MADRID
(XXI, p. 844)
Capitale della Spagna (3.120.732 abitanti nel 1990); l'agglomerato urbano (4.845.851 ab. nel 1991) costituisce una provincia nel nuovo assetto amministrativo.
Architettura. -Nel periodo 1950-80 l'afflusso di quasi tre milioni di persone ha alimentato una crescita abnorme di M.: se in una prima fase l'immigrazione si attesta entro i confini municipali, dopo il 1970 investe unicamente le aree suburbane. Specie nei settori sud e ovest, la caotica espansione a macchia d'olio è stata incentivata dal basso costo dei terreni e dalla presenza di stabilimenti industriali, attrezzature municipali e scali ferroviari; in questo contesto sono stati assorbiti centri, un tempo separati, come Carabanchel e Vallecas. La periferia nord ha invece assunto un assetto più razionale, favorito in parte da insediamenti pianificati: il complesso dei nuovi ministeri (dopo il 1932), l'estesissima Ciudad Universitaria (1929-79) e il prolungamento del monumentale Paseo de la Castellana, lungo oggi 12 km.
Tre sezioni storiche sono identificabili nel paesaggio della ''grande M.'': al centro il nucleo storico d'impronta sei-settecentesca (viejo Madrid), a nord e a ovest l'ampliamento otto-novecentesco d'impianto regolare (ensanche), attorno la galassia di insediamenti sorti nell'ultimo trentennio. Il suo carattere ''sfilacciato'' e incompiuto è stato solo in minima parte attenuato dal Plan general del 1963. Il nuovo piano per l'area metropolitana (1984) concentra lo sforzo della mano pubblica su cinque progetti di grande scala: il parque lineal lungo il fiume Manzanares, l'amplissima Avenida de l'Illustración e i nuovi quartieri di Vicalvaro, Vallecas e Actur/Tres Cantos.
Oggi M. vive una fase di effervescenza economica e culturale, che ben si riflette nelle trasformazioni del volto metropolitano: la politica di rinnovamento ha coinvolto sia i nodi rappresentativi sia le grandi aree periferiche, per lo più legate a complessi ferroviari e industriali inattivi. Qui, come altrove, le aspirazioni metropolitane vengono simboleggiate dal grattacielo, tema già sperimentato in M. nel 1947-53 con il gigantesco Edificio España (all'epoca una delle torri più alte d'Europa). I grattacieli oggi punteggiano lo scenografico Paseo de la Castellana: dopo le torri La Unión y el Fénix, Windsor e Banco de Bilbao, erette nei primi anni Settanta, è ora la volta delle torri Europa e Picasso sorte di recente presso il centro AZCA. Nel loro linguaggio internazionale, i nuovi edifici sanzionano la fine di quello stile neo-spagnolo che in età franchista ha condizionato l'architettura ufficiale.
La politica di rinnovamento investe anche le sedi istituzionali (nuova ala del Parlamento: architetti Clos, Parcerisa e Rubert). Grandi sforzi sono stati concentrati, dopo il 1983, sul sistema dei musei nazionali: al Prado rinnovato e ampliato (il Casón del Buen Retiro, con le opere di Picasso, è oggi parte del museo) si è aggiunto nel 1986 il Centro de arte Reina Sofia; ospitato in un ospedale seicentesco, il centro è dedicato all'arte del 20° secolo. Nel Palacio de Villahermosa è stata sistemata la collezione Von Thyssen-Bornemisza, recentemente ceduta al governo spagnolo.
Bibl.: AA.VV., Madrid 1964. Evolución demográfica, desarrollo urbanístico, economía y servicios, Madrid 1964; M. Vega March, Madrid y sus reformas urbanas, ivi 1964; CO.PLA.CO., Informe sobre ordenación del territorio en el área metropolitana de Madrid, ivi 1980; Colegio Oficial de Arquitectos de Madrid, Guía de arquitectura y urbanismo de Madrid, 2 voll., ivi 1983.