MAGONE
. Scrittore cartaginese, autore, secondo Varrone (De re rust., I, 1, 10) e Plinio (Nat. Hist., XVIII, 22), d'un trattato sull'agricoltura in 28 libri, scritto in punico, avanti la caduta di Cartagine (146 a. C.) e tradotto poco dopo in latino per ordine del senato da una commissione presieduta da Decimo Silano.
Lo scopo del senato poteva essere quello di giovarsi dell'esperienza e dei congigli cartaginesi, per regolare l'agricoltura a regime latifondista, quale nella seconda metà del sec. II a. C. veniva organizzandosi in Italia. Lo scritto fu tradotto anche in greco nell'88 a. C. ad opera di Cassio Dionisio in 20 libri, come dice lo stesso Varrone. Conteneva oltre che norme più prettamente agricole, anche consigli per l'allevamento del bestiame, delle api e per la coltivazione degli alberi. Non c'è dubbio che M. fu fonte precipua per gli scrittori romani d'agricoltura, che lo seguirono, in principio direttamente e più tardi indirettamente, p. es. attraverso Celso; ma non tutti i critici sono d'accordo circa quest'ultimo punto.
Bibl.: Th. Mommsen, Röm. Gesch., 8ª ed., I, Berlino 1888, p. 500; II, ivi 1889, p. 80; R. Reitzenstein, De scriptorum rei rusticae qui intercedunt inter Catonem et Columellam libris deperditis, Berlino 1884, p. 48; M. Schanz, Gesch. röm. Liter., I, 3ª ed., Monaco 1907, p. 343 seg.; Teuffel-Kroll, Röm. Liter., 6ª ed., Lipsia 1916, p. 113 seg.; Klotz, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIV, col. 506.