MALACCA (A. T., 95-96)
Città della costa occidentale della penisola di Malacca, situata a 2° 14′ di lat. N. e a 102° 12′ di long. E. Il nome viene esteso anche al territorio circostante, che forma una parte degli Stabilimenti inglesi dello Stretto. Malacca è ora il meno importante dei tre porti degli Stabilimenti e raramente vi attraccano grosse navi, a causa principalmente dell'insufficienza di fondale del porto. La popolazione ammontava nel 1931 a 38.042 abitanti; assai interessanti sono gli avanzi di costruzioni che risalgono al tempo dell'occupazione olandese e portoghese, in particolare le mura.
Storia. - Gli Europei non ebbero notizia di Malacca da Marco Polo, che pure si diffonde a parlare della regione; il primo viaggiatore che ce ne abbia lasciato ricordo fu Lodovico de Varthema, il quale, pur commettendo grave errore geografico confondendo la fiumara Gaza (lo stretto?) con il Gange, ne parla come di città recentemente costruita, come un porto importante, "il principale che sia nel Mar Oceano" e come dominio di un sovrano tributario del re del Siam. I Portoghesi, che nel 1508 avevano tentato di occuparla ed erano stati respinti dagl'indigeni, riuscirono poco dopo, per merito del grande Albuquerque, a stabilirvisi, cercando anche, ma inutilmente, di allargare il possesso verso l'interno. Con molte altre terre soggette al Portogallo in Asia, Malacca fu occupata dagli Olandesi, allorché la corona di Portogallo fu riunita a quella di Spagna. Sotto il governo della Compagnia olandese il dominio fu esteso al territorio vicino; ma subì alla fine del sec. XVIII, allorché l'Olanda era divenuta repubblica batava, l'occupazione inglese. Restituita al regno dei Paesi Bassi nel 1815, fu poi nel 1824 ceduta alla Compagnia inglese delle Indie, già padrona di Singapore e di altre terre nella penisola di Malacca. Dalla Compagnia passò alla Corona inglese. Prima dipendente amministrativamente dalla presidenza del Bengala, oggi, con gli altri stabilimenti, dipende da un governatore autonomo, assistito da un consiglio legislativo, di cui alcuni elementi sono nominati dal governatore e altri sono elettivi.