MADRUZZO
Nobile famiglia trentina. Il castello di Madruzzo, sulle alture che fiancheggiano il basso Sarca, diede origine a una prima famiglia omonima, a noi nota fin dal 1155. Ma ad essa subentrarono nel '300, assumendone anche il cognome, i signori di Castel Nano in Val di Non, che nel '500 giunsero ad alta fama. Il primo grande personaggio fu Cristoforo di Giangaudenzio e di Eufemia Sporenberg, nato in quel castello nel 1512, e creato vescovo di Trento nel 1539, amministratore del vescovato di Bressanone nel 1542, cardinale nel 1543. Nel 1567 cedette la chiesa tridentina al nipote Ludovico e, sebbene pentitosene, restò a Roma, morendo a Tivoli nella villa d'Este il 5 luglio 1578. Succeduto a Bernardo Cles, il M. volle emularlo nello sfarzo; accorto politico, ligio a casa d'Austria, nel 1540 si recò per Carlo V nel Belgio, nel 1541 per incarico di Ferdinando I re dei Romani a Venezia, intervenne alla dieta di Augusta, fu fatto nel 1556 da Filippo II luogotenente e governatore di Milano, dopo la partenza del duca d'Alba: ma la sua amministrazione fu giudicata severamente. Nel tempo stesso, riuscito ad appianare la vertenza fra la casa d'Asburgo e la corte Farnese, Pio IV lo nominò legato nelle Marche (1561). Ma l'avvenimento più clamoroso del suo vescovato è l'apertura a Trento del famoso concilio, nel 1545, al quale il cardinale partecipò con battagliera attività.
Ludovico, nato a Trento nel 1532 da Niccolò, fratello di Cristoforo, uomo d'arme e di politica, governatore a Pavia e commissario in Monferrato. Studente a Lovanio e a Parigi, era già stato legato alla dieta di Augusta e ambasciatore in Francia, quando nel 1561 divenne cardinale. Come lo zio, partecipò al Concilio di Trento, e nel 1567 ebbe da lui la cessione del vescovato della città natale. Ma, riluttante a riconoscere le ingerenze dell'arciduca Ferdinando del Tirolo sul principato tridentino, fu costretto a riparare a Roma, donde tornò soltanto dopo la mediazione del 1578. Fu ancora più volte legato in Germania. Ma visse a lungo a Roma, imponendosi in ben sette conclavi. E a Roma morì, il 20 aprile 1600.
Carlo Gaudenzio nasceva nel 1562 a Issogne in Val d'Aosta da Gianfederico, guerriero contro i Turchi, l'ambasciatore di Emanuele Filiberto di Savoia e dell'imperatore Rodolfo II, maritato a Isabella di Challant, erede di molti beni in Piemonte e in Lorena. Studiò a Ingolstadt, si laureò a Pavia, nel 1595 fu consacrato vescovo titolare di Smirne e funse da coadiutore dello zio, a cui poi successe. Nel 1604 ottenne la porpora cardinalizia. Morì a Roma nel 1629.
Carlo Emanuele, figlio di Emanuele Renato, rispecchiava nel nome di buoni rapporti che il padre aveva avuto con la corte sabauda. Nacque nel 1599 e studiò a Monaco, a Ingolstadt e a Perugia. Coadiutore dello zio Carlo Gaudenzio a 21 anni, gli sottentrò nel 1629, sino alla morte avvenuta il 15 dicembre 1658. Il suo governo fu macchiato dai lunghi e vani tentativi di ottenere dalla curia romana, perché il casato non si estinguesse, la legalizzazione dei suoi amori con Claudia Particella. E fu grave scandalo. Si creò attorno al vescovo principe una fosca nomea, che ebbe modo di sbizzarrirsi anche in fantastiche leggende.
Un ramo, forse illegittimo, della famiglia Madruzzo prese il predicato di Ebenhaimb e diede uomini di valore nel campo delle armi, a cominciare da Paolo Madruzzo, sepolto nel 1570 in S. Maria di Rovereto.
Bibl.: Oltre a P. Litta, Famiglie celebri italiane, n. 89, Madruzzo di Trento, Milano 1841, v. fra gli scritti più recenti: T. Gar, Lettere inedite di personaggi illustri al cardinale Cristoforo M. (Calendario trentino, per l'anno 1854); Cenni biografici dei quattro vescovi di Trento, Trento 1857; I. Bergmann, Medaillen, I, Vienna 1858; L. Oberziner, Il ritratto di Cristoforo M. di Tiziano, in Strenna dell'Alto Adige, Trento 1900; C. Giuliani, Cristoforo M.: giovinezza e studi, in Archivio Trentino, II, Trento 1905; A. Galante, La corrispondenza del cardinale Cristoforo M. nell'archivio di stato di Innsbruck, Innsbruck 1911; M. Benedetti, Un segretario di Cristoforo M., in Archivio veneto tridentino, III, Venezia 1923; A. Monti, Filippo II e il cardinale Cristoforo M., in Nuova rivista storica, Milano 1924; E. Bianco di S. Secondo, Giovanni Federico M. ambasciatore di Emanuele Filiberto, in Studi trentini, a. IX, Trento 1928, fasc. 2; S. Weber, Emanuele Filiberto e il cardinale Cristoforo M., ibid.; Per il XXV anno di episcopato di mons. Endrici, Trento 1929. Una vasta mole di materiali sui M., composta di ben 27 volumi manoscritti, raccolta da C. Giuliani, si trova ora alla Bibl. di Trento (cfr. Arch. trentino, XIX, Trento 1904).