'esercito di Perugia, si rese padrone della città. Nel maggio 1418 gli fu affidata, insieme con Cherubino Armanni, la difesa di Orvieto, e il 6 marzo 1419, accanto a Niccolò Piccinino, ebbe una parte notevole nella conquista di Gubbio. Nel novembre dello stesso anno era di nuovo ad Orvieto, ove, avvertendo tempestivamente Braccio, riuscì a sventare un colpo di mano ordito dalla fazione antibraccesca e dal Tartaglia, condottiero già compagno d'armi del Fortebracci e passato poi al servizio di Martino V.
Non si hanno notizie del B. negli anni immediatamente seguenti; ma durante la guerra dell'Aquila (1423-1424) egli fu di nuovo a fianco di Braccio. Nella battaglia combattuta sotto le mura della città fra l'esercito braccesco e quello guidato da M. A. Sforza, il 2 giugno 1424, il B. ebbe dal Fortebracci il comando della settima squadra: "La sectyma è la tua; per tal novella / portate ben con toa gente serena / ch'io te promecto, se avemo honore, / di gran pagese vi faccio singiore" (Cantari sulla guerra aquilana,p.171). Senonché i bracceschi furono disfatti, Braccio stesso ferito a morte e il B. ferito e preso prigioniero.
Con pronto intuito politico il B. comprese che, svanito il sogno di una estesa signoria braccesca, a lui non restava che schierarsi con il vincitore, e cioè con Martino V, e fare atto di obbedienza al governo della Chiesa. Condotto a Roma subito dopo la battaglia, vi ebbe contatti con il papa, che gli consegnò una ambasciata per il Comune di Perugia, e già il 18 giugno tornò nella sua città con l'incarico di convincerne i reggitori ad accettare il passaggio sotto la dominazione pontificia. Opera sua fu, infatti, nel mese seguente, la stipulazione della pace fra il Comune perugino e Martino V. A tale servigio corrispose, da parte del papa, la concessione nel novembre del 1425 al B. del dominio sulla città di Spello (congiuntamente al fratello Nello e ai loro discendenti).
Conquistata una posizione di preminenza in Perugia e forte della protezione pontificia, il B. figura negli anni seguenti come uno dei cittadini più influenti. A lui si diede nel 1431 Bastia. Nel 1433 ottenne dal pontefice Eugenio IV l'esenzione dal censo dovuto per i suoi feudi e la conferma di essi fino alla terza generazione; nel 1435 allargò ancora i suoi domini divenendo signore della località di Coldemancia.
Morì a Spello nel genn. del 1437 e fu sepolto nella chiesa perugina di S. Francesco.
Fonti e Bibl.: Cronaca della città di Perugia dal 1309 al 1491 nota col nome di Diario del Graziani, a cura di A. Fabretti, in Arch. stor. ital., XVI (1850), parte 1, pp. 290 ss., 295, 297, 306, 317, 333, 335, 341, 350, 353, 354, 368, 380, 383, 391, 403, 411-414, 600; Cantari sulla guerra aquilana di Braccio, a cura di R. Valentini, Roma 1935, in Fonti per la storia d'Italia, LXXV, pp. 171, 192, 194; Braccii Perusini vita et gesta... auctore I. A. Campano, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XIX, 4, a cura di R. Valentini, pp. 22, 53, 76, 94, 126, 139; I. Simonetae Rerum gestarum Francisci Sfortiae Mediolanensium ducis Commentarii, ibid., XXI, 2, a cura di G. Soranzo, pp. 15, 17; A. Fabretti, Note e documenti... che servono ad illustrare le biografie dei capitani venturieri dell'Umbria, Montepulciano 1842, pp. 189-193; R. Valentini, Braccio da Montone e il Comune di Orvieto, in Bollett. d. Deputaz. di storia patria per l'Umbria, XXVI (1923), pp. 40, 54, 81, 189; M. V. Prosperi Valenti, Corrado Trinci ultimo signore di Foligno,in Bollett. d. Deputaz. di storia patria per l'Umbria,LV (1958), pp. 105-106.