Magister sex principiorum
sex principiorum. - L'espressione compare in Mn I XI 4 Sunt enim huiusmodi formae quaedam compositioni contingentes, et consistentes simplici et invariabili essentia, ut Magister Sex Principiorum recte ait. La citazione (per cui v. FORMA) è dal Liber Sex Principiorum (I I), opera anonima del sec. XII, probabilmente risultante di uno o due frammenti ricavati da un'expositio delle Categorie di Aristotele.
Il Liber ebbe una notevole fortuna nel Medioevo, essendo stato inserito fra i testi dell'insegnamento della logica; esso infatti si occupa di quelle categorie (principia: luogo, tempo, situazione, possesso, azione, passione) che nella ricordata opera di Aristotele non hanno un'adeguata trattazione, e risulta perciò un'utile integrazione di essa. Il Liber fu a lungo attribuito a Gilberto de la Porrée (a cominciare, sembra, da Alberto Magno, intorno al 1250), ma fu attribuito anche ad Aristotele, Boezio, ecc. Molti scrittori medievali mostrano però di non conoscere l'autore del testo; fra questi D., che lo ricorda semplicemente come Magister Sex Principiorum.
Bibl. - L'edizione critica del testo (Anonymi fragmentum vulgo vocatum " Liber Sex Principiorum ") è in Aristoteles latinus I 6-7, a c. di L. Minio-Paluello, Bruges-Parigi 1966, 33-59; si veda quivi la praefatio dell'editore, pp. XXXIX-LXII; cfr. inoltre: L. Minio-Paluello, " Magister Sex Principiorum ", in " Studi Medievali " s. 3, VI (1965) 123-151; B. Nardi, Saggio di commento alla Monarchia (I, XI), in " L'Alighieri " s. 7, 1966, n. 2, 3-24.