LITVINOV, Maksim Maksimovič (XXI, p. 311)
L'avvento di Hitler in Germania e lo stato di continua tensione militare e politica creato in Estremo Oriente dall'imperialismo giapponese, spinsero il L. (allora commissario agli Affari esteri dell'URSS) ad un riavvicinamento con gli Stati Uniti e con la Francia. I suoi sforzi in questa direzione furono coronati da successo e portarono all'accordo del 16 novembre 1933 per lo scambio di diplomatici tra gli Stati Uniti e l'URSS e all'ammissione dell'URSS nella Società delle nazioni (18 ottobre 1934). A Ginevra fu tenace sostenitore della necessità per le nazioni europee di creare un fronte unico contro un eventuale aggressore. Fallito questo suo tentativo, soprattutto a causa dell'impreparazione militare delle potenze occidentali, ed avviatasi ormai l'Europa sulla via della guerra, fu nel maggio 1939 bruscamente sostituito con Molotov. Allo scoppio della guerra tedesco-sovietica, L. fu nominato vice-commissario agli Esteri ed ambasciatore plenipotenziario a Washington (10 novembre 1941), dove firmò il trattato di assistenza reciproca tra Stati Uniti ed URSS nella lotta contro la Germania (11 giugno 1942). In seguito partecipò, tra l'altro, alla conferenza dei tre ministri degli Esteri (Mosca, 19-30 ottobre 1943) e firmò la dichiarazione delle 26 potenze (Washington, 1° gennaio 1942). Il 22 agosto 1943 venne sostituito nella carica da A. A. Gromyko e richiamato a Mosca, dove rimase a disposizione del Commissariato per gli affari esteri.