MAIS (XXI, p. 970; App. II, 11, p. 252; III, 11, p. 13)
Il m. si avvia a diventare sempre più una voce secondaria nell'alimentazione dell'uomo, in particolare nei paesi economicamente avanzati ove, per contro, aumenta il consumo per allevamento di bestiame e per lavorazioni industriali. Ne consegue che la coltivazione del m. tende a diffondersi nei paesi evoluti piuttosto che nel Terzo Mondo. Ciò spiega come a livello mondiale non si possano registrare per la coltura di m. gli stessi livelli di accrescimento delle rese unitarie che si sono registrate, per es., per la coltura del grano. È evidente infatti che risulta assai difficile a paesi come gli SUA migliorare ulteriormente gli alti livelli già raggiunti. Ciò nonostante i traguardi ottenuti sono notevoli (vedi tab. 1) e la produzione mondiale, anche grazie all'estensione della superficie messa a coltura, si è potuta accrescere, nel periodo 1960-76, del 54,7%. Principale produttore restano gli SUA, che con la loro quota rappresentavano nel 1976 oltre il 47% del totale mondiale. Seguono a nettissima distanza le produzioni della Cina popolare, del Brasile e dell'URSS. Notevolissimi i progressi realizzati dalla coltura del m. in Francia e nel Sudafrica, paesi che nel periodo considerato hanno registrato rispettivamente aumenti di produzione del 186 e dell'89% (v. tab. 4).
Commercio. - Il commercio mondiale di m., per quanto detto, si è svolto prevalentemente tra i paesi a economia avanzata (vedi tab. 2) ed è coperto per la gran parte, dal lato delle esportazioni, dagli SUA, mentre quote molto più modeste spettano alla Francia e all'Argentina. Tra gl'importatori primeggiano il Giappone, l'URSS e tutti i paesi della CEE, a esclusione della Francia e della Danimarca, che da soli assorbono circa i due terzi delle importazioni mondiali.
La situazione italiana. - L'Italia, malgrado i notevoli progressi registrati nelle rese unitarie e il conseguente rapido accrescersi della produzione, deve provvedere, mediante massicci acquisti all'estero, al soddisfacimento del fabbisogno interno. L'incremento della produzione nazionale di m., pari al 40% (vedi tab. 5), è stato ottenuto grazie alla rapidissima espansione degl'ibridi che hanno registrato una variazione positiva di quantità prodotta di oltre il 132,6%. Un ruolo del tutto marginale, nella maiscoltura italiana, è ormai riservato alla varietà di m. nostrano, il cui apporto relativo si è ridotto al 4,3% con una variazione negativa di quantità prodotta pari all'87% e di superficie utilizzata dell'86%. L'accrescimento della produzione di m. ibridi è stato ottenuto sia mediante la maggior quota di superficie agraria ad essi destinata, sia attraverso un notevole aumento della produttività tecnica della coltura.
La riconversione attuata e l'aumento di produzione che ne è derivato non è stato tuttavia sufficiente a coprire le nostre esigenze di consumo, per cui, nel periodo preso in esame, sono notevolmente aumentate le quantità importate (vedi tab. 3), facendo sì che l'Italia figuri attualmente ai primi posti nella graduatoria mondiale dei principali importatori di mais. Tali importazioni sono coperte quasi totalmente dalla produzione statunitense e in misura assai più ridotta da quella francese.
Bibl.: Bibliography of corn, 3 voll., New York 1971; FAO, Production yearbook, Roma, vari anni; id., Trade yearbook, ivi, vari anni; id., The state of food and agricolture, ivi, vari anni; ISTAT, Annuario di statistica agraria, ivi, vari anni; INEA, Annuario dell'agricoltura italiana, ivi, vari anni; G. J. Kitsopanidis, The economics of maize production, Salonicco 1972.